Hans Nicolussi Caviglia è arrivato alla Juventus all’età di otto anni. E ha compreso immediatamente cosa significhi indossare la maglia di uno dei club più prestigiosi al mondo. Un percorso – di vita – che ha portato il centrocampista valdostano a sognare in grande. D’altra parte, il globo bianconero ha avuto modo di alimentare la crescita di un autentico predestinato. Poi, certo, la vita è anche questione di fortuna. E, dal canto suo, HNC non ne ha avuta molta negli ultimi tempi.
Basti pensare al fattaccio: dicembre 2020, in prestito al Parma, lesione completa del legamento crociato. Finita qua? No, perché alle volte è proprio vero che al peggio non ci sia mai fine. Dopo l’intervento chirurgico, dunque, ecco che rimane all’interno dell’articolazione – tra le altre cose – una barretta di ancoraggio. Insomma, il modo migliore per esasperare il binomio infiammazione-gonfiore.
“Non ho mai perso la forza interiore, sapevo che avrei risolto tutto e ho avuto molta fiducia in me stesso”.
La Juventus non ha mai fatto mancare il supporto al ragazzo. Che, dal canto suo, non a caso vive un legame speciale con l’ambiente. Alla Continassa credono nelle qualità di Nicolussi Caviglia, tanto da avergli rinnovato il contratto fino al 2026. Il resto è attualità, il resto è il passaggio temporaneo al Südtirol fino al termine della stagione.
Le cose stanno andando ottimamente sia per il diretto interessato sia per i biancorossi, alle prese attualmente con una dolce classifica in Serie B: ottava posizione, 20 punti, ampi margini di miglioramento. Società organizzata e capace.
“Mi sto trovando molto bene in quest’esperienza, sapevo che avrei avuto a che fare con un club serio che basa la sua evoluzione sulla quotidianità. Ambizioni? Manteniamo il profilo basso, testa alla salvezza”.
Apicale il ruolo del tecnico, Pierpaolo Bisoli, che in poco tempo ha saputo dare un’identità ben definita al gruppo.
"Con il mister mi trovo molto bene, è entrato nelle nostre teste rapidamente e ci ha dato solidità e compattezza”.
Mediano moderno, dotato di qualità e quantità, Nicolussi Caviglia all’interno del Südtirol è diventato subìto una pedina imprescindibile. Le presenze attualmente sono 12 impreziosite da 1 goal. E che rete, proprio contro il suo ex Parma, finta e destro all’incrocio da associare alla purissima poesia prestata al calcio.
“La gioia è stata molto forte, e credo si sia notata l’esultanza, ma ero ancora ancor più contento a fine partita considerando il successo conquistato contro un avversario davvero forte”.
Mai smettere di sognare. Mai. Specialmente se hai 22 anni e le doti necessarie per alzare l’asticella.
“Tornare alla Juve questa volta per restarci? È uno dei miei obiettivi”.
Appunto, uno. Perché Nicolussi Caviglia coltiva altri interessi. È iscritto a Scienze Motorie curriculum calcio, pronto a dare i primi esami a gennaio. E nel (poco) tempo libero, inoltre, si diletta a suonare il pianoforte.
“Lo faccio a livello amatoriale, mi rilassa. Ma ho anche altre passioni, come la letteratura, il golf, la bicicletta e la natura. D’altronde sono nato in Valle d’Aosta…”.




