In verità non è la prima volta nella storia recente del calcio che un periodo fitto di impegni e tendente alla saturazione del calendario crei non poche problematiche ai giocatori, prima ancora che ai club.
Uno degli ultimi sportivi a esternare il proprio disappunto è stato Thibaut Courtois, che alla vigilia della finale per il terzo e quarto posto in Nations League tra Italia e Belgio non ha nascosto una certa ritrosia nel disputare quella che, a detta sua, era una partita sostanzialmente inutile.
“Dobbiamo essere onesti, questa finale per il terzo e quarto posto ha solo un senso economico. […] È un male che non si parli di noi calciatori. Ora si parla addirittura della possibilità di giocare i Mondiali e gli Europei ogni anno: e noi quando riposiamo? Mai. Non siamo dei robot. Ci sono sempre più gare e meno riposo: nessuno si preoccupa di noi e degli infortuni”.
A dispetto di quanto affermato da Courtois, e in linea con la tendenza a un’analisi calcistica più completa, da diversi anni qualcuno a preoccuparsi dei giocatori, e dei relativi infortuni, c’è. In Italia, ad esempio, dal 2020 è attivo Noisefeed Injuries, database che raccoglie ed elabora i Big Data legati ai problemi fisici nel mondo del calcio, nato dall’omonima startup con sede a Chiavari (Noisefeed): un servizio essenziale sia per i club che per i calciatori stessi.
Ma come funziona Noisefeed Injuries? Negli scorsi giorni, proprio mentre il calcio si interroga sulla possibilità di organizzare i Mondiali ogni due anni, abbiamo avuto l’occasione di discuterne con Gianluca Galliani, che nel mese di luglio è entrato nel capitale sociale e nel Cda di Noisefeed.
“Questo prodotto è un po’ un unicum al mondo e permette di ricostruire tutto lo storico dei giocatori delle competizioni più importanti al mondo. Lo considero uno strumento che può essere utilizzato da tutti i club. Perché io in Noisefeed Injuries? È una tecnologia molto evoluta e molto importante che ha queste caratteristiche di operare in un mondo come quello del calcio che ben conosco e che amo profondamente”, racconta Galliani a Goal Italia.
![Noisefeed Es3](https://assets.goal.com/images/v3/blt609795c56b2dc205/c640544833147fa8ca73939cb4e02cce37c71478.jpg?format=pjpg&auto=webp&width=3840&quality=60)
Il progetto ha già coinvolto numerosi club di Serie A, Serie B e internazionali: tra questi Milan, Roma, Udinese, Genoa, Empoli e per ultima l’Atalanta, nel massimo campionato, ma anche Monza, Parma, Cosenza, ed Everton, Leeds e Norwich.
Tra i clienti è possibile notare anche due Nazionali, quella svizzera e portoghese, oltre alla Liga MX, il massimo campionato messicano: qual è stata la risposta delle Federazioni?
“Serve molto anche alle Federazioni, anzi: per le Federazioni che non hanno sotto controllo i giocatori di continuo ha un’utilità importante, perché possono seguire sia i giocatori della loro Nazione che i giocatori delle squadre che affrontano”.
Andiamo sul concreto: come avviene la raccolta dati di Noisefeed Injuries?
“Noisefeed non ha alcun accesso alle cartelle cliniche dei calciatori. Abbiamo un algoritmo molto evoluto che attraverso una combinazione di dati riesce a sapere di ogni calciatore di tutto il mondo se gioca, non gioca e perché non gioca. Se per scelta tecnica, perché infortunato o perché va in panchina. Questo algoritmo riesce a combinare, in questo database, le partite disputate in tutto il mondo con il nostro motore di ricerca e con un controllo caratterizzato dal lavoro dei nostri data analyst: tutto ciò che ne viene fuori sorprende anche gli altri per l’accuratezza dei nostri dati, e ci chiedono ‘Ma come fate solo con le informazioni digitali a ricostruire in maniera così importante uno storico di questo tipo?’. Ci riusciamo”.
Si dice spesso che “il calcio non è una scienza esatta”. Quanto questo tipo di analisi dei dati rende il calcio più scientifico e meno imprevedibile?
“Credo che i dati siano fondamentali, un contributo essenziale per i professionisti del mondo del calcio. Credo però, essendo proprio i professionisti a utilizzare questi dati, che debbano essere essenzialmente le professionalità, e nel calcio ci sono e di altissimo livello, a fare proprie valutazioni. Noi ci mettiamo al servizio del club e dei nostri clienti mettendo a disposizione questi dati. È un contributo importante che va ad aggiungersi alle valutazioni personali del singolo professionista di ogni società”.
![Noisefeed Es 1](https://assets.goal.com/images/v3/blt3bb598783bd7087b/37fc2a75ddb16a1b7f908285a50bd6be6469770c.jpg?format=pjpg&auto=webp&width=3840&quality=60)
Ritornando al tema centrale, il giocatore, come Noisefeed Injuries può aiutare l’atleta nel suo percorso di crescita o di recupero?
“È uno strumento utile a chi gestisce il calciatore. Il fatto di avere una ricostruzione degli infortuni aiuta chi allena e chi prepara il calciatore a fare dei piani mirati migliori. Aiuta chi lo cura ad avere un’evidenza delle problematiche che ha avuto nella sua carriera e un’evidenza di quanto un calciatore ci abbia messo a recuperare da un infortunio: e questo aiuta a non forzare i tempi. Lo considero uno strumento importante a tutela dell’integrità dei calciatori. Non nascondo che tra i motivi per cui sono entrato in Noisefeed ce n’è uno personale: io giocavo discretamente a calcio, mi sono rotto due crociati e di fatto ho smesso di giocare. E mi è capitato di essere in contesti in cui chi ti allenava non considerava minimamente le problematiche che uno ha avuto in passato e questo ti esponeva ai rischi di infortuni maggiori”.
Sfatiamo un mito, che è più demagogico che altro: il calciatore, che per molti è un privilegiato, è un lavoratore. Oltre a Courtois sono in molti a essersi schierati contro i calendari moderni: Klopp e Guardiola su tutti.
“Sono totalmente d’accordo con loro e più volte ho detto che i calendari nel mondo del calcio, con frequenti spostamenti, tra l’altro in una fase pandemica che mette anche a rischio COVID, e con i ritmi scelti dalle Federazioni internazionali sono insostenibili. E inevitabilmente si va incontro a più infortuni, e lo stiamo vedendo quotidianamente, con spostamenti transoceanici con partite disputate nella giornata successiva ai voli. E c’è pure la volontà di aumentare queste competizioni! È chiaro ed evidente che in questo contesto è inevitabile che ci siano più infortuni, se non ci sarà una modifica ai calendari internazionali. È auspicabile che avvenga perché così non è sostenibile. Il calcio è uno sport di contatto: basta entrare negli spogliatoi a fine partita per rendersi conto che recuperare in uno o due giorni è difficile, perché in partita si va sempre incontro a contrasti e botte. Si sente sempre questo refrain dei tifosi: “Eh, ma con quello che guadagnano dovrebbero giocare tutti i giorni”, ma nella realtà dei fatti il corpo umano è il corpo umano. Puoi pagare un calciatore miliardi, milioni o farlo giocare gratis in serie inferiori, ma il discorso non cambia”.
La ragione per stilare un calendario così fitto quale può essere?
“I lavoratori del mondo del calcio che fanno i calciatori sono quei lavoratori che se la prendono pesantemente quando non vengono utilizzati: vorrebbero giocare sempre. E forse proprio per questo, a parte quella di Courtois o poche altre, non c’è una presa di posizione forte relativa a questi calendari che credo sia indispensabile per tutelare l’incolumità dei giocatori e la qualità stessa del gioco”.
Recentemente, Argentina, Brasile e i Paesi che compongono la CONMEBOL hanno apertamente dichiarato, tramite la Federazione sudamericana, che non prenderanno parte ai Mondiali ogni due anni: un segnale forte che ricorda a tutti un presupposto fondamentale, troppo spesso dimenticato e ricordato da progetti come Noisefeed Injuries. Il calciatore è un lavoratore come tutti e va tutelato, e la sua salute non va trascurata: ora, domani. Sempre.
![Noisefeed Es2](https://assets.goal.com/images/v3/blt79ac5689bba66391/0e5575176f310e135f1c9f50b594275daa7a35eb.jpg?format=pjpg&auto=webp&width=3840&quality=60)