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Milan Rapaic PerugiaGetty

Milan Rapaic e il goal di mano che gli valse un 1 in pagella

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Entrambi mancini, entrambi dotati di grandi qualità tecniche (anche se in dosi molto differenti) e entrambi capaci di cambiare l’intero volto di una partita con un’intuizione geniale. Le similitudini tra Diego Armando Maradona e Milan Rapaic potrebbero finire qui, se non fosse che sono stati accomunati da una particolarità: entrambi hanno, tra i goal più famosi realizzati nelle rispettive carriere, uno clamorosamente irregolare. Un goal di mano, per la precisione.

Molto più importante è stato ovviamente quello segnato dal 'Pibe de Oro' il 22 giugno 1986 a Città del Messico, ma anche quello dell'attaccante croato ha fatto, seppur non a livello planetario, molto discutere. Se infatti Maradona con la sua mano è riuscito in maniera beffarda a lanciare l'Argentina verso la vittoria contro l'Inghilterra nei quarti di finale di quel Messico '86 che poi vide proprio l’’Albiceleste' laurearsi campione del mondo, Rapaic la sua furbata l'ha compiuta il 6 aprile 1997 in una partita di Serie A non propriamente di cartello: quella giocata dal suo Perugia contro il Napoli (guarda caso la squadra con la quale proprio Maradona si è consacrato come il più grande calciatore di ogni tempo).

Quel giorno si giocava una sfida valida per il ventiseiesimo turno del massimo campionato italiano ed il 'Grifone' era alla ricerca di fondamentali punti salvezza davanti ai propri sostenitori. La direzione della gara in programma al ‘Renato Curi' venne affidata a Marcello Nicchi, arbitro che proprio quel giorno sarebbe tornato in azione dopo tre mesi di stop forzato. Una lunga assenza figlia dei clamorosi errori commessi nel corso di un Vicenza-Bologna di inizio gennaio, match nel quale tra l'altro mandò in anticipo negli spogliatoi Kenneth Andersson, reo di aver chiesto al suo tecnico Renzo Ulivieri la sostituzione, dopo essere stato ingiustamente ammonito ed essersi visto negare un evidente calcio di rigore.

Quello che si presenta a Perugia non è quindi un arbitro nelle migliori condizioni possibili, ma anche Rapaic non sta benissimo, tanto che Nevio Scala è costretto a farlo accomodare inizialmente in panchina.

Il suo ingresso in campo si rende necessario ad inizio ripresa, con il 'Grifone' sotto di una rete (di Aglietti il goal dei partenopei, dopo che Rudi nel tentativo di ripiegare si è scontrato con l'arbitro Nicchi) e incapace di rendersi pericoloso in avanti.

La speranza tanto di Scala quanto del 'Curi' è quella che il talento croato possa inventarsi qualcosa di decisivo con il suo sinistro. Quello che nessuno può immaginare è che il mancino che utilizzerà per battere Taglialatela non sarà il suo piede educato, bensì il suo braccio.

E' il 60' quando Rapaic, sugli sviluppi di un corner battuto dalla destra da Kreek, sfugge al diretto marcatore e con una vera e propria schiacciata mette il pallone lì dove per il portiere partenopeo è impossibile arrivare.

Tra i pochissimi, tra gli oltre ventimila accorsi allo stadio per assistere alla gara, a non accorgersi dell'irregolarità della rete, ci sono gli uomini della terna arbitrale. Mentre Rapaic scappa via esultando, i giocatori del Napoli iniziano, quasi increduli, a protestare in maniera veemente chiedendo l'annullamento del goal. Nicchi, che non ha intravisto il fallo di mano, si rivolge quindi al guardalinee Farneti che però non riesce ad essergli di aiuto e alla fine, come ultima opzione, non gli resta altro da fare che andare direttamente dal giocatore sperando magari in una 'confessione', ma il gesto con il quale il croato risponde alla sua domanda è eloquente: "L'ho toccata con il mento".

Rete convalidata e palla al centro dopo cinque minuti scivolati via tra furibonde polemiche. E' 1-1, il risultato con il quale poi si chiuderà la sfida. Il Perugia si assicura quindi un pareggio in rimonta che gli consente di raggiungere momentaneamente in classifica il Piacenza al quintultimo posto, mentre il Napoli vede svanire una vittoria che gli avrebbe consentito di vivere un finale di stagione decisamente più tranquillo.

Il post gara sarà di quelli infuocati e ovviamente a finire nel mirino della critica sarà Rapaic. In molti gli contesteranno non tanto un gesto sicuramente irregolare ma probabilmente istintivo, quanto la mancanza di coraggio (e onestà) nell'ammettere che la rete andava annullata.

Il tecnico del Perugia, Nevio Scala, deciderà di evitare microfoni e telecamere e toccherà quindi al suo presidente, Luciano Gaucci, provare a gettare acqua sul fuoco.

"Non parlo di episodi che non sono personalmente stato in grado di valutare, ma in precedenza c'era stato un evidente atterramento di Rudi in area e quello che è eventualmente accaduto potrebbe valere come una parziale compensazione".

Di ben altro tono le parole pronunciate dai tesserati del Napoli. Mentre infatti l'amministratore delegato Innocenti se la prende direttamente con Nicchi ("Farò di tutto perché la mandino direttamente in pensione"), il tecnico Gigi Simoni punta il dito contro il comportamento di Rapaic.

"Questi sono episodi che accadevano tanti anni fa. Credo che cose del genere siano successe solo con Piola e Maradona. Confesso che ho sperato che l'arbitro potesse cambiare idea, soprattutto dopo che si è rivolto direttamente al giocatore per chiedere spiegazioni, ma non è andata così. Non è bello vedere cose di questo tipo, magari in questi casi ci si aspetta un po' più di onestà da parte di chi scende in campo".

Francesco Colonnese, che quel goal lo vide da molto vicino, nel commentare l’accaduto, paragonerà l’attaccante del Perugia ad uno dei più grandi pallavolisti italiani dell’epoca: il leggendario Andrea Zorzi.

“Ci siamo sentiti presi in giro, non solo perché l’arbitro ha preso una decisione incredibile convalidando quel goal, ma soprattutto perché Rapaic ha mentito. In campo non si fa così, bisogna essere leali. Ci ha detto che ha colpito il pallone con il mento e nel farlo sorrideva pure. Tutta l’Italia vedrà in tv qual è la verità. Ha fatto una schiacciata alla Zorzi ed ha avuto anche il coraggio di esultare”.

Il giorno successivo alla partita del ‘Renato Curi’, Milan Rapaic si riscoprirà catapultato sulle prime pagine dei giornali e 'La Gazzetta dello Sport', nelle sue consuete pagelle, lo punirà con un 1 accompagnato da un commento eloquente.

"Ha qualità per la pallavolo. Che Scala gli insegni le basi del fair-play".

Il Perugia al termine di quella stagione retrocederà in Serie B e l'arbitro della sfida con il Napoli, Marcello Nicchi, chiuderà la sua carriera per scelta tecnica dei suoi superiori.

Rapaic resterà in Umbria fino al 2000, consacrandosi come uno dei giocatori più talentuosi dell'intera storia del 'Grifone'. Prenderà parte ai Mondiali del 2002 con la Croazia, competizione nella quale segnerà un goal contro l'Italia, e a Euro 2004, prima di chiudere nel 2008 la sua importante carriera.

Il suo è stato un lungo cammino nel mondo del calcio scandito da tante magie e giocate da vero fenomeno, il cammino di un giocatore molto forte, probabilmente frenato dalla discontinuità.

Dalla 'Mano de Dios' alla 'Mano di Rapaic' il passo è tutt’altro che breve, ma quel goal irregolare ha permesso all’ex attaccante del Perugia di guadagnarsi il suo posto nella memoria di tanti appassionati italiani, oltre che l'accostamento, seppur per qualche giorno, al più grande di tutti: Diego Armando Maradona.

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