Rodolfo Gavinelli è uno di quei nomi che sembra appartenere a un regen di Football Manager.
Per chi non fosse pratico del più famoso simulatore calcistico in circolazione, dicesi "regen" un calciatore di quelli generati automaticamente dal sistema di gioco per andare a sostituire quelli che si ritirano con il passare degli anni.
Invece quello di Rodolfo Gavinelli è un nome che da oltre cento anni è iscritto nell'albo dei record della Nazionale italiana. Il motivo? E' il più giovane calciatore ad aver mai disputato una gara ufficiale con la maglia azzurra: 16 anni 3 mesi e 8 giorni.
La partita nella quale avrebbe giocato Gavinelli risale al 9 aprile 1911, quando la Francia aprì le porte dello stadio comunale di Saint-Ouen all'Italia per un'amichevole internazionale (quando ancora non erano considerate un fastidioso onere).
La partita terminò 2-2. Doppietta di Maes per i padroni di casa, di Rampini e Boiocchi i goal azzurri.
E fu in questa gara qui che un ragazzino che di cognome faceva Gavinelli avrebbe fatto il suo esordio con la nazionale maggiore. Nelle pagine sportive del Corriere della Sera all'indomani della partita, viene menzionato in formazione un certo Rodolfo Gavinelli, senza che però nelle colonne dedicate al report dell'incontro venisse mai menzionato come protagonista di un'azione. Dopodiché, di lui non si sarebbe venuto a sapere più nulla.
Come mai tutti questi condizionali vi chiederete. Beh, il fatto è che quella che viene considerata ancora oggi la presenza più giovane nella storia della nostra nazionale, potrebbe essere frutto di un clamoroso equivoco anagrafico e giornalistico.
La sua figura è rimasta ancora oggi un mistero irrisolto. Di lui non si sa praticamente nulla, se non qualche sporadica informazione recuperata qua e là e sulla quale non vi è alcun tipo di riscontro sicuro.
A partire dal nome di battesimo. Malgrado sia passato agli onori della cronaca come Rodolfo, sul sito ufficiale della Federcalcio la sua scheda appare sotto la dicitura Pietro Antonio.
Nebbia fitta anche sulla sua data di nascita. Impossibile risalire con precisione a giorno e anno di nascita. Affidandoci a quanto stabilisce il suo primato, qualora avesse veramente avuto 16 anni, 3 mesi e 8 giorni al momento del suo ingresso in campo, Gavinelli sarebbe nato il 3 gennaio del 1895.
Alcune ricostruzioni come quella del giornalista Carlo Chiesa però individuano nel calciatore un ragazzo nato a Torino il 20 aprile 1891 e che nella vita alternava il gioco del calcio al mestiere di contabile.
Nel caso di Gavinelli nemmeno la sua morte ha una datazione comprovata. Secondo alcuni racconti dell'epoca sarebbe morto per via di una polmonite bilaterale con la divisa dell'esercito italiano nel corso della Prima Guerra Mondiale, quindi tra il 1915 e il 1918.
A dare forte credito a questa versione è stato Vittorio Pozzo, leggendario ct azzurro due volte campione del mondo, che nel 1949 scrisse un articolo per la rivista "Calcio Illustrato" nel quale veniva riferito che - tra i vari calciatori italiani ad aver perso la vita al fronte - c'era anche Rodolfo Gavinelli.
Secondo la versione di Chiesa invece, sarebbe morto nel 1921 a Livorno. Il motivo di questa incertezza è legato al fatto che nel 1920 il Livorno aveva come allenatore un certo Rodolfo Gavinelli. Potrebbe però essere un clamoroso caso di omonimia.
Nulla di certo persino sul luogo di nascita. Se il racconto di Pozzo lo geolocalizza a Torino, la missiva di un lettore pubblicata sulla rivista "Solo Calcio" nel 2004 riferisce di come il misterioso calciatore sarebbe in realtà nato il 16 ottobre del 1895 a Bellinzago Novarese da Luigi Gavinelli e Luigia Miglio.
L'Annuario italiano del Football della stagione 1913-1914 conferma la nascita di Gavinelli nel 1895, senza fugare però i dubbi sul giorno. Qualora fosse confermata quella del 16 ottobre, il record di Gavinelli sarebbe da ricalibrare a 15 anni, 5 mesi e 23 giorni.
Nemmeno i reperti fotografici ci aiutano a svelare il mistero sull'identità di questo calciatore. L'unica immagine registrata di Gavinelli è una foto sgranata e in bassissima risoluzione, anche per i mezzi dell'epoca.
Facilmente reperibile sul web, nell'immagine del giovanissimo calciatore di distinguono un paio di baffi sottili e poco altro, mentre il resto dei connotati ricorda l'"Ecce Homo" di Elia Garcia Martinez situato nella città spagnola di Borja e rovinato per sempre dalla sventurata Cecilia Gimenez in un goffo tentativo di restauro.
GoalQuella di Rodolfo Gavinelli sembra destinato a restare un cold case affascinante ma senza soluzione. A rendere tutto più difficile è l'impossibilità di reperire documenti certi. Stiamo pur sempre parlando di un periodo storico in cui la sensibilità all'anagrafica era decisamente poco sentita in un Paese che combatteva con malnutrizione, analfabetismo e problemi di instabilità politica.
In questo caso nemmeno gli archivi storici dei club possono darci una mano. In quali squadre ha giocato Gavinelli? Non si sa.
Forse nel Piemonte Football Club, squadra che ha disputato 5 campionati di Serie A prima di sciogliersi al momento dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. A questo periodo risalirebbe anche un suo goal alla Juventus nel 1908. Ma dando per buona la versione che lo vuole nato nel 1895, appare improbabile che a 13 anni fosse già arruolato in qualche squadra.
Altri dati legano Gavinelli all'Andrea Doria, più in particolare alla squadra riserve, ma anche su questo scenario sembriamo legittimati a restare quantomeno scettici.
Ben più certa invece la datazione relativa a Renzo De Vecchi. Il “figlio di Dio” nato a Milano il 3 febbraio 1894 e tre volte campione italiano con il Genoa ha esordito in nazionale il 27 maggio 1910 a 16 anni, 3 mesi e 23 giorni. Quindici giorni e una documentazione anagrafica certa in più rispetto a Gavinelli.
Niente da fare per Simone Pafundi, che poco più che sedicenne ha esordito con l'Italia nella sfida amichevole contro l'Albania a Tirana.
Troppo grande per strappare quello di De Vecchi (16 anni e 8 mesi), troppo poco leggendario per andare a prendersi quello di Gavinelli. Nell'epoca dei social e dell'informazione capillare, di foto e reportistica sportiva ne abbiamo già parecchia sul giovane fantasista dell'Udinese.
In ogni caso, la figura di Rodolfo Gavinelli con tutte le sue incongruenze storiche e ricostruzioni fallaci, appartiene ormai al patrimonio di mitologie e leggende del grande panorama pagano del calcio italiano. E per una volta, il debunker di professione (coloro che smentiscono miti e leggende sul web) siamo certi che chiuderanno un occhio.
