Difensore affidabile, forte fisicamente, bravo sulle palle alte e dotato di buona tecnica individuale, Michele Canini nel 2014 ha alle spalle una lunga esperienza in Serie A con le maglie di Cagliari, Genoa, Atalanta e Chievo, dove si è trasferito in prestito per pochi mesi. Le sue quotazioni sono però in ribasso e inizia a guardarsi intorno per trovare una destinazione che possa soddisfarlo.
Nato a Brescia il 5 giugno del 1985, Michele aveva debuttato nel massimo campionato all'età di 20 anni il 28 agosto 2005, nella partita Siena-Cagliari 2-1, grazie al presidente Massimo Cellino, che lo aveva prelevato dalla Sambenedettese, in Serie C1, dove aveva fatto il suo esordio nel calcio professionistico.
Sembrava destinato a fare grandi cose e a vestire un giorno la maglia della Nazionale maggiore, dopo aver giocato in tutte le Rappresentative azzurre giovanili a partire dall'Under 16. Ma il 29 maggio 2006, il grave infortunio riportato al ginocchio sinistro contro l'Olanda agli Europei Under 21 lo costringerà ad un lungo stop e ad una carriera che pur importante non sarà quella che tutti prima immaginavano per lui.
A Cagliari aveva poi messo radici, formando con Diego Lopez prima e Davide Astori poi due coppie difensive rimaste nella storia del club rossoblù e trovando nella stagione 2010/11 quelli che rimarranno gli unici 2 goal in carriera in Serie A nelle vittorie al Sant'Elia contro Lecce (3-2) e Chievo (4-1).
Dopo 7 stagioni nell'isola con 185 presenze complessive e 2 goal, Canini aveva lasciato la Sardegna nel 2012 per indossare un'altra maglia rossoblù, quella del Genoa, ma nelle sue successive esperienze non era più riuscito a giocare con continuità.
Sotto la Lanterna era rimasto appena sei mesi, collezionando soltanto 15 presenze. Poi il ritorno vicino a casa, con la maglia del club nel quale si era formato a livello giovanile, ovvero l'Atalanta, nel gennaio 2013.
A Bergamo il difensore rimane complessivamente un anno, totalizzando 21 apparizioni, ma la scintilla con il tecnico Stefano Colantuono non scocca, ed ecco che a gennaio si ritrova in prestito al Chievo.
"Non è stato un periodo esaltante, per tanti fattori - dirà a 'Il Corriere della Sera' nel gennaio 2015 -. Un po’ il feeling con l’allenatore, che non mi vedeva. Io in effetti non ho fatto benissimo".
Non va meglio a Verona, dove disputa appena 6 partite nella seconda metà della stagione 2013/14. Ecco perché, rientrato a giugno all'Atalanta, proprietaria del suo cartellino, visto che la Dea non può garantirgli un posto da titolare, Canini nell'estate 2014 inizia a guardarsi intorno.
È in quel momento che di lui si ricorda Massimo Ficcadenti. Il tecnico di Fermo si è trasferito in Giappone nel dicembre 2013 per guidare la squadra della capitale, l'FC Tokyo, e in passato aveva allenato il Cagliari e Canini fra il 2011 e il 2012 senza molta fortuna, collezionando due esoneri e un subentro con il vulcanico patron Cellino.
All'ex allenatore rossoblù serve un difensore d'esperienza, ed ecco che quella dello scontento Canini appare più di un'opportunità. Le trattative vanno avanti, e quando arriva l'ok del giocatore, l'FC Tokyo si accorda con l'Atalanta per un prestito con diritto di riscatto. A luglio Canini può così fare le valigie per sbarcare nel Paese del Sol Levante.
Superate le difficoltà iniziali legate alla lingua e agli usi e costumi nipponici, il difensore centrale, dopo diverse panchine in campionato, è pronto per fare il suo esordio. L'atteso debutto per il difensore lombardo arriva negli ottavi di finale di Coppa dell'Imperatore il 7 settembre 2014.
Ficcadenti lo lancia titolare, ma il Tokyo perde 2-1 ad opera dello Shimizu S-Pulse e viene eliminato dal torneo. La data è comunque di quelle da cerchiare in rosso per essere ricordata: il difensore lombardo diventa infatti il quarto giocatore italiano nel calcio giapponese dopo gli apripista Totò Schillaci e Daniele Massaro e il meno noto Giuseppe Zappella.
GettyPer il resto del 2014 Canini trova il campo altre 3 volte, tutte nel mese di ottobre e in campionato, nel torneo che può essere paragonato a quello di Clausura argentino. In queste partite colleziona 2 sconfitte e una vittoria, con il Tokyo che si piazza al 9° posto in classifica. Tornato in Italia per la pausa, rilascia dichiarazioni di grande elogio per il calcio nipponico.
"Quello giapponese è un calcio discreto - afferma a 'Il Corriere della Sera' -, sta crescendo come visibilità, ci sono tanti giovani e pochissimi stranieri. Viene seguito anche dalla gente, sebbene lo sport principale sia il baseball. Ci sono stadi nuovi, famiglie e anziani vengono a vedere le partite con la maglia del club, i tifosi si mischiano e non ci sono problemi".
"A saltare all'occhio è la cultura dell’educazione. I giapponesi sono molto rispettosi, seguono le regole, la giornata inizia presto, mentre c’è una pausa a metà giornata. Molti rimangono a cena fuori, gli impiegati quasi sempre".
"Le partite ripartiranno a marzo. Siamo arrivati noni in classifica, abbiamo galleggiato più o meno sempre lì. Io sono arrivato tardi e ho giocato relativamente poco. La lingua rappresenta un problema: in pochi parlano inglese, e pure male. Però il club mi ha affidato a un traduttore. E io mi sono segnato qualche vocabolo importante".
Quanto alle sue giornate in terra nipponica, Canini racconta:
"Di mattina porto all'asilo mio figlio, mentre il pomeriggio vado all'allenamento. Alla sera infine faccio una passeggiata in città, Tokyo ha molto da offrire".
Anche la famiglia si è ambientata bene.
"Si trova molto bene - assicura Canini -. Mio figlio piccolo frequenta una scuola internazionale di inglese, così impara un po’ la lingua. Mia moglie si è adattata benissimo, le piace la città. Sul mangiare poi, qui il sushi è di un'altra categoria".
Una sola cosa vorrebbe cambiare:
"In Giappone gli arbitri sono veramente scarsi - sostiene l'italiano -, e lo dicono pure loro. Ma i giocatori non parlano, non criticano, non c’è una parola fuori posto, un commento. Non è come da noi, dove si attende solo l’errore per colpevolizzare l’arbitro".
Il difensore lombardo, terminate le vacanze invernali, riparte per il Giappone per giocare il primo campionato del 2015 (paragonabile al torneo di Apertura argentino). Ficcadenti gli concede più spazio, visto che Caninidisputa 7 partite in J1 League e una in Coppa di Lega giapponese. Il Tokyo ottiene risultati molto positivi e si piazza al 2° posto finale con 35 punti alle spalle dell'Urawa Red Diamonds, primo a quota 41.
Canini disputa l'ultima gara della sua avventura nipponica il 16 maggio 2015 in casa dei rivali dell'Urawa Reds, partita in cui l'FC Tokyo rimedia un pesante k.o. per 4-1. Scaduti i termini del prestito annuale, la società della capitale non esercita il riscatto del giocatore, che fa così ritorno in Italia all'Atalanta.
L'esperienza in terra nipponica del difensore italiano è già terminata con un bilancio di 12 presenze senza goal: la Dea a settembre lo manda in prestito all'Ascoli. Dopo il secondo torneo 2015 (paragonabile al campionato di clausura), chiuso con un piazzamento in 6ª posizione, invece, l'FC Tokyo di Ficcadenti terminerà il suo 2015 con un 4° posto complessivo che vale l'accesso ai playoff della Champions League asiatica.
Nonostante le poche presenze fatte, Canini, che continuerà la sua carriera in Italia fino all'età di 34 anni, militando anche con Parma, Cremonese, Feralpisalò e Pergolettese, non si pentirà mai della sua breve esperienza nel Paese del Sol Levante.
"È stata stupenda - ha assicurato in un'intervista ad 'Eurosport' -, Ficcadenti ha dato vita ad un vero e proprio miracolo. Io ci sono stato solo un anno, ma lui si è integrato alla perfezione. La vita in Giappone per un calciatore è appagante e il calcio è in continua crescita".
"Tornando indietro rifarei la scelta mille volte - assicura a'Cagliarinews24.com' nel 2020 -. Anche se dopo in Italia ho avuto difficoltà a trovare squadra: per tanti D.s. sembrava che fossi stato via un’eternità, ma era passato solo un anno. Quella giapponese è stata per me una stagione intensa, ho conosciuto un calcio diverso a cui tanti dovrebbero iniziare ad interessarsi: ci sono davvero tanti talenti" .
