Ora si fa sul serio. Musica per le orecchie della Juventus che, seppur alle prese con una stagione anomala, mette nel mirino tutti gli obiettivi. Lo sa bene soprattutto Maurizio Sarri, alla prima annata alla guida della Signora, pronto a giocarsela in tutto e per tutto.
Dalla polmonite alle battute iniziali della nuova avventura, all'emergenza sanitaria legata al COVID-19. L'ex tecnico del Chelsea mai avrebbe pensato di ritrovarsi sulle montagne russe, nonostante guidare la Vecchia Signora significhi vivere di pura pressione: positiva e negativa.
I bianconeri cercano un punto di rottura con il passato, sebbene sia stato dei più vincenti. Aria nuova, nuovo staff. Una ricetta preparata la scorsa estate dagli uomini della Continassa, fondamentale per continuare ad alimentare l'egemonia nostrana. Cercando, magari, il colpo europeo.
Insomma, conta l'attualità. La stessa che vede Madama ponta a fare la voce grossa, con alle spalle un trofeo perso. La Supercoppa Italiana finita nelle mani della Lazio, infatti, potrebbe aver fatto scuola. Dal 22 dicembre di acqua sotto i ponti ne sia passata in quantità industriale. Tocca adeguarsi.
Si ragiona su base triennale, senza farsi condizionare dagli alti e bassi, fisiologici considerando come abbia vinto il partito dell'innovazione. Concetto, d'altro canto, spiegato chirurgicamente dal presidente della Juventus, Andrea Agnelli, ai microfoni di 'Radio 24':
"Nel nostro giudizio l'applicazione di un modello tecnico come quello di Sarri in un determinato momento della storia della Juventus era la modalità per garantire un successo. Siamo molto contenti di Sarri, al di là delle cene che facciamo. L'impostazione è per i tre anni, la forza di un'idea è nella prosecuzione del tempo, la priorità è proprio questa".
Certo, nel calcio tutto cambia sempre molto rapidamente, ma la sensazione è che a Torino vogliano sviluppare il nuovo progetto tecnico. Il tutto, inoltre, pianificando strategie di mercato preposte a valorizzare le idee del tecnico toscano (nel DNA).
Poi, ovviamente, nel breve e lungo termine il verdetto finale spetterà al rettangolo di gioco. E, in tal senso, la Coppa Italia potrebbe dire molto. Domani, giustappunto, da Juve-Milan uscirà la prima finalista che, mercoledì prossimo, avrà l'opportunità di mettere le mani su un titolo.
Dopodiché, campionato e Champions League. Un binomio ambizioso, ma che passa dalle curve di un percorso tortuoso. Vedi, ad esempio, la sconfitta di misura rimediata a Lione da ribaltare tra le mura amiche. Nulla di proibitivo per la Juve, a maggior ragione considerando come un certo Cristiano Ronaldo possa spostare decisamente gli equilibri.
In parole povere, il futuro passa dal presente. Solido, in armonia, con la voglia di aprire un ciclo nel ciclo. Ecco perché alla Continassa non regnano pensieri differenti. Il cambiamento c'è stato, netto e radicale, che richiede tempo per essere giudicato con lucidità.


