GOALUno dei più famosi proverbi della cultura popolare italiana recita: ‘Non c’è due senza tre’. Non si conosce la sua esatta origine, mentre è invece chiara la sua interpretazione: se una cosa si è già verificata due volte, è probabile che accada anche una terza.
Nel dicembre del 2010, dopo aver già abbondantemente ‘fatto centro’ con Jovetic e Ljajic, la Fiorentina decide di bussare di nuovo alla porta del Partizan per provare ad assicurarsi un altro giovane talento. A differenza dei due predecessori non è un attaccante e non è accompagnato dall’etichetta di ‘nuovo fenomeno del calcio balcanico’, di lui si sa anzi relativamente poco.
E’ stato allevato in quella straordinaria fucina di campioni che è appunto il settore giovanile del Partizan, ha appena diciassette anni, non ha mai vestito la maglia del club Belgrado e non ha mai nemmeno disputato una partita del massimo campionato serbo. Si chiama Matija Nastasic, da qualche mese gioca nel Teleoptik, compagine alla quale il Partizan generalmente gira gli elementi più giovani che non riescono a trovare posto in prima squadra e, come spesso capita nel mondo del calcio, gli sono bastate poche partite per guadagnarsi paragoni importanti. Nel suo caso con Nemanja Vidic.
E’ stato notato da alcuni osservatori nel corso di una partita nella quale giocava con una selezione giovanile della Serbia Occidentale e, come poi emerso qualche anni più tardi, il Partizan è riuscito a farlo suo, anticipando una folta concorrenza, pagandolo… una lavatrice.
“Questo è ciò che mi ha detto un uomo che fu impegnato in quell’operazione - ha svelato Albert Nadj, ex giocatore ed ex direttore sportivo del Partizan, ad ‘Alo’ - A casa di Nastasic si ruppe la lavatrice, la famiglia stava vivendo un momento complicato, e quell’uomo gliene comprò una. Anni dopo, quello stesso uomo venne a dirmi che era arrivata un’offerta per il ragazzo e che andava accettata. Non aveva ancora mai vestito la maglia bianconera, tanto che non avevamo nemmeno una sua foto”.
Nel giro di circa tre anni, un investimento dal valore di una lavatrice si trasforma in un affare da 2,5 milioni di euro. Tanto infatti la Fiorentina decide di investire per quel centrale che per qualche mese ancora resterà in Serbia in attesa della maggiore età.
Quando nell’estate del 2011 Nastasic approda finalmente in viola, l’attesa per lui è tutt’altro che spasmodica. Viene subito aggregato alla prima squadra per il ritiro estivo, ma nelle idee della società si tratta solo di un qualcosa di temporaneo. Il programma per lui pensato prevede prima almeno una stagione vissuta con la Primavera e poi un graduale passaggio nel gruppo dei ‘grandi’.
Quello che nessuno può immaginare è che quel giovane ragazzo serbo, non solo impiegherà pochissimo tempo ad imporsi come uno dei giocatori più forti dell’intera rosa gigliata, ma che di lì a poco sarà il protagonista di un’operazione di mercato che porterà nelle casse della società una pioggia di milioni.
Esordisce in Serie A già alla seconda giornata, nel settembre del 2011 subentrando a Gamberini nel corso di un Fiorentina-Bologna e poi, dopo qualche panchina e diverse prestazioni sempre più convincenti, ad inizio dicembre si prendere una maglia da titolare e non la lascia più.
GettyIn una delle stagioni più complicate in assoluto della storia recente della Fiorentina, quella che culmina con i pugni rifilati da Delio Rossi a Ljajic ed una soffertissima salvezza agguantata solo alla penultima giornata grazie ad una vittoria ottenuta nello scontro diretto con il Lecce, Nastasic rappresenta uno dei pochi raggi di sole.
Schierato solitamente da terzo di sinistra in una linea difensiva a tre, gioca con la maturità di un veterano, spesso si occupa della prima costruzione, sfruttando le sue ottime doti tecniche ed un sinistro educato, e quando c’è da usare le cattive lo fa senza alcuna remora.
Non patisce il salto dalla Prva Liga, ovvero dalla seconda divisione serba, alla Serie A, ed anzi tutto gli viene con una naturalità quasi sorprendente. Con il passare dei mesi diventa chiaro a tutti che Pantaleo Corvino, per l’ennesima volta, ha pescato nell’est Europa come meglio non poteva, e pare fin da subito evidente che, in un mondo come quello del calcio nel quale le lancette dell’orologio girano a velocità doppia o tripla, quel ragazzo è già ‘troppo’ per una Fiorentina in crisi di identità e di risultati.
Al termine della stagione il nome di Nastasic sarà sul taccuino di tutti i più importanti club italiani ed europei e, quando ci sarà da fare sul serio e da mettere sul piatto ‘soldi veri’, a rompere gli indugi sarà il club che all’epoca era considerato il più ricco tra tutti: il Manchester City.
La Fiorentina intanto ha già iniziato un nuovo ciclo quando arriva un’offerta irrinunciabile dall’Inghilterra. Pantaleo Corvino è andato via da qualche mese ed il suo posto è stato preso da Daniele Pradé che chiude una trattativa che poi si rivelerà straordinaria sotto tutti i punti di vista.
Il City infatti, pur di mettere a disposizione di Roberto Mancini il promettente difensore, sborsa diciassette milioni di euro, ai quali aggiunge altri sei milioni di bonus legati alle presenze e ai goal, più altri sette milioni nella forma del cartellino di un altro centrale, casualmente con un passato al Partizan: Stefan Savic.
E’ una di quelle operazioni che fa felici tutti. Nastasic, nel giro di poco più di un anno, completa il suo percorso che l’ha portato dalla periferia più remota al centro nevralgico del calcio europeo, la Fiorentina si assicura una cifra che gli consente di portare avanti la sua rivoluzione tecnica ed un ricambio potenzialmente all’altezza, il City acquista uno dei giovani più interessanti in circolazione e Savic, che in Inghilterra non ha trovato spazio, scova a Firenze il suo angolo di mondo dal quale ripartire e rilanciarsi.
“Ho appreso dell’interesse del City pochi giorni fa - svelerà Nastasic ‘CityTV’ - Per me è stata una sorpresa. Non mi aspettavo di trasferirmi in uno dei club più importanti della Premier League dopo un solo anno vissuto alla Fiorentina. Quando giochi in un club come il Manchester City l’obiettivo deve essere quello di provare a vincere il più possibile ed è questo il motivo per il quale sono venuto”.
Nastasic fa il suo esordio con la maglia dei Citizens al Santiago Bernabeu, in una sfida di Champions League contro il Real Madrid e, come già accaduto un anno prima in Italia, in brevissimo tempo scala le gerarchie.
Ruba il posto a Joleon Lescott, fa sua una maglia da titolare e trova in Kompany un compagno di reparto fortissimo, dal quale impara molto. Diventa anche uno degli idoli della tifoseria e al termine della sua prima annata inglese viene eletto ‘Young Player of the Season’ del Manchester City.
Ormai è ritenuto da molti uno dei più forti difensori dell’intero panorama calcistico europeo, quando nella stagione 2013-2014 il suo mondo si riscopre capovolto alla rovescia.
Alla guida dei Citizens arriva Manuel Pellegrini che inizialmente ripone grande fiducia in lui, ma che poi è costretto a rivedere i suoi piani. Nastasic infatti viene bersagliato da quella che poi, nel corso della sua carriera, diventerà spesso indesiderata compagna di viaggio: la sfortuna.
La sua stagione finisce di fatto a febbraio, quando si fa male ad un ginocchio, e da quel momento in poi nulla sarà più come prima. Sarà quella l’annata nella quale metterà in bacheca i suoi unici due titoli (vincerà la Premier League e la Coppa di Lega Inglese), ma anche quella nella quale uscirà in maniera definitiva dai piani del suo allenatore.
All’inizio della stagione successiva, sarà lo stesso Pellegrini a spalancargli, senza troppi giri di parole, le porte che conducono dritte ad un addio.
“Noi abbiamo già quattro centrali importanti come Demichelis, Kompany, Mangala e Boyata, e lui ha bisogno di giocare. Vedremo cosa accadrà, credo che abbia delle offerte e penso che per lui la cosa migliore sia quella di andare”.
Nastasic, il cui nome in quelle settimane viene accostato anche a quelli di Juventus, Milan e Roma, si ritrova estromesso dal calcio inglese con la stessa straordinaria velocità con la quale ci era arrivato.
Resterà in realtà al City ancora qualche mese per provare a giocarsi le ultime carte ancora in mano, ma quando a gennaio le presenze in campionato saranno ancora ferme alla ‘voce’ zero, capirà che per lui è arrivato realmente il momento di reinventarsi altrove.
“Non ho problemi con Pellegrini, ma gli ultimi sei mesi sono stati duri. Non ho giocato nemmeno una partita ed ho capito che per la mia carriera sarebbe stato meglio andare via”.
Nastasic entra nel mirino di Tottenham ed Arsenal, ma si convince che forse è meglio ripartire da un nuovo campionato. Si lega allo Schalke 04, club che dopo averlo accolto in prestito, mesi dopo rileva la totalità del suo cartellino.
“Quando sono arrivato al City ero giovanissimo. All’inizio tutto è stato perfetto, ma non posso dire di aver avuto grande successo. Mi sono divertito, ho conosciuto persone fantastiche e porto con me solo bei ricordi di quell’esperienza”.
Nastasic resterà per altre sette stagioni in Germania. Sette anni scanditi da ottime cose, ma anche da una lunga sequela di infortuni che lo hanno frenato in maniera evidente. Non è insomma diventato una stella di prima grandezza del calcio mondiale come in molti avevano pronosticato, ma con un pizzico di buona sorte in più le cose sarebbero probabilmente andate in maniera diversa.
GettyE Savic? La contropartita tecnica inserita dal Manchester City nell’operazione Nastasic, resterà a Firenze per tre stagioni, ovvero il tempo necessario per imporsi come uno dei più forti difensori della Serie A. Arrivato quasi in sordina, non solo non farà rimpiangere il collega che ha fatto il percorso inverso, ma è stato uno dei pilastri di quella che è ritenuta la Fiorentina più bella tra quelle degli ultimi venti anni: quella di Vincenzo Montella.
Lascerà l’Italia nell’estate del 2015 per unirsi all’Atletico Madrid, squadra nella quale ancora oggi gioca e con la quale si è tolto la soddisfazione di vincere un Campionato Spagnolo, un’Europa League ed una Supercoppa Europea.
Un lungo giro che ha portato Savic a fare della Liga la sua nuova casa e che alla fine ha riportato Nastasic lì dove tutto era iniziato: proprio alla Fiorentina.
Nell’estate del 2021 infatti, Daniele Pradè, a nove anni da quella operazione che poi si rivelò assolutamente centrata, ha deciso di riportare il difensore serbo in viola.
Rispetto alla sua prima esperienza in riva all’Arno molte cose sono cambiate. Nastasic non è più un ragazzo di belle speranze, ma è anzi un giocatore scelto perché può dare il suo contributo alla causa viola mettendo soprattutto a disposizione della squadra la tanta esperienza accumulata negli anni.
“Dieci anni fa vissi una bellissima esperienza che mi fece crescere molto come calciatore ed ora sono tornato per fare di tutto per riportare la Fiorentina in alto. Non ho mai dimenticato Firenze e già in passato ho detto che un giorno avrei vestito di nuovo la maglia viola”.
Una sola stagione nel secondo capitolo di Nastasic alla Fiorentina con appena 206 minuti giocati in 6 apparizioni, prima del nuovo addio. Due estati fa il difensore serbo si è infatti trasferito in Spagna, nel Maiorca, dove sta trovando maggiore continuità.
Tutto è partito da un’intuizione che ha confermato che ‘Non c’è il due senza tre…’, ma nel caso della Fiorentina si può aggiungere anche che ‘il e il quattro (ma anche il cinque) vien da sé’, visto che poi i viola dal Partizan hanno in seguito acquistato anche Milenkovic e Vlahovic. Questa però è tutta un’altra storia.
