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Milinkovic-Savic gfxGoal

Milinković-Savić, perno della Lazio con il sogno del Real Madrid in testa

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Ci sono calciatori che nascono con un grande talento naturale, solamente da coltivare e accrescere. Altri calciatori invece lavorano duramente ogni giorno per migliorarsi, per scoprire potenzialità che neanche loro conoscevano, che diventano veramente forti solo dopo anni e anni di allenamenti duri e mirati. E poi c’è Sergej Milinković-Savić, che è nato con una serie di talenti fisici e tecnici smisurati e anno dopo anno diventa qualcosa in più, senza mai fermarsi.

Un mix, un insieme di cose. Questa è probabilmente la frase che descrive al meglio il giocatore della Lazio. Perché di alcuni puoi dire che spiccano per il dribbling, altri per la velocità e altri per la fisicità. Ma quando parli di Milinković-Savić, non sai davvero da dove partire, perché se c’è un giocatore che si possa definire veramente completo a 360°, quantomeno nella Serie A degli ultimi anni, quello è sicuramente il Sergente.

Sergej già dai primissimi anni in Serbia con la maglia del Vojvodina fa capire di essere un qualcosa di anomalo. Un fisico statuario che con il passare degli anni diventa sempre più potente e definito (191 centimetri e 82 chili), ma una tecnica che normalmente la si vede solo in giocatori più brevilinei. E il tiro? Ed il controllo palla? E la scelta di inserimento in area di rigore? La Serbia da sùbito capisce di avere in mano uno dei futuri migliori centrocampisti d’Europa.

Ed infatti quante volte capita di vincere, con la nazionale serba, un Europeo Under 19 ed un Mondiale Under 20, battendo in finale rispettivamente Francia e Brasile, nel giro di due anni? Mai, ma a Milinković-Savić è capitato, portandosi sulle spalle la sua Serbia. Poi i salti in avanti sempre a piccoli passi, prima il Genk e poi la Lazio.

Anzi, ad essere sinceri, prima della Lazio poteva esserci la Fiorentina. Nel 2015 il calciatore serbo era stato praticamente acquistato dalla Viola, era arrivato in Italia, in sede per firmare il nuovo contratto con la squadra di Firenze. E poi il pianto al momento della firma, un presunto dubbio da parte della fidanzata e lo scoppio della trattativa con le dure parole di Pradé, direttore sportivo della Fiorentina.

Con Milinković-Savić è rottura totale, lui non è convinto, è titubante, non possiamo aspettare i comodi di un ragazzino di 20 anni. Chi viene qui deve avere il fuoco dentro. Ci ha chiesto di sostenere le visite mediche per poi parlare con la fidanzata e decidere, per noi però questo non va bene e se ha delle situazioni extra-calcistiche da risolvere allora ci tiriamo indietro e diciamo basta".

Un neo, a dir la verità, nella carriera del serbo, visto che quell’episodio non fu mai chiarito e soltanto qualche giorno dopo, Tare e Lotito si fiondarono sul giocatore, facendolo firmare per la Lazio senza titubanze o tentennamenti. Da quell’estate del 2015, Milinković-Savić è un giocatore della Lazio, e come sempre la sua è stata una lenta e inesorabile scalata al successo.

Prima stagione tra alti e bassi ma con la netta sensazione di avere tra le mani un crack. Un secondo anno con 7 reti all’attivo in tutte le competizioni ed un ruolo da trequartista che sembrava cucito per lui. Nel 2017-2018 poi l’esplosione definitiva, una Serie A giocata da assoluto protagonista con addirittura 12 goal messi a segno in un singolo campionato, sotto la sapiente gestione di Simone Inzaghi.

Dall’annata successiva, un’altra trasformazione nella carriera calcistica del serbo (mentre parallelamente si continuano a susseguire le voci di calciomercato, con affari molto concreti come quello con il Manchester United, ma sempre conclusi con un nulla di fatto). Simone Inzaghi comincia a rivoluzionare il modo di giocare di Milinković, facendolo diventare a tutti gli effetti una mezzala e non più un trequartista.

Ne risente il suo score, con 7 goal in meno segnati nel 2018-2019, ma uno strapotere tecnico e fisico, in una zona nevralgica del campo, che alla Lazio permette di brillare in Serie A. Da quella stagione il Sergente è sempre più un centrocampista box-to-box. Lo trovi davanti la propria area a difendere magistralmente e a chiudere le linee d’attacco nemiche, poi lo trovi a svettare di testa con uno dei suoi classici inserimenti nell’area avversaria.

Insomma, una perla rara, che infatti la Lazio ha saputo tenersi stretta per ormai sei anni di fila. E però, alla soglia dei 26 anni, cioè la maturità totale in ambito calcistico, nella testa di Milinković-Savic comincia a farsi strada l’idea di fare un nuovo balzo in avanti nella sua carriera, ma stavolta non un semplice saltello, ma un vero e proprio lancio nel vuoto.

Il sogno, confessato recentemente proprio dallo stesso giocatore ai microfoni di ‘Nova’, è il Real Madrid, con buona pace dei tifosi della Lazio.

Sogno di giocare con il Real Madrid da quando ero bambino. Questo è un obiettivo della mia carriera e spero di poterlo raggiungere”.

Mentre la sua escalation non accenna minimamente a fermarsi, e a gennaio ha infatti vinto il premio come miglior giocatore del mese in Serie A, il suo futuro potrebbe cominciare ad allontanarsi da Roma, almeno nella sua testa, visto che ha ancora un contratto fino al 2024 e di solito Lotito un giocatore così lo vende solo a peso d’oro.

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