L'esame, a pochi giorni dal calcio d'inizio del campionato, è stato brillantemente superato: la 'manita' rifilata dalla Roma allo Shakhtar Donetsk ha fatto stropicciare le mani a tutto l'Olimpico, impaziente di vedere all'opera la nuova creatura di José Mourinho nelle partite che contano.
L'atmosfera magica presente all'interno dello stadio ha fatto il suo, esaltando le qualità dei singoli come Dybala, autentica scheggia impazzita per la difesa ucraina: l'argentino si è sistemato sulla trequarti assieme a Zaniolo e a supporto di Abraham, dando vita al trio delle meraviglie che dovrà fare le fortune della 'Lupa'.
Ottima anche la prova di capitan Pellegrini, autore del goal che ha sbloccato la partita e arretrato in mezzo al campo in coppia con Matic: i due si sono divisi la zona mediana fino all'intervallo, quando il serbo è stato sostituito con Cristante. Poco dopo l'ora di gioco, c'è stato il momento dell'esordio in giallorosso di Wijnaldum, entrato al posto di Zaniolo: proprio l'utilizzo dell'olandese offre il modo di affrontare un 'dolce' problema di abbondanza per Mourinho.
Ieri sera, infatti, lo 'Special One' si è affidato a tutti i 'tenori' dal primo minuto, fatta eccezione per il nuovo arrivato Wijnaldum appunto. Ciò dà lo spunto per porsi questa domanda: come farà Mourinho a far coesistere tutti senza escludere nessuno? La risposta potrebbe essere nel passaggio al 4-2-3-1, che però obbligherebbe qualcuno a sacrificarsi in un ruolo non propriamente suo.
Più facile pensare che questa ampia gamma di scelte venga inquadrata in un contesto diverso, fatto di opportunità da sfruttare a gara in corso per cambiare parzialmente il volto della Roma a seconda delle necessità che si presenteranno in una stagione lunga e logorante, in cui ci sarà giocoforza bisogno dell'apporto di tutti.
Il reale problema, semmai, sarebbe stato l'esatto contrario, ossia la mancanza di valide alternative in più reparti: se ad eccedere è la qualità, allora che ben venga l'abbondanza di interpreti da ruotare nel corso della stagione.

