"Milito in una società molto importante, il Napoli è una squadra di valore. Ho degli ottimi compagni e c'è una forte concorrenza. Ho avuto l'opportunità di crescere molto, ma la verità è che mi piacerebbe andare in un club più grande, mi considero un calciatore molto competitivo, con obiettivi chiari, mi sento ad un buon livello, mi piacerebbe fare questo passo in avanti. Mi auguro di crescere a livello personale, spero di raggiungere i miei obiettivi".
Le dichiarazioni di Hirving Lozano - poi chiarite via social - rilasciate a metà novembre durante la sosta, a poco più di un mese di distanza risuonano come il preludio di ciò a cui il Napoli sarebbe andato incontro. Il messicano aveva sbandierato ambizioni e fatto intendere di voler maggiore spazio, ma da quell'intervista concessa ad 'Azteca Deportes' le cose sono soltanto peggiorate. Sia per il Chucky, che per gli azzurri.
"Avere delle ambizioni è normale, tutti devono averne - il successivo commento di Spalletti in conferenza sulle parole del calciatore - Mi auguro che lui a fine anno riceva gli interessamenti di club che ritiene più importanti: significherebbe che i nostri obiettivi sono stati raggiunti. La scorsa stagione non sono arrivate richieste dopo l’esclusione dalla Champions League. Per far sì che arrivino servono le vittorie che diano una certa visibilità, le sconfitte riportano tutti dentro una stessa dimensione".
La 'cura' Gattuso aveva ribaltato giudizi e scenari sull'ex PSV Eindhoven, pagato 40 milioni nell'estate 2019 e considerato uno dei colpi più sensazionali della storia recente del Napoli. Grandi attese tradite da una prima stagione flop, poi colmate da un 2020/2021 in cui Lozano aveva trovato dimensione e continuità. Una continuità nuovamente svanita nel nulla con l'avvento di Spalletti, il quale sta dando al ragazzo la fiducia reclamata senza però essere ricambiato in termini di rendimento.
I numeri stagionali di Lozano parlano chiaro: 26 partite giocate, 3 goal e 3 assist con 16 maglie da titolare, ma soprattutto 9 partenze dal primo minuto da quell'intervista in avanti. Ossia sempre, dal 21 novembre (Inter-Napoli) a Napoli-Spezia del 22 dicembre, con un bottino di appena una rete all'attivo.
GettyPoca visione, limiti tecnici al momento di concludere, rebus tattici legati alla difficoltà di ricamargli il ruolo giusto in cui brillare: attorno a Lozano aleggia un nugolo di punti interrogativi, figli del trend deludente fatto registrare dal numero 11 partenopeo. L'esatto contrario di quanto gli accade in patria, dove è considerato una stella.
Non c'è dubbio che il grave infortunio al volto rimediato a luglio in Messico-Trinidad & Tobago abbia potuto condizionare l'approccio al 2021/22 del Chucky, ma trascorsi 5 mesi e giunti al giro di boa della stagione, tirare qualche somma è più che legittimo. Soprattutto per l'entità dell'investimento compiuto dal Napoli, ad oggi difficilmente giustificabile se non da qualche sprazzo convincente.
Il match con lo Spezia sintetizza a dovere il momento di Lozano e le sensazioni dell'ambiente sull'attaccante: tanta corsa, poca concretezza e confusione tecnica. Una discontinuità nella quale è caduto tutto il Napoli, reduce da 3 sconfitte nelle ultime 4 giornate di Serie A. Volendo allargare il range, 3 vittorie, 2 pareggi e ben 5 ko in 10 partite dal 7 novembre ad oggi.
L'imperativo di inizio 2022 dev'essere quello di tornare a correre con regolarità, e per farlo Spalletti ha bisogno anche del miglior Chucky.


