GOAL«Sandro Melli segna per noi!» - Celebre coro dei Boys per Alessandro Melli
Con 74 goal segnati in 301 partite complessive è il secondo miglior marcatore italiano del Parma di tutti i tempi. Meglio di lui, infatti, nella storia del club ducale hanno fatto soltanto l'argentino Hernan Crespo (94 reti complessive in gialloblù) e William Bronzoni (79 goal fra Serie B e Serie C).
Attaccante tecnico, rapido e dotato di buon fiuto del goal, ha legato la sua carriera ai primi storici successi della squadra emiliana, a cavallo fra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta dello scorso secolo. Criticato per la bella vita e le molte donne, nel 1993 passa alla Sampdoria e in autunno è ceduto al Milan nello scambio con Ruud Gullit.
A causa di problemi fisici alle ginocchia, il suo declino sarà molto rapido. Perso il guizzo in velocità, non riuscirà più a segnare con regolarità come aveva fatto negli anni migliori della sua carriera. Nel 1995 fa ritorno al Parma, restando in gialloblù fino all'autunno del 1997, per poi trasferirsi in Umbria e spendere le ultime cartucce della sua carriera fra Perugia ed Ancona, e ritirarsi a soli 31 anni.
Ma Melli nei suoi anni d'oro indosserà anche la maglia azzurra dell'Italia: vinti gli Europei Under 21 nel 1992 con Cesare Maldini, nel 1993 disputerà 2 gare anche in Nazionale maggiore sotto la gestione di Arrigo Sacchi, venendo scartato solo all'ultimo per i Mondiali di USA '94.
FIGLIO D'ARTE NATO IN SICILIA
Alessandro Melli è un figlio d'arte: suo papà Emilio è un parmigiano doc e gioca come centravanti con i gialloblù nel 1965/66 sotto la gestione dei Salvarani. Non è un fenomeno, ma ci sa fare e successivamente si trasferisce in Sicilia, ad Agrigento, per giocare con l'Akragas.
Qui sforna un paio di buone stagioni e si sposa. L'11 dicembre 1969 nasce il suo erede, e quando Emilio ritorna a Parma il bambino, che si innamora precocemente del pallone, è iscritto nel Settore Giovanile dell'Audace. Il giovane Sandro in campo dimostra di saperci fare e così a 13 anni passa nel Settore Giovanile del Parma dove dimostra qualità da punta.
A 16 anni Arrigo Sacchi, non uno qualunque, lo fa debuttare fra i professionisti in Serie C1 e Melli colleziona 6 presenze e un goal pesantissimo: lo segna con una bella girata sul primo palo su cross dalla sinistra di Paci nella sfida decisiva per la promozione degli emiliani in Serie B, contro la Sanremese al Tardini. Il raddoppio di Marco Rossi fa scatenare la festa per il ritorno immediato nella categoria superiore.
WikipediaIn tanti paragonano il giovane attaccante a Paolo Rossi, un po' per le caratteristiche, visto che come il primo Pablito ama partire dalla fascia per poi arrivare alla conclusione in velocità, e sa farsi trovare nel posto giusto al momento giusto, un po' per il look, visto che Alessandro porta i capelli come il bomber del Mundial.
Sacchi ci lavora e prova a migliorarne le caratteristiche. Melli resta al Parma anche in Serie B, seppure come rincalzo, e totalizza 20 presenze e un goal nel 1986/87(più 9 apparizioni in Coppa Italia, dove la squadra raggiunge gli ottavi di finale eliminando il Milan di Liedholm). Dopo un avvio positivo, deve fermarsi a causa di un infortunio al ginocchio causato da una brutta entrata di Davide Lucarelli nella sfida contro il Pisa. Torna nella parte finale di stagione per realizzare al Tardini l'unica rete contro la Sambenedettese (2-1).
"Il mister era tosto, integralista, maniacale, ma lo dico per elogiarlo, - dichiarerà la punta parmigiana in un'intervista a 'calciostyle.it' - aveva una visione di un calcio nuovo, mai visto, poi molti altri l’hanno copiato. A me ha insegnato molto, ad esempio i movimenti in fase offensiva, poi quelli senza palla in entrambe le fasi, cose che mi sono portato dietro durante tutte le altre esperienze che sono venute dopo".
E non mancano gli aneddoti.
"Ce ne sono molti, ma ricordo sempre quando passò al Milan e mi chiese come vedevo questo trasferimento. Io gli dissi che i casi erano due, o non sarebbe arrivato a mangiare il panettone a Natale, oppure avrebbe vinto lo Scudetto. Il panettone è riuscito per poco a mangiarlo, poi sappiamo come è andata. Una previsione perfetta, eh?”.
Nel 1987/88, con l'approdo di Sacchi al Milan, in Emilia approda Zdenek Zeman, ma i metodi duri del boemo mal si conciliano con un calciatore che non rinuncerà mai durante la sua carriera a godersi la vita. Lo chiamano 'Il Casanova della Bassa', fa il latin lover e inizia anche ad avere problemi alle ginocchia. Ci sono incomprensioni, scarso dialogo e poca fiducia reciproca.
Melli gioca pochissimo, collezionando soltanto 12 presenze e una rete (in casa contro il Taranto) e altre 4 apparizioni in Coppa Italia. Il Parma si piazza 11°, peggiorando il 7° posto della stagione precedente, e in Coppa Italia raggiunge per la seconda volta di fila gli ottavi di finale.
"Zeman credeva che fossi un mezzo giocatore perché avevo un ginocchio che faceva le bizze", dirà a 'La Repubblica' l'attaccante.
"Le donne? Da calciatore sei sempre circondato da belle donne e non fai fatica a sedurle", ammetterà a 'La Gazzetta di Parma.
La sua carriera al Parma è in discussione, tanto più che nell'estate 1988 viene girato in prestito al Modena, dove dopo aver totalizzato appena 8 presenze più 2 in Coppa Italia, prima di tornare alla base nel novembre 1988. Sotto la guida di Giampiero Vitali i ducali chiudono la stagione in 9ª posizione, mentre Melli colleziona 17 presenze e 2 reti, che arrivano curiosamente nelle prime due partite giocate dal suo rientro contro Ancona e Cosenza.
LA SVOLTA CON SCALA E IL GOAL PROMOZIONE
La svolta nella carriera di Melli arriva nella stagione 1989/90. In estate, infatti, sulla panchina gialloblù approda Nevio Scala, colui che più di tutti ha saputo capirlo e gli ha dato fiducia.
"Per me è stato un secondo papà. - dirà l'attaccante a 'La Repubblica' - Mi ha fatto maturare, mi ha responsabilizzato e fra di noi si è creato un affiatamento stupendo, un ambiente favoloso dove si stava benissimo e dove eravamo tutti amici anche fuori dal campo".
Schierato spesso in coppia con Fausto Pizzi, Melli esplode, dando un contributo decisivo per la promozione del Parma in Serie A con 35 presenze e 11 reti. La più pesante è senza dubbio quella della promozione il 27 maggio 1990. Nel derby con la Reggiana, uno Stadio Tardini tutto esaurito, titolare con la classica maglia numero 7 sulle spalle, sarà ancora lui, diventato ormai per i tifosi Sandro Melli, a firmare il goal del 2-0 all'89', dopo il vantaggio iniziale targato Osio, e a dare ai ducali la matematica certezza del 4° posto in classifica che vale la prima storica promozione in Serie A.
"Il goal alla Reggiana è stata l'emozione più grande della mia carriera. - rivelerà a 'La Gazzetta di Parma' nel 2019 - Un ragazzo parmigiano solo nei sogni può vivere la gioia di dare la prima serie A alla sua squadra sotto la Nord in un derby".
Scala aveva fatto una scommessa conErnesto Ceresini, con in palio una Mercedes300, di riuscire a valorizzare Melli: nel febbraio 1991 il presidente muore, ma la società, guidata dopo la sua scomparsa da Fulvio Ceresini, decide di tenere fede alla sua parola e regala l'auto al tecnico.
Il 1990/91 è così la stagione dell'esordio in Serie A per Melli. Il Parma, ceduti Ganz e Pizzi, punta su lui e Osio per il suo primo anno nel massimo campionato. Il club emiliano resiste anche ai tentativi di club come Torino e Fiorentina, che in estate manifestano interesse per la giovane punta, ed aggiunge ad una rosa già competitiva tre stranieri di valore: il portiere brasiliano Claudio Taffarel, il difensore centrale belga George Grun e l’attaccante svedese Tomas Brolin.
E il 9 settembre 1990 quando la nuova Juventus di Maifredi bagna l'esordio nel massimo campionato di Sandro Melli. Si gioca in uno Stadio Tardini ancora da ristrutturare, con le curve piccole e distanti dal campo, e i bianconeri si presentano con un'inedita maglia nera.
La Vecchia Signora si porta sul 2-0 con goal di Napoli e raddoppio su rigore di Roberto Baggio, poco dopo l'ora di gioco. Ma il Parma continua a giocare e mette in difficoltà i quotati avversari. Melli è fra i più positivi, e con continue accelerazioni mette in grande difficoltà la retroguardia avversaria. Solo un bel salvataggio di Tacconi gli nega la gioia della rete, ma al 90' l'arbitro Lanese concede un rigore anche ai ducali per una trattenuta in area ai danni di Osio.
Dal dischetto batte Melli con il destro, Tacconi si tuffa sulla sinistra, il numero 7 gialloblù calcia centralmente e firma la sua prima rete nel massimo campionato e il primo goal storico del Parma in Serie A. Letteralmente scatenato, l'attaccante parmigiano, su cross di Gambaro, per poco di testa non segna una doppietta in extremis. La Juventus vince 2-1 ma il k.o. sarà soltanto un incidente di percorso per la neopromossa.
"Di quel giorno mi ricordo una bella atmosfera, per il Parma era la prima partita in Serie A della sua storia. - dice in un'intervista a 'RivieraSport.it' nel 2019 - Ricordo uno stadio pieno e il piacere di avere avuto come avversario la Juventus, una squadra di livello con campioni come Roberto Baggio e Totò Schillaci reduci da Italia '90. Fu emozionante, perdemmo per 1-2 senza meritarlo e giocando alla pari con i bianconeri. Ho avuto il piacere di realizzare il primo gol in Serie A nella storia del Parma e per un parmigiano è il massimo".
Via via che passano le giornate, il Parma acquista infatti sempre più confidenza con il torneo. Dopo un pareggio a Roma con la Lazio, al Tardini una rete di Osio stende i campioni d'Italia del Napoli. Si capisce che non è un caso, che quella squadra di ragazzi terribili può ridisegnare la geografia del calcio italiano. Seguono altri due pareggi fuoricasa a Bari e al Tardini contro la Sampdoria, futura scudettata.
Bomber Melli ci prende gusto e con una doppietta mette la sua firma sul 3-2 lontano da casa contro la Fiorentina. Una delle due reti è molto bella: doppio palleggio spalle alla porta e gran tiro al volo con il destro che si insacca imparabile sotto la traversa. In tribuna persino il presidente avversario Mario Cecchi Gori si alza in piedi ad applaudire una simile prodezza.
Il Parma supera anche la Roma (2-1) e il numero 7 gialloblù non si ferma più: va in goal nel k.o. di misura al Meazza con l'Inter di Trapattoni ed è ancora decisivo alla 9ª giornata, quando firma la prima delle 2 reti gialloblù all'Arena Garibaldi con il Pisa (0-2).
Nel turno successivo aiuta la squadra a superare 2-0 al Tardini il Cagliari, poi va a segno per 3 gare di fila contro il Genoa (sconfitta per 2-1 al Ferraris), nel derby emiliano con il Bologna (1-1) e nella vittoria per 1-0 contro l'Atalanta. Il goal alla Dea è una deviazione angolata e chirurgica di piatto destro su cross basso di Grun. Grazie a questa vittoria la squadra di Scala si porta al 4° posto in classifica a pari punti con il Milan.
"Quando prendi goal così devi solo applaudire chi li segna", commenta il portiere avversario Ferron a fine partita.
Melli ha segnato già 8 goal, ma l'apice della sua carriera lo raggiungerà in una data precisa, il 20 gennaio 1991. Nell'ultima giornata del girone di andata al Tardini i gialloblù ospitano il Milan campione del Mondo e Sandro prende per mano la squadra giocando un brutto scherzo al suo ex allenatore: prima va a segno con un tiro di controbalzo, dopo una palla persa da Ancelotti, quindi salta in dribbling Pazzagli e deposita nella porta sguarnita.
Alla fine del primo tempo il Parma conduce 2-0 con Melli imprendibile e mattatore assoluto del match e la partita è di fatto decisa. I ducali portano a casa la vittoria e chiudono il girone d'andata addirittura al 2° posto, a pari merito con la Juve a 22 punti, 2 lunghezze in meno dell'Inter, campione d'inverno. Melli, invece, ha realizzato 10 goal in 17 partite, e così bene non aveva mai giocato.
Nel girone di ritorno la squadra di Scala e lo stesso Melli accusano un leggero calo di rendimento: il Parma finisce al 6° posto, conquistando comunque un piazzamento valido per la Coppa UEFA, mentre Melli abbassa la propria media realizzativa e aggiunge altre 3 reti. Il suo primo anno in Serie A termina con 29 presenze e 13 goal, più 2 apparizioni in Coppa Italia.
Getty ImagesGOAL E TRIONFI CON IL PARMA
Dopo esser stato la rivelazione della stagione precedente, il 1991/92 segna l'inizio delle grandi vittorie del Parma di Nevio Scala e Melli è uno dei grandi protagonisti dei primi trofei conquistati dal club gialloblù. In estate, nonostante le richieste non manchino, Sandro non si muove ed affronta la seconda stagione consecutiva in Serie A con la squadra della sua città.
Ormai è un beniamino dei tifosi e una stella della Serie A, e inizia a prenderne consapevolezza. Nonostante l'arrivo del 'Condor' Agostini, continua ad essere un giocatore determinante della squadra. Se in campionato il suo apporto si riduce a 6 goal in 30 presenze, è in Coppa Italia che Melli dà il meglio di sé, realizzando ben 5 goal e laureandosi capocannoniere.
Segna la rete qualificazione con il Palermo, poi si ripete contro il Genoa. La doppietta alla Sampdoria nel ritorno delle semifinali porta i gialloblù in finale. L'avversario è la Juventus di Trapattoni, che all'andata, a Torino, si impone 1-0 con rete di Roberto Baggio. Ma al Tardini, il 14 maggio 1992, la squadra di Scala interpreta la partita perfetta.
Melli apre le marcature e trafigge Peruzzi con un colpo di testa in chiusura di primo tempo, poi nella ripresa Osio chiude i giochi. Il 2-0 consegna la Coppa Italia nelle mani di capitan Minotti e compagni. Nonostante l'exploit Scala lo bacchetta per la sua vita fuori dal campo, le tante donne che gli stanno attorno, l'abitudine a frequentare le discoteche, che potrebbero minarne le energie fisiche e mentali.
L'attaccante classe 1969 risponde con un'altra stagione ad alto livello, il 1992/93, che porta i ducali a vincere in Europa. Il bomber parmigiano, che agisce spesso al centro del tridente con l'ultimo arrivato Asprilla e Brolin, va a segno nella Supercoppa Italiana persa di misura con il Milan (2-1), realizza 12 goal in Serie A in 28 gare, fra cui uno molto bello nella prima giornata contro l'Udinese, con un tiro a giro all'incrocio in stile Del Piero, chiudendo per la seconda e ultima volta in carriera in doppia cifra, e, soprattutto, dà un contributo determinante alla squadra in Coppa delle Coppe.
"Eravamo tre giocatori che si compensavano in campo. - ha dichiarato Sandro nel 2020 a 'Taca la Marca' per 'Radio Musica Television'- Eravamo quasi coetanei e possedevamo caratteristiche diverse ma complementari. Brolin faceva un lavoro straordinario di pressing e corsa, Asprilla era un genio che poteva risolverti la partita da solo, mentre io ero il finalizzatore".
In Europa Melli punisce il Boavista agli ottavi, si ripete nei quarti con lo Slavia Praga e nella finale di Wembley, il 12 maggio 1993, firma contro l'Anversa il goal del 2-1 con un colpo di testa, lanciando i suoi verso il successo finale. Arriva così il primo trofeo internazionale della storia del Parma.
"Il goal all'Anversa segnato a Wembley è stato il più importante della mia carriera, - dirà a 'RivieraSport.it' - anche se a livello personale resto maggiormente legato a quello in Serie B con la Reggiana del 1990".
Ma il trionfo di Londra sarà un po' l'ultimo grande sussulto della carriera del bomber parimigiano, acclamato dai tifosi gialloblù come una stella. Dopo 16 goal complessivi in 40 presenze, il suo rendimento cala drasticamente nel 1993/94. L'arrivo in Emilia di Gianfranco Zola, una condizione spesso non ottimale, con qualche chilo di troppo e continui acciacchi muscolari e alle ginocchia, fanno calare il rendimento della punta a 8 reti totali in 32 gare fra campionato (5 reti in 22 gare), Coppa Italia (3 centri in 6 gare) e Coppa delle Coppe (4 apparizioni).
Melli, che vince una Supercoppa Europea senza disputarla, visto che il Parma ribalta lo 0-1 del Tardini con una vittoria per 2-0 al Meazza sul Milan, non può saperlo, ma di fatto la sua carriera ad alti livelli si era conclusa nel giorno stesso della vittoria storica del Parma allo Stadio di Wembley.
L'UNDER 21 E I MONDIALI SFIORATI CON SACCHI
Il rendimento stellare dell'attaccante parmigiano, a partire dal 1989/90 lo proietta nell'Italia Under 21 di Cesare Maldini. Con gli Azzurrini l'attaccante del Parma si conferma bomber, e dal 1989 al 1992 colleziona 8 reti, fra cui alcune particolarmente importanti, come quella nei ritorno contro la Norvegia nel Girone eliminatorio, grazie ad un bel colpo di testa su cross di Marcolin, con la quale risponde al pesante 6-0 subito all'andata nel Paese scandinavo.
In finale l'Italia Under 21, che schiera fra gli altri giocatori come Albertini, Dino Baggio, Buso, Corini e Sordo, ha la meglio nel doppio confronto contro la Svezia (2-0 al Mazza di Ferrara e sconfitta indolore per 1-0 in Scandinavia).
In Nazionale maggiore c'è Arrigo Sacchi, il suo vecchio maestro, che si ricorda del suo allievo e lo manda in campo in due occasioni durante il suo mandato, dopo averlo convocato già : il debutto arriva il 24 marzo 1993 allo Stadio Barbera di Palermo, con uno schiacciante 6-1 su Malta, mentre la seconda presenza la colleziona il 14 aprile 1993 al Nereo Rocco di Trieste contro l'Estonia (vittoria per 2-0). Entrambe le partite sono gare di qualificazione a USA '94.
Melli, che gioca due buone partite, spera di essere convocato per i Mondiali americani, ma alla fine non rientrerà fra i 23 che partiranno per l'avventura a stelle e strisce.
"Il Parma in cui ho giocato aveva grandi giocatori, c'erano 7-8 elementi che erano punti cardine delle loro rispettive nazionali. - ricorderà a 'Taca La Marca' nel 2020 su 'Radio Musica Television' - Non è un caso che il club ducale si è ritrovato con un cospicuo numero di calciatori presenti nella finale di Pasadena. Sono stato l'ultimo escluso dai convocati che avrebbero fatto parte della spedizione azzurra al mondiale americano, me la sono giocata con Massaro, l'esclusione fu un dispiacere che ho digerito con il tempo".
IL PASSAGGIO ALLA SAMPDORIA
Determinante per la scelta del Ct. anche un'ultima stagione con più ombre che luci, che porterà, nel 1994, alla separazione fra il club emiliano e l'attaccante. A spiegarne le motivazioni, sarà lo stesso attaccante:
"Nell’estate del 1994 scelsi la Sampdoria perchè desideravo giocare con Roberto Mancini.- rivelerà a 'RivieraSport.it' - Inoltre fui contattato dallo stesso Mancini e per me fu un onore. La Sampdoria come società assomigliava molto al Parma e fu la scelta più importante della mia carriera".
Melli è ceduto in comproprietà alla Sampdoria, ma le cose a Genova non andranno per lui come sperava. L'esordio in blucerchiato a gara in corso è datato 28 agosto 1994 nella Supercoppa Italiana persa ai rigori con il Milan (6-5). In campionato, invece, il 4 settembre, i doriani travolgono al Ferraris il 4 settembre il malacapitato Padova con un perentorio 5-0 che porta anche la firma dell'ex punta del Parma.
Melli realizza anche 2 goal in Coppa Italia contro la Fiorentina fra andata e ritorno, non sufficienti alla squadra per passare il turno, e 2 reti al Grasshoppers in Coppa delle Coppe, determinanti, invece, per la qualificazione dei liguri ai quarti di finale.
"Poi certe situazioni si sono un po’ evolute, - racconterà - perchè Mancini i primi 2-3 mesi giocò molto poco in quanto arrivava da una squalifica importante della stagione precedente e da degli infortuni che lo avevano bloccato".
AL MILAN IN CAMBIO DI GULLIT
Ruud Gullit a novembre chiede al Milan di andar via e di tornare a Genova, e il Diavolo come contropartita sceglie proprio Melli: a sorpresa l'attaccante dopo pochi mesi, cambia di nuovo maglia e finisce in forza allo squadrone rossonero.
"Alla fine non giocai tantissimo con Roberto, - ricorderà Melli - e quando Gullit chiese la cessione dal Milan scelse di tornare alla Sampdoria. All’epoca il figlio di Mantovani mi chiamò in sede spiegandomi che Capello mi voleva e lo scambio si concretizzò".
"Non ero felice di andare al Milan, - sottolineerà nel 2020 ai microfoni di 'Sportpaper.it' - ma fui costretto ad accettare il trasferimento. A quei tempi i rossoneri avevano una rosa straordinaria e forse una squadra così non si è più vista negli ultimi 30 anni".
"Il Milan per me era troppo forte e non mi sentivo all’altezza di una squadra simile. Alla fine però ammetto di essere stato orgoglioso di vestire la maglia rossonera e inoltre mi inorgoglisce il fatto di essere arrivato lì in uno scambio con Gullit".
Il debutto con la nuova squadra è di quelli che non si dimenticano facilmente: l'attaccante è titolare nel Derby della Madonnina del 20 novembre 1994 pareggiato 1-1 contro l'Inter. Melli ha anche la palla buona per il 2-1 ma non è destino, e la cicca clamorosamente. Poi i problemi fisici lo portano presto in infermeria e per alcuni mesi non vede il terreno di gioco.
"Melli sta recuperando - assicura Capello - ma ho comunque grandi attaccanti in rosa".
Alla fine gli infortuni lo tengono fuori per gran parte della stagione. Melli, dopo alcuni spezzoni di partita fra gennaio e febbraio, rientra giusto per il finale e il 4 giugno 1995 torna in campo da titolare nell'ultima gara di campionato contro la Fiorentina, nella quale apre le marcature.
Chiude la sua parentesi rossonera con appena 6 presenze e una rete, e aggiunge al suo palmarès una seconda Supercoppa Europea conquistata contro l'Arsenal senza scendere in campo (0-0 ad Highbury e vittoria per 2-0 al Meazza, gara in cui la punta è in panchina).
"Ho anche avuto due infortuni importanti che mi frenarono, - ricorda - per me è stato comunque un piacere giocare nel Milan perchè ho avuto l'occasione di stare in campo con dei veri fuoriclasse che mi hanno fatto crescere molto".
IL RITORNO AL PARMA E IL RAPIDO DECLINO
Nell'estate 1995 arrivano a Milanello giocatori come George Weah, Roberto Baggio e Paolo Di Canio, così Melli viene rimandato indietro come un pacco postale.
Parma riaccoglie il suo figliol prodigo, ma Nevio Scala è molto chiaro nei suoi confronti: le gerarchie sono cambiate e per l'idolo dei tifosi gialloblù il posto da titolare non è più assicurato.
I ducali si piazzano al 6° posto in campionato, mentre Melli riesce comunque a ritagliarsi un po' di spazio, totalizzando fra Coppa Italia, Supercoppa Italiana, Serie A e Coppa delle Coppe (dove va a segno contro il Teuta e nella sconfitta di Parigi con il PSG) 30 presenze e 6 goal.
È ancora un giocatore utile alla causa, ma il guizzo non è più quello dei tempi migliori e i problemi alle ginocchia ne hanno logorato l'integrità fisica. Quando il ciclo di Scala finisce e in panchina arriva Carlo Ancelotti, allievo di Arrigo Sacchi, per Melli gli spazi si restringono così ulteriormente: mette insieme solamente 21 presenze (18 in campionato), di cui appena una da titolare in Serie A contro l'Udinese, e va a segno solo una volta nel 2° Turno di Coppa Italia col Pescara.
Dopo 301 partite e 74 goal (contando anche la Serie C nell'anno dell'esordio), nell'autunno del 1997 Melli capisce che la sua era in Emilia si è ormai conclusa. Così, disputata l'ultima gara in gialloblù il 24 settembre contro il Venezia in Coppa Italia (3-1 per i ducali), fa le valigie e accetta la proposta del Perugia, in Serie B. In Umbria resta tre stagioni, di cui una nel torneo cadetto e 2 in Serie A, nelle quali mette assieme 4 goal in 58 presenze e vive la promozione del 1997/98.
Nei suoi anni in biancorosso, nei quali non riesce ad invertire il trend discendente, è allenato prima da Ilario Castagner, poi da Vujadin Boskov, infine da Carlo Mazzone. Nel 2000/01 passa all'Ancona, nuovamente in Serie B, e nelle Marche realizza gli ultimi 4 goal di una carriera comunque brillante nella quale tuttavia non è riuscito ad esprimere compiutamente il suo grande talento.
A soli 31 anni, ormai tormentato dagli infortuni, Melli appende così le scarpette al chiodo.
"Sono stato infantile in troppi momenti. - ammetterà in occasione del suo 50° compleanno alla 'Gazzetta di Parma' - E se un pizzico di incoscienza mi ha aiutato nel mio modo di giocare, credo però di aver sfruttato solo il 50% del mio potenziale.È veramente poco ed è solo colpa mia. Avevo l’immenso difetto di non accettare la panchina. Mi sgonfiavo, invece di caricarmi per mostrare all’allenatore che aveva sbagliato. Mi deprimevo e quando entravo in campo non ero più io“.
GettyDIRIGENTE E ALLENATORE DELLE GIOVANILI
Smessi i panni del bomber, Melli torna al Parma nel 2005 nelle nuove vesti di Team Manager, in sostituzione del suo ex capitano Lorenzo Minotti. Ci resta fino al 2015, quando la storica società emiliana, vittima di gestioni fallimentari, come quelle di Ghirardi e di Manenti, da lui a più riprese denunciate, falisce.
Nasce un nuovo club, ma Melli, pur preso inizialmente in considerazione, alla fine non è coinvolto nel progetto. L'ex attaccante diventa responsabile dell'ufficio acquisti di un'azienda che tratta acciaio e si dedica alla gestione e formazione dei giovani calciatori.
Fa il Direttore tecnico del Felino Calcio, poi crea una Scuola calcio a Colorno e dal 2019 al 2020 diventa Direttore sportivo del Settore Giovanile della Reggiana, oltre ad allenare gli Allievi del Real Sala Baganza. Nel 2021 eccolo nel ruolo di Responsabile del Settore Giovanile dell'Audace/Sorbolo, tornando dove tutto, quando era un bambino, era cominciato.
Il Parma lo ha recentemente inserito fra le Leggende gialloblù, rendendo il giusto onore al talentuoso ex bomber, capace comunque di fare la storia nonostante una carriera volata via troppo in fretta.




