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Maurizio Sarri Juventus GFX

Sarri ritrova la Juventus: un amore mai fiorito

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Base del discorso: quando si fa riferimento alla celere avventura di Maurizio Sarri alla guida della Juventus non bisogna commettere un errore diffuso, ossia far passare il messaggio che l'attuale tecnico biancoceleste non sia riuscito a imporsi all'ombra della Mole. Nì.

Okay, è vero, empaticamente non è che le cose siano andate nel migliore dei modi: poco feeling con i senatori, poco feeling con l'ambiente, poca armonia collettiva. E infatti nonostante uno scudetto in bacheca – l’ultimo dell’egemonia juventina rappresentata da nove tricolori di fila – all'ex Chelsea è stata indicata rapidamente la porta.

Certo, può aver influito aver perso le finali di Supercoppa e Coppa Italia ed essere stato eliminato agli ottavi della Champions League, ma in generale non è solito vedere un contratto biennale – con annessa opzione per il terzo anno – sfociare nell’allontanamento così a cuor leggero. Con tanto di penale pagata, appunto, per non far scattare automaticamente il terzo anno. Insomma, economicamente un’operazione disastrosa.

Resta la storia. Resta il fatto che, seppur all’interno di un'annata complicata calcisticamente e drammatica per via della pandemia, Sarri sia riuscito a coronare il sogno di una vita: mettere tutti dietro nell’élite nostrana. Bingo. Che si aggiunge all’Europa League conquistata precedentemente con il Chelsea. Bingo (bis).

Maurizio Sarri Juventus Inter ICC 2019Getty

A 62 anni, quindi, Sarri può ritenersi soddisfatto. Dalla provincia alla scala internazionale, con una nuova avventura – alla Lazio – da vivere con consapevolezza e spensieratezza. A Formello si può forgiare un progetto ambizioso, con le dovute pressioni, pensando in grande. Perché, carriera alla mano, il comandante grande già lo è.

Scelto dal duo Nedved-Paratici, rispettato da Agnelli. L’effimera esperienza di Sarri a Torino è trascorsa così, tra ciò che sarebbe dovuto essere e ciò che non è stato, alla ricerca di un compromesso – tra proposta ed esecuzione – con l’obiettivo di primeggiare.

“A metà ottobre del 2019 – dichiarazioni rilasciate nei mesi scorsi dal mister biancoceleste a ‘Sportitalia’ – ho fatto una riunione con lo staff e ho chiesto di fare una scelta: andiamo dritti per la nostra strada e andiamo a casa tra 20 giorni o facciamo qualche compromesso e proviamo a vincere il campionato sapendo che andremo a casa? Abbiamo scelto di provare a vincere il campionato”.

Sarà stata l’allergia al completo, il rappresentare l’antidivo, l'essere umile in un mondo aristocratico. Ma il matrimonio tra Sarri e la Juve, nonostante un titolo, non ha funzionato. Ecco perché, pragmaticamente e spietatamente, alla Continassa hanno avuto fretta di accantonare una scelta coraggiosa, sì, ma mai supportata totalmente.

Tuttavia, se si volta indietro, Sarri osserva il bicchiere principalmente mezzo pieno:

“Di quell'anno mi è rimasto uno scudetto vinto, che per me, che avevo solo 6-7 promozioni e basta, ha chiuso uno cerchio. Sono arrivato lì in un momento particolare dopo tanti scudetti vinti ed era inevitabile che lo scudetto fosse scontato. In realtà è stato difficile il campionato per il lockdown e con una squadra a fine ciclo. Che poi è stata rinnovato. Non era scontato vincere. Ma quello scudetto mi ha dato soddisfazione”.

Impossibile cambiare Sarri, anche per la Juve. E poi, perché? Il comandante è fatto così e, infatti, è amato e rispettato pure per il suo lato ruspante e sincero. A Roma si parla già di rinnovo. Ma ora c’è una partita da disputare, anzi, La partita. Nessuna vendetta, ma tanta voglia di progredire. E la Juve, mai come in questo caso, assomiglia a un mero e malinconico ricordo.

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