Detto. Come non detto. L'Italia è in preda all'emergenza riguardante il coronavirus. E, tra gli argomenti meno importanti, anche il calcio è in preda al panico. Lo si capisco come, a distanza di poche ore, si sia passati dal giocare a porte chiuse a non giocare proprio.
Decisione finale presa: rinviate al 13 maggio le cinque gare che si sarebbero dovute disputare senza sostenitori. Tra queste, l'attesissimo incontro Juventus-Inter. La voce ufficiale della Lega Serie A:
"Considerato il susseguirsi di numerosi interventi normativi urgenti da parte del Governo per rispondere a questa straordinaria emergenza a tutela della salute e della sicurezza pubblica. l Presidente della Lega Nazionale Professionisti Serie A comunica che sono rinviate le seguenti gare della settima giornata di ritorno del Campionato di Serie A TIM, inizialmente previste a porte chiuse: Juventus-Inter, Milan-Genoa, Parma-Spal, Sassuolo-Brescia, Udinese-Fiorentina. La data di recupero delle predette gare è fissata per il giorno mercoledì 13 maggio 2020. La finale di Coppa Italia sarà conseguentemente programmata per il giorno mercoledì 20 maggio 202 0".
Una decisione, presa al fotofinish, che ha scatenato le polemiche di rito. Con l'ad dell'Inter, Beppe Marotta, ad analizzare la situazione ai microfoni di 'Sky Sport':
"Come cittadino, essendo una situazione di emergenza, ho grande rispetto dei provvedimenti a tutela della salute di tutti, ma da dirigente sportivo sono molto preoccupato, soprattutto guardando a un calendario tanto compresso di impegni ".
Da comprendere, inoltre, i modus operandi della società. La Juventus, ad esempio, dovrà analizzare la situazione dei tagliandi venduti per il derby d'Italia, che potrebbero essere validi in vista del recupero. Tutelando, al tempo stesso, i ricavi per quella che potrebbe diventare la gara scudetto.




