Aspettava la sua occasione da quando MassimilianoAllegri due anni e mezzo fa se lo era coccolato pubblicamente, dopo averlo fatto esordire non ufficialmente nelle amichevoli estive della Juventus negli States. Lo scorso 27 gennaio, contro la SPAL, in Coppa Italia, Nicolò Fagioli ha finalmente avuto quell'occasione nella quale tanto ha creduto. Esordio assoluto con la prima squadra bianconera.
Era nell'aria già da tempo. Perché il suo nome è sulla bocca di tutti da quasi tre anni. Da quando l'ex allenatore bianconero lo aveva mandato in campo contro il Bayern Monaco, a Philadelphia. Emre Can aveva chiesto il cambio. Il tecnico ha guardato in panchina, ha chiamato il classe 2001. 17 anni e mezzo. Dentro a freddo.
"Il mister si è voltato verso di me, io ho incrociato il suo sguardo ma non avrei mai pensato che mi facesse giocare”.
Fiducia rinnovata pochi giorni dopo, contro il Real Madrid e contro gli All-Star della MLS. Poi, a settembre, Allegri lo aveva incensato in conferenza stampa.
“Abbiamo un ragazzo che si chiama Fagioli, che è un 2001. Vederlo giocare a calcio è un piacere. È un ragazzo che conosce il calcio e i tempi di gioco, sa come e quando smarcarsi, come e quando passare la palla. È bello vederlo giocare. Ragazzi così non vengono fuori tutti gli anni”.
Il massimo, per un ragazzo nato e cresciuto a Piacenza, ma con la Juventus nel cuore sin da piccolo. Grazie al nonno e poi al papà, che lo ha educato al pallone. Fino a 10 anni ha giocato al Piacenza, poi è passato alla Cremonese. Da lì, nel 2015, la chiamata della Juventus. Lo voleva anche l'Inter, che gli aveva messo gli occhi addosso da qualche anno.
Getty ImagesLo ha portato in bianconero Luigi Milani, responsabile del settore giovanile fino all’Under 13. Aveva stregato gli scout bianconeri in due occasioni da avversario: con una doppietta ai tempi del Piacenza, quando era ancora bambino, e poi con un goal a Vinovo con la maglia della Cremonese.
In bianconero ha bruciato le tappe. Promosso in Primavera già sotto età, visto che dominava con gli Under 17 - dove ha segnato 13 goal in 25 partite nella stagione 2017/18. A 17 anni appena compiuti aveva già fatto il salto. Il Guardian nel 2018 lo ha inserito tra i 60 talenti migliori del mondo - uno dei tre italiani, insieme a Salcedo e Pellegri.
Nella stagione successiva ha esordito tra i professionisti nell’Under 23 in Serie C il 24 settembre 2018, neanche maggiorenne. Lo scorso 1 novembre ha anche segnato il suo primo goal tra i pro. Tappe bruciate. Tranne una: la prima squadra.
La prima convocazione è stata il 27 gennaio 2019, per una partita di campionato all'Olimpico contro la Lazio. Qualche giorno prima del suo diciottesimo compleanno. Una panchina che gli è anche formalmente valsa lo scudetto, il primo trofeo della sua carriera.
Andrea Pirlo, che nelle idee iniziali di Agnelli avrebbe dovuto allenarlo nella seconda squadra, lo aveva già studiato. Lo seguiva. Dall'inizio del 2021 ha iniziato a portarlo regolarmente in panchina. A gennaio Fagioli si è sempre aggregato alla prima squadra, è sempre figurato in panchina. Anche se non è mai entrato, si è goduto il momento. La scorsa settiimana ha anche vinto la Supercoppa Italiana e si è regalato il secondo trofeo della sua carriera con i 'grandi'. Oltre che una foto con Cristiano Ronaldo, pubblicata sui suoi profili social.
In realtà, Fagioli nel palmarès ha anche un altro trofeo, vinto con la seconda squadra lo scorso luglio: la Coppa Italia di Serie C. Nella finale contro la Ternana è partito titolare. E alla fine ha alzato il trofeo inseme ai suoi compagni. Da protagonista. Come è nella sua indole. Come è sempre stato nelle giovanili bianconere.
Si è imposto come trequartista, ma si è anche spostato qualche metro più indietro, da mediano. Vuole stare nella zona centrale del campo, dove può sprigionare al meglio tutta la sua creatività. Alcuni prospettano per lui percorso molto simile a quello fatto da Andrea Pirlo: il suo stesso agente lo ha definito un alter ego dell'attuale allenatore bianconero. E anche lui stesso ha dichiarato di vedersi in quella posizione.
"Ho giocato da esterno, seconda punta, trequartista, mezzala, play. In futuro mi vedo davanti alla difesa, dove mi trovo bene e riesco a esprimermi meglio toccando tanti palloni. Ma so far bene anche da mezzala".
Nel gennaio 2020 ha ricevuto anche la benedizione di chi quel ruolo lo ha interpretato per quattro anni, ovvero Miralem Pjanic. Il bosniaco sui social lo ha definito il futuro della Juventus. Fagioli ha ricambiato, affermando che calcisticamente vorrebbe diventare come l'ex bianconero, oggi al Barcellona.
InstagramA livello giovanile Fagioli si è espresso pù come fantasista. Anche con l'Italia. Sin da quando aveva 15 anni è nel giro azzurro: sta completando la trafila (ha sfiorato la vittoria con Euro Under 17). Ora è nell’età dell’Under 20, è stato convocato per uno stage ad agosto attende il suo momento, quando anche le nazionali giovanili potranno riprendere la normale attività agonstica.
Il prossimo passo è l'esordio in prima squadra con la Juventus. Ha dovuto pazientare un po', prima di arrivarci. Ha già dichiarato che il suo sogno è arrivare in Champions League. Intanto si gode il momento, gli allenamenti con la prima squadra (ormai di routine) e il rapporto con Cristiano Ronaldo.
"Mi ha aiutato molto quando ho avuto il problema al cuore e mi hanno operato, provando a farmi spiegare meglio le mie sensazioni allo staff medico".
Già, il problema al cuore. Nell'aprile del 2019, infatti, la Juventus aveva comunicato che il classe 2001 tato sottoposto a trattamento ambulatoriale per la correzione di una aritimia cardiaca benigna. Lo aveva costretto a stare fermo un mese. Quel mese in cui sembrava arrivato il suo momento per esordire, con la Juve già campione d'Italia e un campionato da concludere. Tutto rimandato. Questa volta, però, è arrivato il suo momento. Prima in Coppa, poi in Serie A. Il sogno si sta realizzando. Ed è solo l'inizio.


