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Miralem Pjanic Andre Iniesta Barcelona Juventus Champions LeagueGetty Images

Qualità e personalità: Pjanic sempre più leader della Juventus

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Nel primo tempo di Barcellona, dispensando lampi di classe qua e là, Miralem Pjanic ha trascinato la Juventus: tecnicamente e caratterialmente. Profondendo grande personalità contro i fenomeni blaugrana, il genio bosniaco ha palesato una crescita perentoria. Un'evoluzione fatta di cose semplici ma fondamentali. Un percorso che, attraverso le giuste fasi, potrebbe portare il regista bianconero a ottenere la definitiva consacrazione europea.

Prestazioni che non fanno più notizia e che, contemporaneamente, offrono chiavi di lettura interessanti. Al Camp Nou, così come accaduto a l Millennium Stadium di Cardiff, il 27enne centrocampista di Tuzla per 45' è stato pressoché perfetto. Dopodiché, flessione. Corale e individuale. Cala l'ex giallorosso, si spegne la luce. In Galles a causa di un problema fisico. In terra catalana, invece, semplice sfiducia progressiva. Detto questo, pur in svantaggio, Pjanic non ha mai perso la bussola; qualche giocata forzata, ma sempre tanto fosforo a comporre il quadro.

Centrocampo a due o a tre, ormai, è la stessa cosa. Insomma, il bosniaco racimola costantemente riscontri positivi. La discontinuità dei tempi capitolini appartiene al passato. Si vede, in tal senso, la mano di Max Allegri. L'allenatore livornese, sponsor primario dell'acquisto di Pjanic nella passata sessione estiva, considera il suo 5 l'elemento perfetto per dettare i tempi della linea metodista. E, oltre alla consuetà qualità, tengono banco anche i parametri relativi alla quantità.

Tra Chievo Verona e Barcellona, a testimonianza di come Pjanic sia migliorato anche in interdizione, ben 23 possessi guadagnati. Inoltre, sempre in questi due impegni, il bosniaco è stato – in entrambe le gare – l'uomo ad aver toccato più palloni: 161. Contributi, specialmente quello in Spagna, da contestualizzare. Al Camp Nou, in termini di coperture e dinamismo, Matuidi ha spalleggiato sensibilmente la causa. Copione offerto, seppur in tono minore, da Bentancur.

Il Piccolo Principe, così soprannominato da Francesco Totti, costruisce e distrugge. Repertorio basilare per diventare, a tutti gli effetti, un fuoriclasse. Allegri sembra pronto ad insistere sul 4-3-3, sistema di gioco che richiede grande sacrificio in entrambe le fasi. In edificazione, dopo la partenza di Leonardo Bonucci, il punto di riferimento è diventato Miralem. Guai, però, a sottovalutare il generoso lavoro sporco. Parlare di ruba-palloni, valutando anche le doti del prospetto, sarebbe poco corretto. Ma questo Pjanic, perfezionandosi ininterrottamente, alla Juventus ha imparato a fare tutto. Scusate se è poco.

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