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Pinga - InternacionalGetty Images

Pinga, il tragico incidente con Taddei e l'iconica bandana

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Trequartista mancino molto veloce e dotato di un gran tiro, André Luciano Da Silva, per tutti Pinga, arriva in Italia alla fine degli anni Novanta del secolo scorso e nel giro di qualche anno diventa grande protagonista in Serie B con le maglie di Siena e Torino.

Nel 2003 un tragico incidente stradale segna per sempre la sua vita, senza impedirgli però di riprendere a giocare ad alti livelli. Lasciata l'Italia, ottiene grandi successi in patria con l'Internacional, prima di andare a giocare anche in Medio Oriente, togliendosi anche la soddisfazione di essere compagno di squadra di Fabio Cannavaro.

PINGA IN ITALIA E L'ESPLOSIONE CON IL TORINO

Nato a Fortaleza, nello Stato di Ceará, nel Nord Est del Brasile, il 27 aprile 1981, Pinga come accaduto in passato a diversi suoi connazionali, inizia a giocare a calcio in spiaggia e sviluppa grandi qualità tecniche. I suoi primi passi sono nel Futsal ma viene notato dal Ceará, entrando a far parte a 14 anni del Settore giovanile del club e l'anno seguente, nel 1997, passa con la Prima squadra debuttando giovanissimo fra i professionisti.

Nel 1998 passa al Vitória di Salvador de Bahia e continua il suo percorso di crescita, confermandosi nel 1999 anche con la maglia della Juventus di San Paolo. Il ragazzo sogna l'Europa e fa provini con Ajax, Real Madrid e Juventus (quella italiana), senza convincere i potenziali acquirenti.

Su di lui decidono di puntare però il presidente del Torino Massimo Vidulich, che ha avuto ottime referenze dagli osservatori granata in Sud America, e il tecnico Emiliano Mondonico. Pinga, così chiamato dal nome di una bevanda brasiliana molto alcolica e ubriacante (un'acquavite di canna da zucchero) come i suoi dribbling, sbarca in Serie A in prestito con diritto di riscatto e viene subito aggregato alla Prima squadra del club piemontese.

Il debutto arriva il 28 novembre 1999 nella sfida contro il Perugia, terminata 1-1, ma è contro il Milan al Delle Alpi il 16 aprile 2000 che il giovane brasiliano si rivela in tutte le sue potenzialità segnando una doppietta. Prima pareggia la rete iniziale di Ambrosini con un bel colpo di testa, sfruttando un assist di Mendez.

Quindi controlla al volo un cross di Pecchia, salta Chamot con uno stop a seguire di petto e con uno spettacolare pallonetto da posizione defilata infila Abbiati per il 2-1 granata. I 3 punti sarebbero fondamentali per la salvezza della squadra di Mondonico, ma il pareggio di Guglielminpietro rovina la festa di Pinga e compagni. Il Torino retrocede in Serie B, Pinga però ha convinto e il suo cartellino viene acquisito a titolo definitivo dal nuovo patron Cimminelli.

In Serie B con 22 presenze e 2 goal dà il suo contributo al pronto ritorno in Serie A del Torino. In estate è protagonista dei Mondiali Under 20 con il Brasile, e in patria si parla di lui come 'Nuovo Rivaldo'. Nel 2001/02 tuttavia, dopo 5 presenze in Serie A, a dicembre è ceduto in prestito al Siena, in Serie B, per maturare esperienza.

LA PROMOZIONE CON IL SIENA E L'INCIDENTE CON TADDEI

Gli anni in Toscana sono quelli della definitiva esplosione per Pinga. Nella prima stagione, sotto la guida di Papadopulo, segna 4 goal in 20 partite, ma l'anno della consacrazione è il 2002/03, quando va a segno 7 volte in 34 presenze, mantiene un rendimento elevato per tutta la stagione e dà un contributo elevato per la vittoria del campionato di Serie B per i toscani, che conquistano una storica promozione in Serie A.

Dopo l'ultima gara della stagione contro la Salernitana, però, arriva il tragico incidente che segnerà per sempre la vita di Pinga. Il trequartista, assieme al suo compagno di squadra Rodrigo Taddei, e ad altri tre amici suoi connazionali, fra cui il fratello minore dello stesso Taddei, si mettono in viaggio nelle prime ore della mattina di domenica 8 giugno per raggiungere l'aeroporto di Malpensa e far ritorno in Brasile nonostante la festa in piazza organizzata in città in serata. 

L'auto su cui viaggia il gruppo, una Renault Megane Scenic, evidentemente ha una gomma forata e viene montato il ruotino di scorta. Poco dopo le 6 del mattino, lo scoppio di quest'ultimo fa sbandare la vettura, che si schianta contro lo spartitraffico in new jersey e cappotta più volte prima di fermarsi con le ruote per aria e incendiarsi mentre si trovava a circa un chilometro da Fiorenzuola, in provincia di Piacenza, nella carreggiata nord sull'autostrada del Sole.

Lo schianto è fatale a Leonardo Taddei, che è sbalzato fuori dalla vettura e muore sul colpo. Feriti tutti gli altri, ma non in pericolo di vita: Pinga e i due amici sopravvissuti vengono portati all'ospedale di Fiorenzuola, mentre Rodrigo Taddei è trasportato all'ospedale di Piacenza. I due calciatori se la caveranno con qualche ferita e acciacco, ma la tragedia segnerà per sempre le loro esistenze. Il Siena deciderà di annullare la festa promozione in piazza.

L'ICONICA BANDANA E IL RITORNO IN BRASILE

Nel 2003/04 il Torino, retrocesso nuovamente in Serie B, riporta Pinga alla base. Il giocatore brasiliano, per coprire le cicatrici sulla testa, scende in campo indossando una bandana granata. Visti i buoni risultati ottenuti con quest'ultima, decide di tenerla per il resto del campionato e diventa un idolo dei tifosi. Presto però la squadra granata, guidata da Ezio Rossi, scivola a metà classifica, e in seguito a un brutto girone di ritono chiude la stagione al 12° posto.

A questo punto Pinga decide di non indossare più quella bandana che a suo modo l'aveva reso un'icona granata. Il 2004/05 sarà la sua stagione migliore da quando è in Italia: gioca ad alti livelli con grande continuità, segna 8 reti in 40 partite nella stagione regolare più un goal nei playoff e dà un contributo importante per la promozione in Serie A del Torino. 

Quest'ultima però resterà soltanto sulla carta: il Torino non sarà infatti ammesso per inadempienze finanziarie e grazie al Lodo Petrucci potrà ripartire dalla Serie B. I giocatori vengono svincolati e Pinga si accorda con il Treviso, neopromosso nella massima Serie, dove gioca con il connazionale Reginaldo. Quella in veneto è anche l'ultima stagione italiana per il brasiliano, che saluta con 3 reti in 24 gare e una retrocessione che non intacca l'affetto nei suoi confronti dei tifosi, di quelli granata in particolare.

Lasciata l'Italia, il trequartista fa ritorno in Brasile, approdando nel quotato Internacional di Porto Alegre per rimpiazzare la partenza delle stelle Rafael Sobis e Tinga. Con il Colorado vince una Copa Libertadores, un Mondiale per Club e una Recopa Sudamericana, togliendosi grandi soddisfazioni prima di andare a giocare in Medio Oriente.

L'ESPERIENZA IN QATAR E ALL'AHLY CON CANNAVARO

Finita l'esperienza con l'Internacional nel 2007, Pinga gioca alcuni anni in Qatar e negli Emirati Arabi. Indossa le maglie di Al-Wakra, Al-Gharafa, vincendo il campionato locale, Al-Wahda e Al-Ahli, dove è compagno di squadra di Fabio Cannavaro.

Chiude in patria con Santos e America di Minas Gerais, dopo aver regalato emozioni su varie latitudini, a 33 anni. Oggi si gode la vita in patria ed è entrato in società con Adriano, suo compagno di squadra ai tempi del Brasile Under 20. I tifosi granata, oltre che per la qualità delle sue giocate, lo ricorderanno sempre per quell'iconica bandana indossata inizialmente per un'esigenza estetica dopo l'incidente del 2003 e divenuta poi un suo tratto distintivo.

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