Ci sono storie di mercato che, inevitabilmente, catturano l’attenzione collettiva e che hanno il potere di diventare tormentoni: magari anche per più sessioni. Nomi che non passano mai di moda, anzi, che si rafforzano con il trascorrere delle primavere. Non sorprende, quindi, che Gigio Donnarumma venga ancora accostato alla Juventus. E, a tal proposito, in futuro gli occhi vanno mantenuti ben aperti per non dire spalancati. Vuoi perché, storicamente, i bianconeri spesso e volentieri si sono affidati al numero uno della Nazionale italiana, vuoi perché semplicemente le vie del mercato sono infinite.
Donnarumma la Juve l’ha sfiorata, eccome, a partire dalla linea verde. Proprio come confermato a distanza di tempo da Fabrizio Ravanelli, ex tecnico delle giovanili zebrate, intervistato da Tuttosport.
“E come faccio a dimenticarmelo? Era mostruoso già all’epoca. Aveva il fisico di adesso, però in un ragazzino di 12 anni. o il ricordo di un ragazzino potente, esplosivo, impressionante: parava tutto. Tanto che, siccome nessuno dei nostri ragazzi riusciva a segnare a Donnarumma dal limite dell’area, lo sottoponemmo a una scarica di tiri all’altezza del dischetto del rigore. Ma era comunque quasi impossibile fargli goal. Lasciava tutti a bocca aperta. Era un ragazzo differente dagli altri. Adesso è facile dirlo, ma già all’epoca comunicai al responsabile dei portieri che questo ragazzo andava preso subito perché sarebbe diventato un top assoluto”-
Il resto è (già) storia. Con l’approdo al Milan, un percorso da predestinato, tra alti e bassi con l’ambiente. L’ultimo, basso, sfociato nell’addio a parametro zero. E, a tal proposito, le sirene juventine – ma guarda un po’ – non sono mancate. Già, perché prima che Gigio approdasse al PSG, la Vecchia Signora ci ha pensato concretamente: più incontri con il suo entourage discorso impostato su solide basi, ma con un problema da risolvere: trovare una sistemazione a Wojciech Szczesny.
Nulla da fare, complicato trovare una sistemazione all’estremo difensore polacco, legato a Madama da un contratto da circa 7 milioni netti annui. Allora ecco la fiammata parigina, decisa e decisiva, a chiudere qualsiasi discorso. E, dopo una prima stagione all’insegna dell’apprendistato transalpino, l’attualità parla di un giocatore chiave nel nuovo corso targato Christophe Galtier. In parole povere, Donnarumma è titolarissimo, ragion per cui Keylor Navas fino al gong dell’ultima sessione di mercato ha provato a trovare un’altra collocazione: ogni riferimento al Napoli è puramente voluto.
Gigio si gode il percorso e, stando ai ben informati, non guarda troppo in là. Tradotto: dare il massimo per il Paris Saint-Germain. Stop. E se del doman non v’è certezza, la sensazione è che la porta della Juve sia ben blindata anche grazie all’ascesa di Mattia Perin, sempre più protagonista di questo avvio di stagione.
Altro giro, altro nome che non passa mai di moda: Marco Verratti. Ormai veterano del PSG, il 29enne centrocampista abruzzese in passato è stato anch’egli a un passo dalla Juve. Lui, giovane di belle speranze di proprietà del Pescara. Lei, una Juve in ascesa, proiettata a governare il mercato italiano assicurandosi i talenti più rosei. Sembrava tutto fatto: ma proprio tutto. Si dice che a far saltare l’operazione fu lo stipendio di Ouasim Bouy (finito nel dimenticatoio), che sarebbe dovuto entrare nell’affare, versione che – secondo radiomercato – tanto leggenda non è. Morale della favola? Fumata nera sul più bello. E anche qui gli aneddoti raccontati all’Equipe non mancano:
“Marco aveva stretto un accordo con la Juve di cui era tifoso – così nelle puntate precedenti l’ex agente Donato Di Campli – ma le due società non hanno trovato l'intesa. L'ha spuntata il PSG perché ha pagato la cifra chiesta dal Pescara. Credeva in Marco ed è stata importante la presenza di Leonardo”. Maledetta nostalgia…




