“Mi chiamavano ‘Veleno’ forse perché non mollo mai, perché sono fastidioso”: questa storia ha più di un protagonista, tutti complici di uno dei più grandi inganni narrativi che il calcio abbia mai conosciuto. A parlare, nell’incipit, è Luca Cattaneo, talentuoso trequartista che ha vissuto la sua carriera nelle serie minori, ma che, viste le qualità, avrebbe tranquillamente potuto militare in Serie A per anni, se non fosse stato per i tanti, troppi infortuni che ne hanno penalizzato l’esplosione.
Fatto sta che, a sentirlo parlare, lui era lì: era a Como, il giorno del più famoso provino di Lionel Messi, concluso con lo scarto finale e i tanti rimpianti affidati ai microfoni e ripescati a ogni Pallone d’Oro vinto dalla “Pulce”.
“Mio padre mi aveva accompagnato al provino e rimase stregato. Mi affacciavo al calcio vero e a pochi metri da me c’era quello che oggi è il più forte al mondo. Sono stato preso io. Per una volta mi hanno preferito a Messi, anche se non eravamo in concorrenza perché lui è più piccolo di me di due anni. Ovviamente non c’è paragone: lui è il più forte di tutti, è il mio idolo”, ha raccontato a Il Secolo XIX.
Il rapporto tra Messi e l’Italia sta tutto qui: nel racconto di una giornata che sembrerebbe aver irreversibilmente segnato la storia del calcio, creando una ramificazione nella grande linea del tempo, alterando il multiverso.
È anche e soprattutto la matrice di qualsiasi speculazione posta in essere nei primi anni 2010, nel periodo di massima espressione del “Diez” al Barcellona: più numerosi erano gli avversari saltati da Messi, più erano le citazioni al provino con il Como. In continuo e reciproco rapporto di parallela e tacita convivenza.
Ecco, tacita: perché di testimonianze storiche, in realtà, tralasciando le dichiarazioni di alcuni tra i presenti, ce ne son poche. Il secondo protagonista della nostra storia è Enrico Preziosi, ex presidente del Genoa e proprietario proprio del Como tra il 1997 e il 2003, anno in cui sarebbe avvenuto il più clamoroso scarto che il calcio possa mai ricordare, almeno a parole.
“Venne da noi per un provino, aveva 15 anni e lo scartammo. Non si decise di prenderlo per varie situazioni del Como: ogni tanto si fa qualche errore”.
Un errore da poco, insomma, di quelli che si fanno alla Playstation, ma che non ci si può permettere nella realtà. Pazienza. Ad avvalorare la tesi, e a darle sostanza, l’intervista rilasciata a Gazzetta TV nel 2015, occasione in cui Preziosi ha pure parlato di cifre e dettagli relativi all’investimento.
“A me venne segnalato il giocatore da Favero, il nostro osservatore in Argentina. All'epoca bisognava investire 50mila dollari oltre che sui genitori".
Persino in occasione della Finalissima di Wembley, stravinta dall’Argentina contro l’Italia di Roberto Mancini, qualcuno ha tirato fuori il ricordo di quel giorno, con il classico “pensate, avremmo potuto vederlo giocare in Italia, se solo il Como non l’avesse scartato”.Ma magari.
L’ultima volta che Messi è stato accostato al nostro Paese in maniera insistente risale, chiaramente, all’estate del 2020 e allo spot utilizzato da Suning TV per presentare la sfida tra l’Inter e Napoli: l’ombra della “Pulce” proiettata sul Duomo di Milano. Il web esplode.
TwitterÈ un periodo strano, quello: si parla sempre più insistentemente del rinnovo dell’argentino con il Barcellona e della possibilità di un clamoroso addio ai blaugrana, divenuto realtà un anno dopo, con il trasferimento al PSG. Insomma, dalle parti di San Siro ci credono tutti, anche perché di smentite non ne arriva mezza. Persino Massimo Moratti, ex presidente nerazzurro, si espone in maniera decisa a “Radio Kiss Kiss”, in quei giorni.
“Alle volte i sogni si avverano, specialmente nel calcio. Ed il fatto che il papà abbia acquistato casa a Milano, vicino alla sede dell'Inter, spero che possa significare qualcosa sotto questo punto di vista. Magari, per firmare il contratto andrà a piedi...".
Ovviamente, adesso, a ripensare a questa storia viene anche un po’ da sorridere: ma in quei giorni, che ricordiate o meno, tutti ne parlarono con toni più o meno concreti. Messi, in Serie A, non è mai arrivato, però: gran peccato. Catartico, quasi: possiamo dire, con un po’ di irriverenza, che ci siam salvati dalle infinite dirette TV sull’arrivo in aeroporto, sulle visite e sulla firma. Va bene così, insomma.
Tornando a “Veleno” Cattaneo, invece, la sua carriera ha preso una piega decisamente diversa rispetto a quella della “Pulga”: nel 2018, ad esempio, firma con la Reggiana, lasciando il Brescia. Nelle settimane successive, presentandosi alla piazza, ha rispolverato il ricordo di quel provino, ma ha aggiunto dettagli importanti a chiudere la nostra storia, verso lo scioglimento finale.
“Collegammo la cosa diverso tempo dopo, quando Enrico Preziosi dichiarò in tv questo aneddoto”, ha spiegato a TuttoC.
Qual è il punto? Che Lionel Messi, da Como, non ci è mai passato, se non in vacanza. E per quanto dura sia da digerire, questa è la realtà dei fatti. La versione di Preziosi, il vero protagonista di questa vicenda, così come quella di Cattaneo, ovviamente complice inconsapevole, è stata smentita dall’idea del 'Corriere di Como' che, un giorno, ha deciso di indagare seriamente, chiedendo direttamente all’ufficio stampa del Barcellona lumi sulla vicenda.
“Leo Messi non è mai stato a Como per fare provini con alcuna squadra”.
E fine della storia: quella del provino mai tenuto da Messi con il Como, dei rimpianti ingiustificati del calcio italiano per essersi lasciato sfuggire uno dei più grandi calciatori di sempre. Se non è troppo, però, desideriamo crederci ugualmente, per quell’insana voglia di sentirci parte del suo vissuto e della carriera di una leggenda, a cui si è sempre creduto sia stato preferito “Veleno” Cattaneo. E così sia.
