Il calcio italiano non si trova ad affrontare un momento semplice, sia dal punto di vista prettamente sportivo che extracalcistico: l'assenza della Nazionale ai Mondiali in Qatar pesa tantissimo, ma ai vertici del sistema c'è da fare i conti con alcune questioni.
Una di queste è la situazione che segue le vicende del procuratore AIA Rosario D'Onofrio, arrestato con accuse di traffico internazionale di droga a metà dello scorso novembre. Dopo il coinvolgimento e l'arresto, D'Onofrio si è dimesso (era stato sospeso a ottobre), con l'AIA che ha affermato di aver appreso con sorpresa la notizia dell'indagine portata avanti dalla Guardia di Finanza e di non essere a conoscenza di un'altra indagine culminata nel 2020 con un provvedimento restrittivo.
"L’Associazione Italiana Arbitri è stata quindi vittima ed indotta in errore con una gravissima e dolosa omissione di comunicazioni previste dal Regolamento associativo. Un vero e proprio tradimento che ha creato un serio danno d’immagine a tutta l’AIA che, è bene ricordarlo, non ha a disposizione poteri istruttori per esercitare un’opera di verifica e controllo di quanto dichiarato dagli associati", recitava la nota.
Il capo della Procura della FIGC, Giuseppe Chinè, nelle scorse ore ha notificato l'atto di chiusura delle indagini sulla vicenda di D'Onofrio.
Nel corso delle stesse sarebbero emersi "comportamenti disciplinarmente rilevanti" dell'attuale presidente dellAIA, Alfredo Trentalange, che come riportato da ANSA adesso rischia il deferimento.
Il 19 dicembre si terrà un Consiglio Federale con la "Situazione AIA: provvedimenti conseguenti" tra i punti all'ordine del giorno che verranno discussi dal presidente della FIGC Gabriele Gravina.