Pubblicità
Pubblicità
Luc Nilis GFX

Luc Nilis, il miglior compagno d’attacco con il quale Ronaldo abbia mai giocato

Pubblicità
Archivio Storie

E’ l’estate del 1994 e Ronaldo Luís Nazário de Lima ha appena vissuto l’esperienza più importante della sua giovane vita calcistica. A diciotto anni non ancora compiuti infatti, si è infatti laureato Campione del Mondo con la sua Nazionale: quella del Brasile.

Il ragazzo nato e cresciuto a Rio de Janeiro, che nei mesi precedenti è esploso definitivamente a Belo Horizonte con la maglia del Cruzeiro addosso, in realtà non è stato tra i protagonisti assoluti del Campionato del Mondo che si è appena concluso, ovvero USA ’94, ma già solo il fatto di essersi spinto fino al punto di poter toccare con le sue mani quel trofeo che rappresenta il sogno di qualsiasi giocatore, quando molti dei suoi coetanei sono ancora impegnati nei campionati giovanili, fa capire quanto generoso sia stato con lui il Dio del Calcio.

Quell’attaccante, che di lì a poco per tutto il mondo sarebbe stato semplicemente ‘O Fenômeno’, nel Mondiale statunitense non riesce a totalizzare un solo minuto in campo, poiché chiuso da gente come Bebeto, Romario, Paulo Sergio e Muller, ma se dal punto di vista statistico la cosa può giustamente rappresentare un cruccio, dal punto di vista pratico cambia poco la realtà: uno che a diciassette anni riesce guadagnarsi uno posto tra i ventidue migliori giocatori del Brasile, è con ogni probabilità già pronto per il grande salto in Europa.

Quando Ronaldo torna a casa da Campione del Mondo, lo fa sapendo che sulle sue tracce ci sono già diversi club del Vecchio Continente. Dall’altra parte dell’oceano arrivano d’altro canto voci che parlano di un qualcosa che non si era mai visto prima e anche le recensioni degli osservatori che l’hanno visto da vicino sono generalmente concordi: il Cruzeiro ha per le mani una sorta di extraterrestre.

A vincere la corsa che porta al suo cartellino è il PSV, una società olandese che anni prima ha già avuto il merito di portare in Europa Romario. Ad Eindhoven sono così convinti di aver individuato un nuovo campione, che mettono sul piatto qualcosa come sei milioni di dollari pur di convincere il Cruzeiro a cedere il proprio gioiello e nel 1994, se qualcuno ti offre una cifra del genere per un ragazzo non ancora diciottenne, semplicemente non puoi dire di no.

Ronaldo lascia il ‘suo mondo’ per sbarcare in un ‘nuovo mondo’ del quale sa poco. L’Olanda non è esattamente la cosa più simile al Brasile che ci sia in circolazione e anche Eindhoven, da quello che si dice, ha poco a che spartire con Rio de Janeiro e Belo Horizonte.

Al futuro Fenomeno non resta allora che alzare la cornetta e chiamare proprio Romario. Nessuno meglio del compagno di Nazionale conosce quella realtà e nessuno quindi gli può spiegare in breve cosa lo attenda. ‘O Baixinho’ ad Eindhoven ha segnato valanghe di goal e si è anche tolto lo ‘sfizio’ di alzare non pochi trofei, tuttavia il ricordo che ha della città non è propriamente dei migliori.

“Cosa c’è lì? Il freddo… ah e la Philips… ad Eindhoven ci sono il freddo e la Philips sì…”.

Il quadro dipinto da Romario non è propriamente dei più esaltanti, ma quello che non può sapere è che Ronaldo ad Eindhoven troverà anche un qualcosa di molto speciale: il miglior partner d’attacco con il quale abbia condiviso il campo nel corso della sua carriera.

“Io ho giocato con gente come Figo, Romario, Zidane, Rivaldo, Djorkaeff e Raul, ma nessuno è stato come lui - racconterà anni dopo a ‘Sport TV’ - Era semplicemente fantastico, sicuramente il miglior compagno di reparto che abbia mai avuto”.
Ronaldo PSVGetty

Il giocatore citato da Ronaldo è stato effettivamente un campione ma, a differenza di molti dei campioni che hanno visto le proprie strade incrociarsi con quelle di Ronaldo, ha sempre preferito vivere lontano dalle luci dei riflettori. La cosa ha portato inevitabilmente il suo nome a restare meno impresso nella memoria di molti, ma chi ha avuto modo di vederlo all’opera certamente non l’ha dimenticato: si chiamava Luc Nilis, era belga e con il pallone ci sapeva fare come pochi.

Il calcio per lui era sempre stato una cosa di famiglia e questo perché il padre Roger era stato un giocatore professionista nel corso degli anni ’60. Sarà proprio tra le mura di casa che inizierà a a capire che un gioco può trasformarsi anche in un lavoro.

“Mio padre era molto severo - ha ricordato a ‘Karakters’ - Ci allenavamo insieme per ore e ore tutti i giorni e la cosa ha dato presto i suoi frutti. Una volta, a livello giovanile, ho segnato 106 goal in una sola stagione. Mia nonna mi dava un franco per ogni rete, finché un giorno ne ha avuto abbastanza e mi ha detto ‘Mi renderai povera’”.

Nilis di goal ne farà sempre tanti. A metà degli anni ’80 diventerà la punta di diamante dell’Anderlecht, squadra con la quale vincerà tutto a livello nazionale, compreso quatto campionati, e giovanissimo entrerà anche nel giro della rappresentativa maggiore belga.

Segna con una continuità spaventosa e mostra doti che dalle sue parti in pochi hanno, ma c’è un problema: nel suo Paese si sente poco apprezzato. La stampa del posto gli preferisce altri giocatori e la cosa non solo non gli farà piacere, ma lo porterà, nel 1994 a prendere la decisione di trasferirsi nella vicina Olanda.

A 27 anni Nilis è già un giocatore nel pieno della maturità calcistica e con oltre cento reti alle spalle, ma di lui a livello europeo si sa meno di quanto si dovrebbe sapere. Sarà ad Eindhoven che si consacrerà al punto da diventare uno dei giocatori più amati dell’intera storia del PSV.

Si trasferisce in ‘casa Philips’ in contemporanea con Ronaldo e sebbene i due abbiano età diverse, vengano da mondi diversi e intendano il calcio in maniera diversa, quella che si viene a creare è un’alchimia unica. E’ fondamentalmente questa, d’altronde, una delle cose che rende il calcio qualcosa di incredibilmente magico: persone che non hanno nulla in comune, insieme possono ritrovarsi a fare cose meravigliose solo perché parlano bene il linguaggio universale del pallone.

Nilis quel linguaggio lo conosce in ogni sua declinazione, tanto che nel corso della sua carriera si è guadagnato l’appellativo di ‘Lucky’. E’ un soprannome che gli sta così bene addosso, da meritarsi almeno un paio di chiavi di lettura. Secondo alcuni infatti, Nilis è ‘Lucky’, quindi fortunato, perché si trova sempre al punto giusto e al momento giusto sulla traiettoria del pallone. Secondo altri invece, come ‘Lucky Luke’, il mitico personaggio dei fumetti creato dal belga Maurice de Bévère, è così abile nel gesto tecnico da essere più veloce della sua stessa ombra.

“Lui mi passava il pallone ed io facevo goal - ammetterà ancora Ronaldo - In ogni singola partita mi forniva tantissimi assist e mi aiutava sempre anche prima di una gara. Se in Olanda sono riuscito a vincere il titolo di capocannoniere è stato anche grazie a lui”.

Alto e potente, ma dotato anche di enormi dosi di qualità tecnica, Nilis è nella coppia quello che ha la capacità di intuire in largo anticipo dove andranno il pallone e il compagno di reparto. Alcune delle sue intuizioni sono semplicemente geniali e se alle sue doti si uniscono l’esplosività, la velocità e le qualità balistiche di Ronaldo, ecco che effettivamente quello che viene fuori è il ‘duo perfetto’.

Il loro è un buon PSV, ma che non può nulla contro un Ajax così forte da laurearsi campione d’Europa. I Lancieri dominano il campionato, ma dal punto di vista dei premi individuali a farla da padrone è proprio sono le stelle che stanno illuminando il Philips Stadion. Ronaldo infatti si laurea capocannoniere dell’Eredivisie 1994-1995 grazie ai 30 goal messi a segno in 33 partite, mentre Nilis si aggiudica il riconoscimento di ‘Miglior giocatore del campionato’.

Luc Nilis PSVGetty

Nell’annata successiva il PSV sembra avere le carte in regola per contrastare l’Ajax, ma Ronaldo si fa male ad un ginocchio (la cosa purtroppo diventerà una consuetudine in carriera) e non va oltre le 13 presenze nel torneo, comunque condite da 12 goal. Il peso dell’attacco della compagine di Eindhoven si sposta dunque tutto sulle spalle di Nilis, che mette a segno 21 reti che gli varranno il titolo di capocannoniere, ma che non basteranno al PSV per tornare sul tetto d’Olanda.

Quando al termine della stagione le strade di Ronaldo e Nilis si divideranno, ad Eindhoven saranno in molti a pensare a quella coppia come ad un qualcosa di irripetibile. La storia racconterà una versione diversa dei fatti.

“Nilis non era certamente più forte di Zidane, ma era un giocatore generosissimo - spiegherà Ronaldo - Proprio Zidane è stato l’unico che è riuscito ad avvicinarsi a lui in termini di supporto che ho ricevuto in campo”.

Mentre Ronaldo spiccherà il volo che lo condurrà ad essere considerato uno dei più grandi attaccanti dell’intera storia del calcio, Nilis resterà al PSV per scrivere la sua di storia. Riuscirà a trascinare la squadra alla conquista del titolo di campione d’Olanda nella stagione 1996-1997 da capocannoniere (ancora 21 reti) e nell’annata 1999-2000 vincerà ancora la Eredivisie, questa volta condividendo il reparto d’attacco con un altro campione in rampa di lancio: tale Ruud van Nistelrooy.

Come accaduto anni prima a Ronaldo, l’allora giovane punta olandese troverà nel campione belga un compagno di reparto formidabile. I due comporranno una delle coppie più letali dell’intero panorama calcistico europeo e nei due campionati che giocheranno insieme segneranno complessivamente 55 goal nella prima stagione (van Nistelrooy si laureerà capocannoniere con 31 centri, mentre Nilis si piazzerà secondo con 24) e 48 nella seconda.

Bobby Robson, grande maestro di calcio che di quel PSV era l’allenatore riuscirà, come spesso gli accadeva, a riassumere il tutto con un battuta.

“Nilis e Van Nistelrooy sono come uova e pancetta”.

Van Nistelrooy, proprio come Ronaldo, diventerà poi uno degli attaccanti più forti della sua generazione, e ancora come Ronaldo non dimenticherà mai ciò che Nilis era riuscito a dargli in veste di compagno di reparto.

“Io devo tutto a Nilis. Non c’è nessun altro giocatore che rispetto quanto lui. Non credo di aver mai avuto altri compagni d’attacco come Luc. A volte mi faceva impazzire, mi veniva voglia di strozzarlo, ma quello che provavo era un odio vicinissimo all’amore. E’ anche per questo che è diventato uno dei miei migliori amici”.

Quando nell’estate del 2000 Nilis lascerà il suo PSV per trasferirsi all’Aston Villa, lo farà sapendo che ha già varcato la soglia dei 33 anni e che quindi quella per lui è l’ultima possibilità di giocare in un grande campionato come la Premier League e di guadagnare cifre importanti.

Il campione belga segna al debutto con la nuova maglia in Intertoto contro il Dukla Pribram e trova la via della rete anche contro il Chelsea nel suo esordio in Premier. Per i tifosi dei ‘Villans’ è già un idolo assoluto, ma il 9 settembre del 2000, alla sua terza partita con la compagine di Birmingham, a seguito di uno scontro con il portiere dell’Ipswich Town, Richard Wright, riporta due fratture composte alla tibia destra.Lucky’ Luc, Luc ‘Il fortunato’, non giocherà mai più.

Luc NilisGetty
“Se avessi preso quel colpo a diciotto anni, la mia carriera sarebbe finita prima ancora di cominciare. Non posso lamentarmi dunque. Non sono uno che si lascia andare ai rimpianti, quando penso a tutto ciò che ho fatto in carriera, mi sento felice”.

Non è stato Figo o Baggio e non è stato nemmeno Zidane, Kakà, Vieri, Beckham, Romario o Ronaldinho, Ronaldo però, tra tutti i campioni con i quali ha giocato, non ha avuto dubbi nell’indicare in lui il partner perfetto… e non è esattamente una cosa da poco.

“Certo, se ci mettiamo ad elencare quei nomi lì, sembra strano che mi abbia messo in cima alla sua lista. La cosa però mi riempie d’orgoglio”.
Pubblicità