Tra mille difficoltà e ostacoli, anche in Inghilterra il mondo del calcio programma una timida ripresa: la prima ondata dei test effettuati ha rilevato la positività di sei persone su 748 campioni analizzati e, al contempo, le squadre possono allenarsi ma soltanto in piccoli gruppi.
Oltremanica vige un clima di profonda incertezza: il bomber del Watford, Troy Deeney,ha fatto sapere di non volersi allenare per evitare di mettere a rischio la sua salute e quella dei suoi familiari, ma questa non è l'unica testimonianza sulla paura che aleggia tra i calciatori.
Intervenuto in un podcast radiofonico, il terzino del Newcastle (in prestito dal Tottenham) Danny Rose ha usato termini molto duri per descrivere il trattamento superficiale riservato alla sua categoria.
"La gente vorrebbe un nostro ritorno in campo, ci trattano come se fossimo cavie o topi da laboratorio".
L'Inghilterra non può dirsi fuori dal tunnel dell'emergenza Coronavirus, ragion per cui i giocatori preferiscono non spingere per un'eventuale ripresa del campionato in tempi brevi.
"Gli allenamenti in piccoli gruppi? Sperimentiamo questa fase e vediamo se porta dei risultati. Immagino che a casa le persone dicano: 'Guadagnano così tanto, possono anche ricominciare a giocare'. Mi chiedo se ne valga la pena: potrei rischiare la mia salute per soddisfare il loro divertimento ma, a dire il vero, preferisco non essere coinvolto in questo genere di cose".


