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Claudio Marchisio JuventusGetty Images

Realtà Juventus: il divario col Real Madrid è a centrocampo

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Casemiro, Toni Kroos e Luka Modric. Vedere, ma non toccare. Nessuno può permettersi il lusso di avvicinarsi ai gioiellini del Real Madrid. Tre centrocampisti di caratura internazionale che, a suon di fatti, hanno costruito le basi di una squadra epocale. Un trio che per fisicità, tecnica e forza rappresenta l'eccellenza assoluta. Un reparto che, comparandolo a quello degli altri top club europei, viaggia su un pianeta differente.

Lo sa bene la Juventus,che ha sperimentato proprio sulla sua pelle lo spessore dell'avversario. Perché se è vero che Cristiano Ronaldo è semplicemente il giocatore più forte al mondo, e uno tra i più simbolici della storia calcistica, la compagine spagnola deve molto a chi – a suon di geometrie – in mezzo al campo taglia e cuce. E se la dirigenza merengue ha avuto il merito di scovare le giuste pedine per giganteggiare in lungo e in largo, Zinedine Zidane con Casemiro ha effettuato un capolavoro. Dalla valigia in mano, alle chiavi del settore. Il tecnico transalpino, utilizzando il mediano brasiliano davanti alla difesa, ha trovato la mossa delle mosse. Il resto, infatti, è pura evoluzione complessiva.

Quella che cerca la Juventus, apparsa piuttosto lenta e scolastica nella sfida andata in scena all'Allianz Stadium. Certo, in tal senso la squalifica di Miralem Pjanic ha influito e non poco, ma la sensazione è che a Torino negli ultimi anni – in termini di centrocampo – abbiano compiuto un netto passo indietro. Basti pensare a Berlino 2015, quando i bianconeri proponevano nella finale di Berlino contro il Barcellona: Andrea Pirlo davanti alla difesa, Claudio Marchisio e Paul Pogba mezz'ali e Arturo Vidal dietro le punte. Un poker che non è bastato a mettere le mani su un trofeo che a Torino manca dal 1996, ma che sicuramente ha detto la sua affrontando un'altra compagine pazzesca.

Pirlo Vidal Pogba Juventus Champions League final 06062015Getty Images

Ora, invece, il quadro è cambiato sensibilmente. Sotto la Mole è rimasto solamente il Principino, non più una prima scelta dopo il maledetto infortunio con il Palermo, giunto verosimilmente al passo d'addio. Il resto, tra alti e bassi, è opera di un mercato fatto di opportunità. Beppe Marotta e Fabio Paratici, i due massimi esponenti dell'area sportiva juventina, hanno provato a mantenere elevato il tasso di competitività della linea metodista. Ma, come emerso dai fatti, il livello del Real Madrid è ancora lontano. E non basterà una sessione di mercato per colmare il gap.

Qui, tuttavia, la Juventus dovrà concentrare i maggiori sforzi. Mettere le mani su Emre Can ('94), a parametro zero in uscita dal Liverpool, avrebbe del clamoroso e regalerebbe a Max Allegri un rinforzo più unico che raro. Poi, estendendo il concetto, caccia ad altri obiettivi. E valutando i sogni proibiti, forse, occorrerebbe osare qua e là. Costruendo i campioni del domani. Ogni riferimento a Lorenzo Pellegrini ('96) della Roma è puramente voluto. Idee al potere.

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