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2018-09-10-2009-juventus-del-piero-marchisio(C)Getty images

Marchisio, una vita in bianconero: "La Juventus è una famiglia"

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15 anni, dal 1993 al 2018, con una spruzzata di Empoli e poi di Zenit. Una vita in bianconero. Claudio Marchisio, prima ancora che un grande ex centrocampista, è una sorta di uomo immagine della Juventus. Dove ha giocato, dove ha vinto, dove si è goduto ogni momento di una carriera da tifoso, non solo da giocatore.

A 'Casa Juventibus', naturalmente, l'argomento principale verte su due colori: il bianco e il nero. Che, mischiati l'uno con l'altro, non producono il grigio, ma l'anima di un 'Principino' che alla Juve ha dedicato ogni goccia del proprio sudore.

"Per me la Juventus è stata una famiglia. Al di là della parte più interessante del tifo: le vittorie.  Dal 1993 ho fatto una trafila che mi ha portato a diventare un calciatore professionista, ma anche un uomo".

Un uomo con un numero ben preciso sulle spalle: l'8. Una maglia divenuta quasi indistinguibile dal suo portatore.

"Numero 8 perché è sempre stato quello più importante a centrocampo. Non soltanto nel mondo Juve: da Tardelli a Conte. E' il simbolo del centrocampo, la capacità di fare le due fasi, la duttilità. Quello che si inserisce. Nasce tutto nell'anno del ritiro di Pavel Nedved. Avevo il 19, scelto per il mio compleanno, Amauri cambia: passa dall'8 all'11. E il numero si libera. A Pessotto, che era il team manager, ho rotto le scatole tutta l'estate affinché quella casacca vacante andasse al sottoscritto". 

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Con la numero 8 sulle spalle, Marchisio vince di tutto e di più. Oltre a due finali di Champions League. Senza scordare l'inizio di tutto, il ritorno della Juventus vincente, targato Antonio Conte.

"Conte è stato l'artefice di questo ciclo vincente. Ha cambiato tutti. Ha cambiato anche chi aveva già vinto tanto. Ha riportato quell'anima che si era persa negli anni". 

Dopo Conte, Massimiliano Allegri. Ed è proprio con il condottiero toscano che Marchisio, nell'estate del 2018, decide di spezzare il cordone ombelicale. Destinazione: San Pietroburgo, Russia. Ovvero Zenit.

"Con lui mi sono trovato benissimo. E' normale che poi la mia carriera sia andata a finire quando c'era lui. Ma il rapporto è stato ottimo fin dall'inizio, soprattutto nei primi anni mi ha dato fiducia. Dopo un infortunio è normale che possano cambiare le visioni, ma il rapporto è stato ottimo".

In futuro, chissà, Marchisio e la Juventus potrebbero anche incrociare nuovamente le proprie strade. Un'ipotesi che il 'Principino', figurarsi, non può sentirsi di escludere.

"Qualcosa con la Juve in futuro? Dipende. La mia juventinità non si va a pesare con un tesserino o un titolo, quella rimarrà per sempre. Bisognerà parlarne, vedremo cos'accadrà in futuro".

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