
Aveva ragione Massimiliano Allegri. Ha ragione, ora, Maurizio Sarri. Pensare di gestire Douglas Costa all'insegna della normalità, probabilmente, rappresenta una dolce utopia. Sebbene, per qualità atletiche e tecniche, il brasiliano resti un giocatore pressoché inimitabile.
Poi, però, c'è la componente fisica. Un aspetto fondamentale del calcio moderno, fatto di impegni probanti e ravvicinati. Ecco perché, ragionando nel breve e lungo termine, la Juventus ha riscoperto il suo 11 in versione spaccapartite.
E contro il Genoa, con un mancino soave, s'è vista tutta l'essenza di un elemento che, nei secondi tempi, spesso e volentieri si diverte a giganteggiare. Vuoi per il dover affrontare difese stanche e meno lucide. Vuoi per DNA calcistico.
Intendiamoci, l'ex Bayern Monaco per Sarri rappresenta un elemento imprescindibile e, proprio per questo motivo, a inizio stagione alla Continassa hanno basato la loro fiducia sul 4-3-3, facendo affidamento proprio sull'elemento verdeoro. Teorema, però, caduto in concomitanza con l'infortunio di Firenze.
Dopodiché, altri ko qua e là. Che hanno costretto, inevitabilmente, a ridisegnare l'assetto tattico passando anche dall'esperimento del trequartista. In definitiva, Douglas Costa resta un giocatore sopraffino, capace di risolvere da solo le partite, ma che non garantisce la tanto agognata continuità di rendimento.

Dunque, se dovessero arrivare offerte congrue, il mercato potrebbe fare il suo corso. Discorso, questo, prematuro. In quanto, mai come in questo periodo, alla Juve conta l'attualità. La stessa che vede Madama protagonista sul doppio fronte campionato e Champions League.
E, a proposito d'Europa, il 29enne di Sapucaia do Sul potrebbe rivelarsi la chiave vincente. O meglio, questo è l'auspicio della Vecchia Signora. I margini di miglioramento - collettivi e individuali - non mancano: non a caso, la Juventus ha segnato almeno due reti in tutte le ultime sei partite di campionato, miglior striscia dal febbraio 2019 per i bianconeri.
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Bernardeschi dall'inizio, Douglas Costa pronto a subentrare. Una soluzione che sta fornendo i suoi frutti, con entrambi i protagonisti dediti alla causa. Il tutto, attendendo che il brasiliano cresca ulteriormente di tono, ma senza forzare. In quanto le parole pronunciate da Sarri a gennaio espone (molto) bene il quadro:
"Douglas se sta bene è sempre un'opzione. Ha avuto una serie di infortuni che ne hanno influenzato la condizione fisica, se ne avesse avuto solo uno il recupero sarebbe stato diverso. Avendo accumulato tanti giorni di inattività il recupero è più lento e ci vuole più cautela considerata la fragilità muscolare".
Dalla prodezza con la Lokomotiv Mosca a quella di Genova sponda rossoblù. Giocate magistrali, uniche, che spiegano alla perfezione il personaggio. Estro e fantasia. Guardando il bicchiere mezzo pieno, sempre e costantemente.



