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Loic Nego sfida l'Italia: da meteora della Roma a freccia dell'Ungheria

Il 2010, l'anno del disastro francese ai Mondiali in Sudafrica con tanto di ammutinamento contro il ct Domenech, segna la fine di un ciclo glorioso e l'inizio di una nuova era per i nostri cugini d'Oltralpe. Perché se la vecchia Francia esce umiliata e con le ossa rotte del Mondiale, c'è una nuova Francia che quasi contemporaneamente getta le basi per un'altra generazione d'oro.

Un nuovo ciclo che inizia con la vittoria dell'Europeo Under 19, prosegue con il trionfo ai Mondiali Under 20 e raggiunge l'apice con il successo in Russia nel 2018. La Francia che vince l'Europeo Under 19 nel 2010 è la Francia di Lacazette e soprattutto della stella nascente Griezmann, il vero filo conduttore della rinascita dei Bleus. Ma è anche la Francia di Loic Nego, il protagonista della nostra storia, avversario martedì contro l'Italia con la maglia non dei transalpini, ma dell'Ungheria.

Terzino moderno, che abbina grande fisico a ottima tecnica, Nego non salta nemmeno un minuto di quegli Europei. Parecchi club importanti iniziano a mettere gli occhi su di lui, ma è la Roma a fare il passo decisivo. Sabatini fiuta il grande colpo e ingaggia Nego a costo zero alla scadenza del suo contratto con il Nantes. Sarà lui il primo acquisto della Roma americana.

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Malu Mpasinkatu, grande esperto di mercato internazionale e scouting giovanile, approva sin da subito il suo ingaggio da parte della Roma:

"È un giocatore molto bravo, che la Roma ha preso in prospettiva futura. Al Nantes ha fatto esperienza, nella Capitale può maturare ancora e fare il definitivo salto di qualità".

Nego è aggregato inizialmente alla Primavera, ma non viene mai preso in considerazione dall'allora tecnico giallorosso Luis Enrique per la prima squadra. Nella prima Roma americana, ancora in costruzione e in cerca di un'identità, non c'è spazio per le scommesse. Nego è ancora troppo acerbo e, diciamocelo chiaramente, non sembra nemmeno il fenomeno che tutti pensavano potesse diventare.

La Roma inizia così a girarlo in prestito, prima in Belgio e poi in Inghilterra, ma i risultati non arrivano. Nel 2015, con la cessione a titolo definitivo in Ungheria, la carriera di Nego sembra sprofondare lentamente verso l'anonimato. In realtà, il trasferimento al MOL Fehervar gli cambierà completamente la vita.

In poco tempo diventa infatti un perno assoluto, un titolare inamovibile, come ai tempi della Francia Under 19. Col MOL Fehervar vince un campionato e due coppe d'Ungheria, mettendoci sempre la sua firma. Dal 2015 ad oggi mette insieme centinaia di presenze, diventando un intoccabile.

2020-11-13-hungary(C)Getty Images

La Roma è un lontano ricordo, così come la nazionale francese. Per questo nel 2019 diventa a tutti gli effetti un cittadino ungherese, con la possibilità di vestire la maglia della nazionale magiara. Una possibilità che diventa realtà nell'ottobre 2020, quando Nego viene convocato per la prima volta e fa il suo debutto contro la Bulgaria nelle semifinali playoff di qualificazione agli Europei.

Il ct italiano Marco Rossi si innamora della duttilità di Nego e lo schiera praticamente in tutti i ruoli: trequartista, esterno alto e centrocampista centrale. L'Ungheria raggiunge la finale playoff per l'accesso all'Europeo contro l'Islanda, ma Nego parte dalla panchina. Il suo ingresso in campo, però, cambierà la storia.

Nego subentra ad Adam Nagy all'84' e quattro minuti dopo segna il goal del pareggio sfruttando un batti e ribatti in area di rigore. La sua esultanza è sfrenata, Nego bacia la maglia della nazione che gli ha concesso una seconda possibilità. Lui l'ha ripagata lanciandola verso l'Europeo. In pieno recupero, infatti, il baby fenomeno Szoboszlai ribalta clamorosamente tutto: 2-1 e qualificazione per l'Ungheria.

Gli Europei itineranti, poi, Nego li giocherà. Entrando per l'ultima mezz'ora nella gara d'esordio contro il Portogallo e gustandosi tutti i 90 minuti sia contro la Francia che contro la Germania. L'Ungheria viene eliminata subito, ma intanto l'ex giallorosso si è ritagliato un posto. E ora vuole mettersi in luce anche in Italia, il paese che non ha creduto in lui.

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