Quando nell'agosto 2018 l'AFA lo sceglie al posto del dimissionario Jorge Sampaoli per ricompattare un movimento mandato in frantumi dalla pessima figura fatta ai Mondiali russi, in pochi scommettono sulle possibilità di Lionel Scaloni di prendersi pienamente la panchina dei sogni, quella dell'Argentina.
Una nomina ad interim, divenuta definitiva col passare delle partite e degli ottimi risultati messi a referto dall'Albiceleste: il terzo posto alla Copa America 2019 (maturato in seguito alla sconfitta contro i padroni di casa del Brasile in semifinale) è bastato all'ex terzino per essere riconfermato e investito di un ruolo centralissimo all'interno del progetto tecnico.
Una scelta che, col senno di poi, dobbiamo definire più che vincente e azzeccata: a parlare sono i risultati, eccellenti, con il primo tassello della Copa America 2021 a fare da apripista di un cammino eccezionale, caratterizzato anche da una incredibile serie di 36 risultati utili di fila (seconda solo a quella dell'Italia a quota 37).
GettyUn exploit dal sapore ancora più dolce per quanto andato in scena nell'ultimo atto del 'Maracanà': un successo nella storica casa dei rivali di sempre del Brasile, stavolta battuti grazie all'uomo delle finali, quell'Angel Di Maria decisivo anche alle Olimpiadi di Pechino nel 2008.
E' qui che l'Argentina di Scaloni, commissario tecnico più giovane a Qatar 2022 con i suoi 44 anni, ha preso forma, acquistando progressivamente piena consapevolezza nei propri mezzi: una fiducia mostrata nella sua forma più elevata nel match senza storia dello scorso 1° giugno contro l'Italia a Wembley, surclassata nella 'Finalissima' organizzata in sinergia dalla CONMEBOL e dall'UEFA.
Proprio questa dimostrazione di superiorità netta ha indotto Roberto Mancini a decretare l'Argentina come favorita numero uno per la vittoria in Qatar: pronostico centrato o, ancor meglio, un attestato di stima che ha trovato la sua massima espressione nell'atto di forza dell'Albiceleste, squadra costruita ad immagine e somiglianza di Scaloni.
Se la carriera da calciatore non gli ha regalato le gioie sperate, in appena un anno e mezzo ha riscritto la sua storia e quella della nazionale del proprio Paese: un epilogo a cui in pochi avrebbero creduto nell'estate del 2018; quei pochi che, oggi, possono vantarsi di aver avuto ragione sulla Scaloneta che tante opinioni discordanti ha strappato nel corso del tempo.