
Da agosto 2018 è il commissario tecnico della Nazionale argentina, ma quando faceva il calciatore, Lionel Scaloni ha giocato per 6 anni e mezzo anche in Serie A con le maglie di Lazio e Atalanta.
Nonostante sia rimasto in Italia per diverse stagioni, dopo aver speso il meglio della sua carriera nella Liga spagnola, sia a Roma, sia a Bergamo, è sempre stato considerato dai suoi allenatori una riserva e non è riuscito a trovare continuità e a lasciare il segno.
Nato a Rosario, la stessa città di Messi e Icardi, il 16 maggio 1978, e in possesso del doppio passaporto argentino e italiano, visto che i suoi avi erano originari della provincia di Ascoli Piceno, inizia a giocare in patria con il Newell's Old Boys, la squadra della sua città, e con l'Estudiantes di La Plata.
Esterno destro eccletico, in grado di disimpegnarsi da terzino e ala, ma anche all'evenienza difensore centrale, Scaloni approda in Europa nella stagione 1997/98, quando viene acquistato dal Deportivo La Coruña. L'italo-argentino riesce a imporsi nella Liga, diventando un titolare e una colonna della squadra galiziana, con cui gioca 8 anni e mezzo e si laurea campione di Spagna nel 1999/00.
Al suo palmarès aggiunge una Copa del Rey e 2 Supercoppe di Spagna. Dopo 297 presenze e 24 goal segnati con il Deportivo, nel gennaio 2006 prova l'esperienza in Premier League con il West Ham. Colleziona appena 13 presenze con gli Hammers e fa ritorno nel club spagnolo, che lo cede al Racing Santander. Dopo un anno con la formazione dei Paesi Baschi, nell'estate 2007 si svincola e firma con la Lazio del patron Claudio Lotito.
'El Toro', come viene soprannominato, approda nella squadra guidata da Delio Rossi. Ad aiutarlo nell'ambientamento in Italia è il connazionale Mauro Zarate, di cui diventa compagno di squadra.
"Con Mauro eravamo compagni di squadra, giocavo alla Lazio con lui e vivevo nella sua casa. - ha raccontato l'argentino a 'Fox Sports' - Quando sono arrivato non aveva un posto dove stare e lui mi ha ospitato".
L'ex Deportivo si accorge presto che per poter giocare deve scalare gerarchie consolidate che non lo vedono come prima scelta. Debutta in Serie A il 25 agosto 2007 in Lazio-Torino 2-2, e la sua prima esperienza in Serie A dura appena 6 mesi. Da agosto 2007 a gennaio 2008 totalizza comunque 19 presenze complessive, di cui 12 in campionato e 7 in Champions League.
Nel mercato invernale viene mandato in prestito nuovamente in Spagna, con il Maiorca. Con gli isolani gioca per un anno e mezzo, colleziona 28 presenze e poi fa ritorno alla Lazio, ora guidata da Davide Ballardini. Anche stavolta parte come riserva, e in tutta la stagione 2009/10 gioca appena 6 gare. Vince, pur non giocandola, la Supercoppa Italiana del 2009.

Resta alla Lazio per altre 3 stagioni e mezza, e l'annata migliore è quella 2011/12, con Edy Reja in panchina. Il suo momento di popolarità ce l'ha il 4 marzo 2012 nel Derby di ritorno, vinto 2-1 dai biancocelesti, nel quale gioca titolare come terzino destro e viene votato dai tifosi come migliore in campo.
"Qua in Italia non ho fatto nessun goal. - dice sfogandosi dopo la stracittadina romana - Dove sono stato ne ho sempre fatti tranne al West Ham dove ho preso solo un palo in sei mesi. Qua non ho mai giocato a centrocampo, sempre terzino, anche centrale e mi sono trovato poco davanti alla porta. Sono un giocatore da 4-5 goal a stagione, qua alla Lazio sono stato lontanissimo però aspetto queste ultime undici partite per cercare di farne uno. Ho preso un palo con un po’ di sfortuna visto che il tiro è stato deviato e ho capito che era abbastanza difficile segnare in Italia".
"Non è un problema per me, ma sicuramente mi piacerebbe a livello psicologico far goal, perché comunque ci sono sempre stato abbastanza abituato. Sono cresciuto in una cultura calcistica un po' più offensiva. Sono comunque contento se faccio un bel cross o un bel passaggio, e anche fare un bell'intervento mi dà soddisfazione".
Reja, anche in virtù di quella buona prestazione, concede all'argentino più spazio nel finale di stagione, e Scaloni trova il suo unico goal italiano andando a segno nella gara in trasferta contro il Parma, persa 3-1 dai capitolini.
La gioia personale per l'argentino arriva al 36', dopo il doppio vantaggio dei ducali siglato da Mariga e Floccari. Kozak, in posizione di fuorigioco non rilevata dall'arbitro, serve sulla destra Scaloni, il quale, dalla lunga distanza, effettua un tiro che, deviato da Gobbi, inganna il portiere gialloblù Mirante ed entra in rete. È il 2-1, che avrebbe potuto dare alla squadra romana lo slancio per il pareggio. Finirà invece 3-1 per i padroni di casa con un altro goal di Floccari, futuro attaccante biancoceleste.
Scaloni chiude il suo 2011/12 con 21 presenze complessive in tutte le competizioni e un goal. Si pensa che l'anno seguente con l'arrivo dello svizzero Petkovic in panchina possa avere maggior spazio. Durerà invece pochi mesi, perché a gennaio, dopo sole 7 gare totali giocate nella prima parte della stagione, è ceduto a titolo definitivo all'Atalanta. Chiude la sua avventura con la Lazio con 67 presenze e una rete in Ma anche con i bergamaschi, guidati in quel momento da Stefano Colantuono, Scaloni parte come riserva utile nelle rotazioni.
Le sue presenze in campo, andranno ogni anno a scemare: 7 nella seconda metà della stagione 2012/13, 5 nel 2013-14, soltanto 3 nel 2014/15, nella parte finale della quale lavora nuovamente con Reja dopo l'esonero di Colantuono. Il 30 giugno 2015 si svincola dalla Dea e a 37 anni compiuti decide di ritirarsi dal calcio giocato. La seconda parte della carriera da calciatore dell'argentino si chiudeva così senza gloria, dopo i numerosi successi avuti invece nel calcio spagnolo.
Scaloni però non perde tempo e, dopo aver preso il patentino per allenare squadre professionistiche, lavora inizialmente nello staff tecnico di Jorge Sampaoli, prima a Siviglia, poi nella Nazionale albiceleste, di cui aveva indossato in 7 occasioni la maglia da calciatore. Quando quest'ultimo è esonerato dopo i deludenti Mondiali 2018, che vedono l'Argentina uscire agli ottavi di finale, Scaloni è designato dalla Federazione come suo erede nell'agosto 2018. Inizialmente il suo incarico è ad interim, per poi essere confermato. Risultati? 3° posto nella Copa America 2019, vittoria del trofeo contro il Brasile nel 2021 e soprattutto trionfo ai Mondiali del Qatar nel 2022.
Nonostante come calciatore non abbia fatto faville, il legame di Scaloni con l'Italia è rimasto molto forte. Non è un caso che nella sua Argentina abbia sempre voluto un gruppo di giocatori che milita in Serie A, campionato cui, visti i suoi trascorsi, il commissario tecnico presta sempre grande attenzione.




