Se a partire da domenica 13 giugno la Macedonia sarà protagonista per la prima volta di un torneo importante come l’Europeo, lo deve innanzitutto a Goran Pandev. L’uomo della storia, il giocatore più titolato e rappresentativo, quello del Triplete dell’Inter di Mourinho, che al Vate di Setubal ha “rubato” anche la corazza, la sfrontatezza e la schiettezza, la capacità di attirare su di sé il “rumore dei nemici”, in modo che compagni e staff possano serenamente pensare al campo.
Ecco, la Macedonia avrà il vantaggio di poter affrontare questa esperienza con serenità, senza troppe pressioni, con la consapevolezza che qualsiasi risultato positivo dovesse arrivare, sarebbe un qualcosa in più. Con questo atteggiamento, però, Pandev e compagni hanno recentemente espugnato Duisburg e battuto la Grande Germania. Ed è proprio questo atteggiamento che ha consentito alla Piccola Macedonia di conquistarsi Euro 2021. E nell’appellativo “Piccola”, non c’è assolutamente nulla di riduttivo. Anzi.
Neanche a dirlo, il goal qualificazione lo ha segnato un certo Goran Pandev. Uno che a 38 anni, dopo aver vinto praticamente tutto in carriera, nonostante mille difficoltà, e un rapporto non certo idilliaco (per usare un eufemismo) con la sua Federazione, si è caricato sulle spalle i compagni e li ha trascinati all’Europeo . Doveva essere la conclusione di una carriera eccezionale, ma mai banale. E proprio per questo, in realtà, l’epilogo potrebbe non essere così scontato...
GettyBuongiorno Goran, partiamo da quello che possiamo reputare l’inizio di questa avventura meravigliosa: cosa ha rappresentato per voi quel tuo goal contro la Georgia nello spareggio qualificazione e cosa significa essere qui, oggi, a rappresentare il vostro Paese in un Campionato Europeo?
“Significa tanto, tantissimo, è un orgoglio immenso per noi, perché fino a qualche tempo fa era impensabile che una nazionale come la Macedonia potesse partecipare ad una competizione così importante. Noi, invece, ci abbiamo sempre creduto . Questa generazione ha fatto la storia. Abbiamo avuto altri giocatori forti in passato, ma solo noi siamo riusciti a compiere questa impresa. E questo nessuno ce lo potrà mai togliere”.
Di chi il principale merito di questa qualificazione e a chi, invece, non ti senti di dire grazie?
“Il merito è di tutti noi, nessuno escluso, perché siamo riusciti a cementare un grande gruppo, senza individualismi o gelosie, ma con un solo, grande, obiettivo comune. E di questo va dato atto al Commissario Tecnico Angelovski, che ha lavorato in maniera eccezionale dentro e fiori dal campo, riuscendo a creare una “famiglia” in grado di restare unita nelle difficoltà e superare ogni ostacolo. E questo nonostante la Federazione abbia fatto di tutto per cercare di rovinare un’esperienza meravigliosa”.
Nonostante la qualificazione a Euro 2021, e la recente vittoria contro la Germania, qualcuno ancora vi sottovaluta: quali possono essere, invece, le reali ambizioni della Macedonia in questa competizione?
“Le nostre ambizioni sono grandi, speriamo di fare bene e vincere qualche partita. L’obiettivo è quello di passare almeno la fase a gironi: sappiamo che non sarà facile, ma siamo anche consapevoli della nostra forza, per cui proveremo a compiere anche questa impresa”.
Olanda, Ucraina e Austria saranno le vostre avversarie nel girone: qual è la squadra che ti ha impressionato di più?
“Sono tre squadre molto forti, rispetto a noi ovviamente sono favorite. Sappiamo di partire un po’ indietro rispetto a loro, ma sappiamo anche cosa possiamo dare e quali siano le nostre qualità. Contro l’Austria abbiamo già giocato nelle qualificazioni e non abbiamo esperienze positive, visto che ci hanno battuto due volte, ma adesso abbiamo l’opportunità di prenderci la nostra rivincita. A livello generale, sulla carta, l’Olanda resta la favorita del girone e la squadra da battere, ma noi non ci poniamo limiti”.
La gara contro l’Ucraina sarà come un “derby”, visto chi siederà sulla panchina avversaria: che ne pensi del lavoro svolto finora da Shevchenko e Tassotti?
“L’Ucraina è un’ottima squadra, molto organizzata, composta da giocatori giovani, ma che sanno tutti esattamente cosa fare. Si vede la mano dell’allenatore e dei suoi collaboratori e questo ovviamente è un grande merito per Shevchenko e Tassotti. Credo abbiano fatto un grande lavoro, ma d’altronde la storia recente e passata parla per loro, non c’è molto da aggiungere. Auguro loro di togliersi grandi soddisfazioni perché se lo meritano”.
Come vedi, invece, l’Italia di Roberto Mancini? Secondo te, dove può arrivare?
“L’Italia mi piace tantissimo, perché è un mix di giocatori giovani ed elementi esperti, che si integrano perfettamente. E poi ha un grande tecnico come Roberto Mancini, che ha fatto un ottimo lavoro. Per me è una squadra molto forte, che può arrivare molto lontano…”.
Qual è stato, secondo te, il principale merito di Mancini?
“Difficile identificare il “principale” merito di Mancini, perché in realtà ce ne sono tanti. Come dicevo prima, ha svolto un ottimo lavoro e ha creato una squadra molto ben assortita, con principi di gioco molto chiari, con una grande mentalità e fiducia nei propri mezzi. Secondo me non le manca davvero nulla e può davvero vincere questo Europeo”.
Un giocatore dell’Italia su cui punteresti e che ti piacerebbe avere al tuo fianco in questa avventura a Euro 2021?
“Nell’Italia ci sono tanti campioni ed è davvero difficile citarne uno, si farebbe un torto a tutti gli altri. Se, però, devo proprio sbilanciarmi, non credo di offendere nessuno se cito Giorgio Chiellini, perché la sua esperienza e la sua forza sarebbero fondamentali in qualsiasi squadra. Con lui nella mia difesa, mi sentirei sempre più tranquillo (sorride, ndr)”.
Hai detto che l’Italia ha tutto per vincere questo Europeo, ma chi è la vera favorita di Goran Pandev?
“Non c’è una sola favorita, perché ci sono nazionali molto forti, con grande esperienza internazionale e che possono fare molto bene. Poi, in competizioni come queste, è sempre difficile e tutto può succedere, basta una partita storta o un episodio per cancellare tutti i pronostici. La formazione da battere è sicuramente la Francia, che sulla carta è la più forte in assoluto, ma secondo me ci aspetta un grandissimo Europeo, perché di squadre forti ce ne sono tante: c’è il Belgio, che a me piace tantissimo, il Portogallo, la Germania. E, poi, come detto, l’Italia, che per me resta una delle grandi favorite”.
Lasciamo da parte per un attimo l’Europeo e torniamo in Italia, facendo un tuffo anche nel passato: che effetto ti ha fatto il ritorno di Mourinho in Italia e cosa credi possa portare alla Roma e al calcio italiano?
“Sono felice per lui, perché quella di Roma è una bellissima piazza e una grande opportunità. Non posso che augurargli il meglio, perché a lui mi legano ricordi indelebili. Mourinho per me è stato una delle persone più importanti per la mia carriera e non solo perché mi ha fatto vincere tanto. E’ stato fondamentale a livello tecnico, tattico e di mentalità e se oggi sono qui, è anche merito suo”.
GettyOriginariamente, questo Europeo doveva essere il lieto fine della favola del calciatore Goran Pandev. Insomma, portare la tua nazione per la prima volta nella sua storia ad una competizione così importante, sembrava essere il miglior epilogo della tua carriera. Il Pandev che si vede in campo, però, ha ancora tanto da dare al calcio: non è che vuoi ripensarci?
“I programmi non sono cambiati, l’idea è sempre quella, ma al momento non voglio pensare a nulla se non a giocare al massimo questo Europeo. Dopodiché non mi pongo limiti, una volta finita questa esperienza, ne riparlerò con la mia famiglia e vedremo cosa fare, tutto in assoluta serenità, perché alla fine è stato un viaggio meraviglioso ed è impossibile avere rimpianti”.
Non è che a breve ti troveremo su una panchina come Mourinho a combattere il “rumore dei nemici”?
“No, guarda, allenatore credo proprio di no. Poi, mai dire mai, ma in questo momento non mi ci vedo proprio, non mi piacerebbe. Come detto, però, ora non è il momento di pensarci, perché voglio veramente godermi questa esperienza e cercare di farla durare il più a lungo possibile. Poi di vedrà…”.


