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Carlo NicoliniZenit official Twitter

La Serie A riparte, il preparatore Nicolini a Goal: "La mente conterà più delle gambe"

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Si scrive Carlo Nicolini, si legge pioniere. Classe 1970, laureato ISEF, è tra i professionisti più apprezzati del settore. Una figura capace di fondare negli anni '90, assieme ad Adriano Bacconi, la Digital Soccer Project, diventata nel tempo Panini Digital. Occhi puntati sui gesti chiave dei protagonisti, con annessa elaborazione dati per società di A e B. 

Dopodiché il campo. Dal ruolo di preparatore atletico al Brescia, all'amicizia con Mircea Lucescu. Che, folgorato dalla bravura del professionista lombardo, decide di portarlo con sé prima al Galatasaray e poi al Besiktas. Morale della favola? Due campionati consecutivi vinti.

Nel 2004 ecco la chiamata dello Shakhtar Donetsk. Altro giro, altri titoli. Dai successi in Ucraina, alla Coppa Uefa. Con tanto di quinquennio d'oro. 

Finita qua? Neanche per scherzo. Nicolini è anche un tattico di lusso, ruolo esercitato - tra le varie esperienze - nella Nazionale turca, passando precedentemente per lo Zenit di San Pietroburgo. Insomma, 25 trofei fin qui conquistati. Scusate se poco.

E' ufficiale: la Serie A riparte. Che tipo di calcio ci dobbiamo aspettare?

"Sicuramente differente, nel senso che le prestazioni saranno condizionate da un quadro globale definibile straordinario. Ogni giocatore, ovviamente, reagirà in maniera diversa ".

Vede le squadre pronte a sostenere uno sforzo così notevole? 

"La preparazione, in relazione ai classici standard, è basata completamente su altri concetti. Rispetto alla classica pausa estiva, ad esempio, non ci sono analogie. La base di partenza non è zero, sebbene gli atleti siano rimasti fermi per parecchio tempo ".

Qual è la priorità, in questa fase, per un preparatore atletico?

"Al di là dell'aspetto fisico, non dobbiamo sottovalutare l'importanza della testa. I calciatori non hanno ricaricato le batterie. Non hanno staccato. Fino a qualche ora fa non sapevano neanche se sarebbe stato possibile riprendere il campionato. Per qualcuno inciderà molto giocare ogni tre giorni, per altri no. Poi, inevitabilmente, bisognerà fare i conti con gli infortuni che rischiano di essere considerevoli ".

A proposito, con un dispendio di energie simile come si potranno prevenire i ko?

"Mai come in questo caso dovranno essere bravi gli allenatori a saper leggere il momento, a saper sfruttare la profondità della rosa a disposizione. In queste prime settimane di rientro, inoltre, gli staff avranno potuto analizzare minuziosamente che tipo programma esercitare sul singolo. I tempi per portare l'intero gruppo a una condizione accettabile ci sono, dopodiché toccherà ai tecnici affidarsi alla lungimiranza ".

Dunque, solita storia, oneri e onori per gli allenatori?

"Se un giocatore avrà bisogno di riposo, dovrà riposare. Stop. In un contesto simile non si può pensare minimamente di forzare.  I tecnici dovranno accettare il momento. Il tutto, profondendo grande sensibilità dal punto di vista umano. I pensieri non si possono allenare ".

In termini di orari, invece, che idea si è fatto?

"Non era facile trovare una soluzione e dobbiamo fidarci di chi ha optato per queste fasce. Sono orari strani, indubbiamente, ma stiamo parlando di professionisti che rapidamente sapranno integrarsi al meglio. Poi, banale anche sottolinearlo, certe temperature vanno a incidere sulle prestazioni. Ma stiamo parlando di un discorso collettivo. Tutti dovranno abituarsi in fretta ".

Pensa che gli stadi vuoti possano condizionare i contributi dei giocatori?

"Sì, assolutamente. C'è chi si esalta a giocare in uno stadio gremito in ogni ordine di posto, altri patiscono la pressione. E' un fattore psicologico da non sottovalutare. Poi, proprio l'orario, è un discorso nel discorso. Chi è abituato a scendere in campo alle 21.45? Soprattutto coloro che disputano le competizioni europee. Sarà strano, sarà tutto diverso ".

Si aspetta grossi scossoni in termini di classifica?

"La Juventus è la più attrezzata di tutte: per ampiezza della rosa, qualità ed esperienza. La Lazio, prima che il calcio si fermasse, stava premendo sull'acceleratore, impostando il vivo della stagione su un impegno a settimana. Ora, invece, non sarà più così. I bianconeri, inoltre, avranno più possibilità a sopperire a eventuali infortuni, facendo leva su un organico di livello assoluto. Le altre, invece, faticheranno maggiormente ".

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