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Gianluigi Buffon Juventus 2019-20Getty

Obiettivo Buffon: un campione intramontabile

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Si scrive Gianluigi Buffon, si legge fenomeno. Non ci sono altri modi per descrivere le prodezze di un autentico predestinato. Uno che, il 19 novembre 1995, debuttava in Serie A. Piccolo particolare: 17 primavere.

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Erano gli anni in cui l'estremo difensore titolare del Parma, Luca Bucci, si faceva male in allenamento. Allora ecco l'interrogativo degli interrogativi per Nevio Scala: Alessandro Nista o quel giovane ragazzo nato a Carrara? Insomma, alle volte ci vuole incoscienza.

La stessa con cui il tecnico veneto decideva di affidarsi a un talento grezzo. Il tutto, seguendo i preziosi consigli di Enzo Di Palma, all'epoca preparatore dei portieri gialloblù.

Gli emiliani ospitano il Milan che, tra le sue fila, annovera un certo Roberto Baggio. Roba da far tremare le gambe anche ai più esperti, figuriamoci a un debuttante. Eppure, però, fin da subito Gigi si trasforma in Superman. Come? Interventi provvidenziali, di cui uno su una zuccata ravvicinata proprio del Divin Codino.

Del primo Buffon si ricordano le tante esultanze sfrenate, perlopiù sotto la curva. Così come si ricorda Parma-Inter del 1998, partita in cui SuperGigi parò un rigore a Ronaldo. Roba che, in Serie A, non riuscì a nessun altro.

La consacrazione in terra emiliana, per poi abbracciare la Juventus: 75 miliardi di lire più il cartellino di Jonathan Bachini, uno al quale invece la vita riserverà un destino diverso Insomma, all'epoca, l'acquisto più oneroso della storia juventina.

Un'avventura che parte subito con il botto: grandi prestazioni e, soprattutto, sorpasso nei riguardi dell'Inter all'ultima giornata di campionato. Uno scudetto, quello conquistato il 5 maggio 2002, sempre vivo nei ricordi nel popolo bianconero.

Gioie e dolori. Questo, d'altro canto, è il calcio. Basti pensare a Manchester 2003, Berlino 2015 e Cardiff 2017. Tre finali che avrebbero potuto portare Gigi, e la Juve, sul tetto d'Europa. Un ossessione ancora viva che, dopo un anno di pausa trascorso tra le fila del PSG, è sfociata nel rientro alla Juve. In un'altra veste, da secondo, ma con le motivazioni sempre a mille.

Ma se il sussulto in Champions League non è ancora arrivato, ce n'è un altro che - invece - ha visto Buffon assoluto protagonista. In Germania, nel 2006, ovvero quando l'Italia conquistava il suo quarto Mondiale. 

Italy France WC 2006 Buffon Trezeguet

Una gioia pazzesca, indescrivibile, racchiusa in uno scatto indimenticabile: David Trezeguet, compagno di mille battaglie in bianconero ma primo rivale con la Francia, sul dischetto. La rincorsa, il tiro, la traversa. Con l'Olympiastadion Berlino, il lato azzurro, in delirio. 

E poi c'è il cuore. E che cuore. Dipinto di bianco e nero, colori che hanno portato Buffon a diventare - a detta di molti - il miglior portiere della storia. Un amore incredibile, fatto d'élite nostrana e internazionale, ma anche di Serie B. Già, perché i sentimenti alle volte vanno oltre la ragione.

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