Difensore centrale elegante e carismatico, dotato di una tecnica di base importante, maestro nell'arte dell'anticipo e bravo nell'impostazione, Rafa Marquez è stato una leggenda del calcio messicano. Proprio in virtù delle sue qualità tecniche era in grado di giocare anche da mediano davanti alla difesa.
A livello di club ha vinto tutto in Europa con il Barcellona, ma la storia l'ha scritta soprattutto con la maglia del Tricolor, la sua Nazionale, con cui ha partecipato a ben 5 Mondiali. Nella sua lunga carriera, ha giocato anche in Serie A, indossando la maglia del Verona, per poi ritirarsi dal calcio giocato all'età di 39 anni.
È considerato uno dei giocatori più forti di sempre del calcio messicano e il più forte difensore di tutti i tempi del Paese centroamericano. Diventato allenatore in Spagna, oggi è rientrato nei quadri tecnici del Barcellona ed è l'allenatore della seconda squadra del club catalano.
GLI ESORDI E L'APPRODO IN EUROPA AL MONACO
Rafael Márquez Álvarez nasce a Zamora de Hidalgo, città dello Stato messicano di Michoacán, il 13 febbraio 1979. Figlio d'arte, ad insegnargli a giocare a calcio è stato suo papà, Rafael Márquez Esqueda, anche lui calciatore professionista.
Fin dalla tenera età Rafa affina la sua tecnica allenandosi da solo a calciare la palla contro un muro. Inoltre gioca per strada con bambini di età più grande, e questo gli permette di migliorare e di accrescere la propria personalità.
A 13 anni come suo fratello Carlos Mauricio entra a far parte del Settore giovanile dell'Atlas di Guadalajara, unendo la passione calcistica agli studisuperiori presso il Colegio Francisco I. Madero. Marquez compie tutta la trafila a livello giovanile, mettendosi in luce come grande talento, e a soli 17 anni fa il suo esordio in Prima divisione messicana contro il Pumas UNAM.
Agisce da difensore centrale e nelle sue prime tre stagioni da calciatore professionista, dal 1996 al 1999, in una squadra composta da giovani emergenti, colleziona con l'Atlas 77 presenze segnando anche 6 goal. Viene quindi notato dagli osservatori del Monaco dopo la Copa America 1999 disputata con il Messico.

Il club del Principato ne acquista il cartellino per 6 milioni di dollari, e Marquez a 20 anni lascia dunque il suo Paese per affermarsi in Europa. L'impatto del difensore nella squadra guidata da Claude Puel è devastante. Marquez debutta in Ligue 1 alla 3ª giornata di campionato, il 14 agosto 1999, nella partita vinta con un netto 4-0 contro il Bastia.
La prima stagione con la squadra biancorossa consacra il messicano come uno dei difensori emergenti più interessanti del panorama mondiale, visto checon il Monaco conquista subito la Ligue 1 e viene votato come miglior difensore del campionato francese. Nei successivi tre anni aggiunge al suo palmarès anche la Supercoppa di Francia nel 2000 e la Coppa di Lega francese nella stagione 2002/03.
Nelle quattro stagioni con i monegaschi colleziona complessivamente 114 presenze e 5 goal e ha modo di fare le sue prime esperienze in Coppa UEFA e in Champions League.
GLI ANNI D'ORO E I TRIONFI CON IL BARCELLONA
Il nome di Marquez inizia a circolare fra le grandi d'Europa. Particolarmente interessate al difensore messicano sono le due big di Spagna, Real Madrid e Barcellona, che provano ad assicurarsi le sue prestazioni. I primi a farsi avanti nel 2001 sono i Galacticos, ma l'affare, che avrebbe potuto concretizzarsi nel 2002, come svelerà nel 2022 il difensore messicano, salterà a causa di Ronaldo Il Fenomeno.
"Il secondo anno che ero al Monaco ho avuto contatti importanti con il Real - racconterà ai microfoni di 'El Chiringuito TV' -. Le conversazioni sono andate avanti e c'era la possibilità di giocare per i famosi Galacticos. Ma Ronaldo poi si mise di mezzo e sfortunatamente non se n'è fatto più nulla... All'epoca in Messico tifavamo tutti Real perché ci aveva giocato Hugo Sánchez, e io stesso sarei voluto andare a Madrid".
L'episodio è lo sliding doors della carriera di Marquez, che nel 2003, dopo quattro stagioni con il club del Principato, approda invece al Barcellona, lo storico rivale dei Blancos. I catalani se lo assicurano versando 5 milioni di euro nelle casse del Monaco e il difensore diventa il primo messicano della storia del club.
Il 3 settembre 2003 Marquez fa il suo debutto nella Liga spagnola nel pareggio per 1-1 del Camp Nou contro il Siviglia e inizia così un'avventura con i colori blaugrana che durerà 7 stagioni e segnerà il periodo d'oro della carriera calcistica del giocatore messicano.
Dotato di un buon fisico (un metro e 84 centimetri di altezza per 74 chilogrammi di peso forma) Rafa Marquez si alternerà nei ruoli di difensore centrale e centrocampista difensivo e a partire dalla terza stagione inizierà a vincere trofei. Nel 2004/05, infatti, i catalani, sotto la guida tecnica dell'olandese Frank Rijkaard vincono la Liga, e nella stagione seguente fanno il bis in campionato e si aggiudicano la Supercoppa di Spagna e la Champions League, quest'ultima battendo 2-1 l'Arsenal di Thierry Henry nella finale di Parigi, dopo aver eliminato in semifinale il Milan di Ancelotti.
Il messicano è un titolare e una pedina fondamentale dello storico successo blaugrana (il 2° nella storia del club 13 anni dopo il primo), e proprio al termine della stagione 2005/06 ha prolungato il suo contratto con il club catalano per altri 4 anni.
Getty ImagesDopo aver vinto la 2ª Supercoppa di Spagna e perso nel 2006/07 sia la Supercoppa Europea, sia il Mondiale per club, contro Siviglia e Internacional de Porto Alegre,tre anni dopo, nel 2008/09, con Pep Guardiola alla guida e il suo celebre tiki-taka, il Barcellona torna a trionfare e conquista la Coppa del Re battendo 4-1 al Mestalla di Valencia l'Athletic Bilbao, la Liga (la 3ª vinta da Marquez) e un'altra Champions League, stavolta battendo 2-0 allo Stadio Olimpico di Roma il Manchester United di Sir Alex Ferguson.
Marquez vive tuttavia da spettatore il suo 2° trionfo europeo, essendo costretto a saltare la finalissima e la semifinale di ritorno contro il Chelsea per un infortunio al menisco. Nel 2009/10 il difensore arricchisce ulteriormente il suo palmarès con una terza Supercoppa spagnola, la Supercoppa Europea (1-0 sullo Shakhtar ma Marquez non è della partita), il Mondiale per Club (2-1 sull'Estudiantes cui il centrale assiste dalla panchina) e la 4ª Liga personale.
Ormai vittima di diversi problemi fisici, dopo un'ultima stagione che lo vede collezionare appena 23 presenze e un goal fra tutte le competizioni, Marquez e il Barcellona si separano nell'estate 2010 con un bilancio di 242 presenze e 13 goal.
"Il mio cuore sarà sempre blaugrana - affermerà la leggenda messicana -. Dopo esser entrato a far parte del Barcellona mi sono innamorato di questo club e ho cambiato totalmente idea rispetto a quanto pensavo da giovane".
GettyMR. 5 MONDIALI
L'avventura in Nazionale di uno dei giocatori più forti della storia calcistica del Messico inizia curiosamente per un errore commesso dai collaboratori del Ct. del Tricolor, Bora Milutinovic. Il risultato è che per l'amichevole contro l'Ecuador del febbraio 1997 anziché l'attaccante e compagno di squadra di Rafa, César Márquez, il leggendario selezionatore si ritrova in squadra il promettente difensore.
Bora, preso atto dell'errore in sede di chiamata, decide di tenere Rafa nella rosa e lo fa esordire il 5 febbraio 1997, poco prima di compiere 18 anni, mandandolo in campo nel corso della ripresa. Il Messico vince quella partita per 3-1.
Inizia così il percorso di colui che sarà presto soprannominato il 'Kaiser di Michoacán' o 'Kaiser di Zamora' in riferimento al grande Franz Beckenbauer al suo luogo di nascita. La svolta col Messico arriva nel 1999, quando Marquez, dopo 5 presenze e 2 goal con il Messico Under 20 ai Mondiali di categoria, partecipa da titolare prima alla Copa America (3° posto) poi alla Confederations Cup, conquistata grazie ad una leggendaria vittoria per 4-3 in finale sul Brasile allo Stadio Azteca di Città del Messico il 4 agosto.
È il primo e più prestigioso dei 3 successi che Rafa coglie nei 19 anni in cui porta sulle spalle la maglia verde del Messico: si aggiungeranno infatti due Gold Cup vinte nel 2003 e nel 2011. Ma ad impressionare sono i numeri del centrale difensivo, che in Nazionale giocherà 5 Mondiali (2002, 2006, 2010, 2014 e 2018, record assoluto condiviso con Antonio Carbajal, Lothar Matthäus, Gianluigi Buffon, Lionel Messi e Cristiano Ronaldo), 6 Coppe America, 4 Gold Cup e 3 Confederations Cup, collezionando 153 presenze (3° di sempre) e 18 reti.
Getty ImagesIl debutto nei Mondiali avviene a Corea e Giappone 2002. In questa occasione il forte difensore indossa la fascia da capitano della sua squadra e incrocia per la prima e unica volta in carriera l'Italia, guidata da Giovanni Trapattoni, nel girone del primo turno. Il pareggio per 1-1 contro gli azzurri permette al Tricolor di aggiudicarsi il 1° posto con 7 punti, ma agli ottavi arriva una cocente eliminazione ad opera degli Stati Uniti. Rafa cede dal punto di vista nervoso, rifila un calcione e una capocciata a Cobi Jones e viene espulso dall'arbitro a pochi minuti dalla fine della gara.
Ai Mondiali 2006, in Germania, Marquez arriva nella massima condizione di forma, ma il suo Messico dopo aver superato la prima fase senza convincere è opposto all'Argentina agli ottavi di finale. Rafa apre le marcature al 6', facendo valere le sue qualità su calcio di punizione, tuttavia l'Albiceleste compie la rimonta pareggiando con Crespo e ottenendo la vittoria nei supplementari con Maxi Rodríguez.
Il terzo Mondiale per Rafa è quello di Sudafrica 2010. Il difensore trova il suo 2° goal nella Fase finale impattando il risultato sull'1-1 nel match inaugurale contro i Bafana Bafana. El Tricolor passa nuovamente la prima fase ma l'Argentina, avversaria agli ottavi, si rivela ostacolo insormontabile e si impone 3-1 nel derby americano.
Nel 2014, in Brasile, Marquez stabilisce il record di essere il primo giocatore della storia dei Mondiali ad indossare la fascia da capitano in 4 edizioni consecutive. Il Messico gioca un girone eliminatorio di alto livello, battendo il Camerun all'esordio, pareggiando con i padroni di casa e affossando 3-1 la Croazia, con il primo goal di testa firmato da 'El Grande Capitán', altro soprannome con cui viene spesso designato il classe 1979.
Marquez si toglie dunque la soddisfazione di segnare da difensore in tre edizioni consecutive dei Mondiali (altro primato), tuttavia la combina grossa agli ottavi. Opposto stavolta all'Olanda, El Tricolor pareggia 1-1 fino a pochi minuti dalla fine, quando Rafa stende in area Robben. Per l'arbitro è rigore, che Huntelaar trasforma, eliminando i centroamericani. Per Rafa una profonda delusione con quello che resta l'errore più pesante della sua carriera.
A mitigarla la gioia del quinto Mondiale della sua carriera, arrivata nell'edizione 2018 in Russia. Qui il numero 4 gioca le sue ultime 3 gare con il Messico, 2 nella fase a gironi, subentrando nella ripresa, e da titolare l'ottavo di finale perso 2-0 contro il Brasile, entrando definitivamente nella leggenda.
Getty ImagesFRA MLS E MESSICO
A livello di club, dopo aver vinto tutto con il Barcellona, Marquez, attratto dalla MLS, firma con i New York Red Bull. Dopo 2 anni e mezzo negli Stati Uniti, nei quali disputa 50 partite segnando una rete, fa tuttavia ritorno in patria e il 12 dicembre 2012 si accorda con il León.
In poco più di due stagioni di permanenza nel club, gioca 58 partite con un goal e arricchisce ulteriormente il suo palmarès con la vittoria di due campionati nazionali, l'Apertura 2013 e il Clausura l'anno seguente.
GettyIN SERIE A CON IL VERONA
Un po' a sorpresa, all'età di 35 anni gli si presenta l'occasione di un ritorno in Europa e Rafa, che dopo i tanti anni in Spagna ha anche il passaporto comunitario, non se lo lascia sfuggire. A cercarlo è il Verona del presidente Maurizio Setti.
Marquez fa il suo esordio in Serie A il 31 agosto 2014 nel pareggio in trasferta per 0-0 della 1ª giornata contro l'Atalanta. I gialloblù con 'El Grande Capitán' nelle loro fila sognano in grande ma sono costretti ad una stagione in cui devono lottare per non retrocedere.
L'esperto centrale difensivo messicano, pur senza eccellere, dà il suo contributo con 26 presenze (più 3 in Coppa Italia) e la squadra, guidata da Andrea Mandorlini, che ha in Luca Toni il suo bomber, chiude il campionato con un 13° posto finale che vale la permanenza nel massimo campionato. A far notizia sono però le 3 espulsioni rimediate dal numero 4 con Milan, Sampdoria e Udinese, primato di un giocatore in quella stagione.
L'avventura di Rafa Marquez con gli scaligeri prosegue nel 2015/16, madurerà soltanto altri sei mesi: l'avvio del Verona è disastroso, e dopo il cambio di allenatore, con Mandorlini sostituito dalla società con Luigi Delneri, il difensore saluta a dicembre, giocando la sua ultima gara 'italiana' a San Siro contro il Milan (pareggio per 1-1).
L'esperienza al Verona si chiude quindi con 39 presenze, di cui 10 nel 2015/16. Il club veneto lo saluta conferendogli tutti gli onori del caso.
"Grazie Rafa Marquez. Un onore aver fatto parte della tua straordinaria carriera - scrivono i gialloblù su Twitter - e buona 'fortuna' per la tua nuova vita".
Il presidente Setti lo rimpiangerà a lungo.
"Penso che se fosse stato allenato da Juric- sosterrà anni dopo - avrebbe mostrato le sue grandi qualità, che purtroppo al Verona non è riuscito ad esprimere".

L'INSERIMENTO NELLA BLACK LIST STATUNITENSE
Gli ultimi anni della carriera di Marquez sono caratterizzati anche da un fatto che con il calcio e lo sport c'entra poco: nell'agosto del 2017 il giocatore è stato infatti inserito dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti nella black list per presunti legami con Raúl Flores Hernández, uno dei maggiori boss del narcotraffico messicano, e tutte le sue società e i suoi beni detenuti negli Stati Uniti sono stati congelati.
A causa della sanzione, durante i Mondiali di Russia 2018 Marquez deve osservare tutta una serie di restrizioni: non ha potuto avere nulla a che fare con aziende statunitensi, tanto da essere costretto a indossare una maglia diversa dai compagni durante gli allenamenti e a non bere l'acqua dalle stesse bottigliette.
Oltre a questo il giocatore, pena rischiare una severa pena (in caso di violazione delle norme la legge americana prevede fino a 30 anni di carcere) fra le altre cose non ha potuto essere intervistato a bordo campo a causa del tabellone pubblicitario con loghi di società americane, non ha potuto partecipare a conferenza stampa in cui fossero presenti moderatori americani e non ha potuto neppure essere nominato migliore in campo dato che il premio era sponsorizzato dalla birra statunitense Budweiser.
Le limitazioni non hanno impedito al difensore di stabilire il primato dei 5 Mondiali disputati in carriera. Il nome di Marquez è stato infine rimosso dalla lista nera statunitense nel mese di settembre del 2021 e ha riavuto le sue società e i suoi beni detenuti nel Paese americano.

GLI ULTIMI ANNI E IL RITIRO
Lasciata l'Italia, Rafa Marquez fa ritorno all'Atlas di Guadalajara, il club con cui tutto era iniziato, nel quale, dopo altri 2 anni e mezzo completa il suo percorso da 135 presenze e 7 goal con i rossoneri, chiude la sua lunga carriera calcistica nel 2018 all'età di 39 anni.
Nella vita privata, dopo la fine della relazione con la prima moglie, l'attrice messicana Adriana Lavat, dalla quale ha avuto due figli, Santiago e Rafaela, la leggenda messicana si è risposato in seconde nozze con Jaydy Michel, ex mogliedel cantante Alejandro Sanz.
Per un anno, dal 2018 al giugno 2019, ricopre la carica di presidente dell'Atlas. Successivamente, tornato in Spagna, dopo aver vinto da calciatore 20 trofei complessivi, 17 a livello di club e 3 con il Messico, Rafa Marquez ha intrapreso la carriera da allenatore.
Inizia la sua nuova vita da tecnico nel 2020/21 con le Giovanili dell'Alcalá, per poi entrare a far parte dello staff tecnico del Barcellona, il club con il quale ha vinto tutto da calciatore. Nell'attuale stagione guida il Barcellona Atlétic, la seconda squadra blaugrana che milita nel Gruppo 2 della Primera Federación, la Serie C spagnola.
Impegnato nel sociale, Marquez ha aperto nel 2005 la Fondazione che porta il suo nome al fine di aiutare i bambini messicani affinché abbiano pari opportunità restino lontani dai vizi sociali.Il leggendario difensore ha inoltre aperto una clinica di riabilitazione che aiuta a guarire dagli infortuni sportivi a Puerto Vallarta.
Amante della letteratura, ha affermato che il suo libro preferito è 'Cent'anni di solitudine', il romanzo capolavoro del suo omonimo Gabriel García Marquez.
