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Gonzalo Higuain Milan Juventus Serie A

San Siro croce e delizia: Higuain ritrova il Milan

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Può un calcio di rigore condizionare una carriera? Sì. Lo sa bene Gonzalo Higuain che, il 12 novembre 2018, impattava contro la manona destra di Szczesny, mettendo la parola fine all’avventura con il Milan . Trasferimento, quello sotto il Duomo, che sarebbe dovuto sfociare in tutt’altro epilogo.

E, invece, le cose non sono andate nel verso giusto: avvio promettente, goal, crollo emotivo. Tre fasi a condizionare sei mesi di lavoro sfociati complessivamente in 22 presenze e 8 reti. Colui che sarebbe dovuto diventare il simbolo del rilancio rossonero, invece, s’è rivelato un’effimera meteora. Con tanto di trasferimento – a stagione in corso – alla corte del Chelsea di Maurizio Sarri.

Già, l’attuale tecnico della Juventus , che per il Pipita ha sempre avuto un debole. Tanto da illustrargli la via maestra fin dai tempi del Napoli, piazza in cui l’argentino ha saputo riscrivere la storia dei capocannonieri della Serie A, superando con 36 reti in 35 partite il record di Nordahl.

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Altri tempi, altro Higuain. L’attualità, infatti, presenta un giocatore profondamente cambiato. Dentro e fuori il rettangolo di gioco. Dall’ossessione per la gioia personale al supporto corale, passando per un atteggiamento riflessivo e non più nevrotico. Insomma, sotto porta la massima espressione non c’è più, ma nel collettivo idee e generosità non mancano.

Il Pipa, per stessa ammissione di Sarri, non ha digerito la separazione dalla Signora. Tanto da volerla riconquistare puntando i piedi nell’ultima sessione estiva, rifiutando le proposte di Roma e West Ham:

Gonzalo ha vissuto male il post-Juventus. Forse è uscito un po’ scosso e ha fatto una stagione in cui – come sempre quando si subisce un trauma emotivo – succede di non far bene ”.

A Milano, in occasione della semifinale d’andata di Coppa Italia, Higuain ritrova uno stadio in cui – con la casacca bianconera – ha spesso e volentieri fatto bene, regalando grossi dispiaceri alla sponda nerazzurra.

Ricordi meno dolci legati all’esperienza tra le fila del Diavolo, con la prima marcatura trovata in trasferta a Cagliari. Dopodiché, tra alti e bassi, il passo d’addio. Malinconico. Ma forse inevitabile. Sempre con un chiodo fisso: riprendersi la Juve. Accontentato.

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