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Juventus Inter Serie AGetty

Le porte inviolate e la miglior difesa della Serie A: il 3-5-2 di Allegri ha cambiato la Juventus

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"Sicuramente ha dato più sicurezze", ma non solo. La Juventus è ritornata a fare la Juventus e la partita che ha consegnato alla formazione bianconera il Derby d'Italia è la perfetta sintesi di una delle mosse più riuscite da quando Massimiliano Allegri ha iniziato ad avere a che fare con il mondo della Madama. Non solo da quando è tornato a Torino.

Ritornare a un 3-5-2 più solido e concreto ha restituito ai bianconeri la consapevolezza di potersi difendere e attaccare senza subire troppo il gioco avversario, aspetto fin troppo importante nelle ultime due stagioni: e non a caso la Juventus è la migliore difesa della Serie A, attualmente, con 7 goal al passivo.

L'ultimo dei quali anche uno dei più allarmanti dell'intera esperienza di Allegri sulla panchina della Vecchia Signora, dal 2015 ad oggi: la rete siglata da Brahim Diaz nella gara contro il Milan a San Siro, con la linea difensiva immobile a osservare e subire, inerme, l'avversario.

E' cambiata, la Juventus: è tornata a essere una squadra con delle idee, proprio come l'Inter di Simone Inzaghi dopo aver fatto uno o due passi indietro rispetto alla filosofia "offensivista" che l'ha vista subire, comunque, tanti, troppi goal in questa stagione. Coprirsi, aspettare e ripartire è sempre la mossa giusta.

Nella trasformazione dei bianconeri grande merito, comunque, va a un pacchetto difensivo tornato a essere importante nonostante le sbavature, nella versione con Danilo, Bonucci e Alex Sandro, o in quella con Bremer al centro. Non sarà la BBC che ha permesso ad Allegri di conquistare due finali di Champions League, ma nel contesto è una buona linea.

Tactics Juventus InterDAZN

(La capacità di ripiegare all'indietro, dopo la brutta palla persa da Locatelli prima del raddoppio di Fagioli)

Proprio il rientro del centrale brasiliano ha messo in luce la possibilità di mettere in pratica una fase difensiva più moderna e difficilmente comparabile con quella che fino al 2019 ha caratterizzato i successi bianconeri: la fisicità dell'ex Torino consente di poter ripiegare con facilità all'indietro (come nel caso del recupero palla, con intercetto, che ha fatto partire l'azione del goal di Fagioli), mentre Danilo e Alex Sandro possono facilitare il gioco sulle corsie esterne, supportandole persino in costruzione. Proprio Bremer e Danilo guidano la speciale classifica dei migliori, in squadra, nell'intercettar palloni: 20 il primo, 16 il secondo.

Il rimando alla BBC, comunque, è simbolico ovviamente, ma anche dovuto al richiamo storico dell'ultima volta in cui la Juventus era riuscita a non subire goal per 4 partite consecutive in Serie A, nel 2018. E' un buon segnale.

Il resto lo consegna l'efficacia degli spostamenti di Cuadrado e Kostic in ruoli maggiormente congeniali alle loro caratteristiche: sia in termini di spinta, che in quelli di altezza della squadra, con gli avversari inevitabilmente costretti ad abbassarsi. Tant'è che sono gli interpreti che creano più occasioni pericolose (limpide e chiare): 7 Kostic, 5 Cuadrado, fin qui, in Serie A.

Una mossa che regala ampiezza e che libera il carico di responsabilità degli attaccanti, favorendo anche le mezz'ali, come Adrien Rabiot, che possono inserirsi tra le linee offrendo opportunità diverse per segnare. Non è un caso, insomma, che proprio il francese sia andato di nuovo a segno, rendendosi pericoloso anche in altre circostanze. Oltretutto, insieme a Fagioli, ha svolto un ruolo fondamentale in mezzo al campo, scalando sul mediano, in questo caso Locatelli, quando l'Inter tendeva a venire in mezzo al campo per trovare il dai e vai con la trequarti: in questo modo riuscivano sempre a raddoppiare, riconquistando il possesso.

"All'inizio giocavamo mezz'ora poi uscivamo dalla partita, ora invece ci rimaniamo", ha spiegato Allegri nel postpartita.
Tactics 2 Juventus InterDAZN

(Alex Sandro si sgancia per sfruttare il buco aperto in mezzo al campo, dando il via all'azione pericolosa di Kostic al 62')

L'altro fattore della "nuova" Juventus è la capacità di andare in pressione sull'avversario, senza perdere ordine in campo: l'Inter di Inzaghi è una delle migliori squadre per capacità di costruire nello stretto, ma si è trovata a buttar via la palla (soprattutto nelle costruzioni che hanno coinvolto Barella nei primi passaggi) per via della pressione dei bianconeri. In termini numerici questo si traduce nelle 8 palle intercettate nel corso del Derby d'Italia, dato medio rispetto alle sfide "italiane" dal passaggio al 3-5-2 (ovvero dal Derby della Mole in poi, rispettivamente 10 con il Torino, 11 con l'Empoli e 6 con il Lecce).

Dal punto di vista offensivo è curioso il numero degli expected goal: eccezion fatta per la gara contro i salentini (con zero "grandi occasioni" create e con uno 0.59 di expected goal), grazie anche alle ultime quattro sfide dal passaggio al 3-5-2 la Juventus ha portato il dato alla media di 1.38 di expected goal (con i picci di 3.47 con l'Empoli e 2.27 con il Torino), considerando anche che proprio quella al Via del Mare è stata l'unica della serie con il 4-4-1-1.

Sull'inserimento dei giovani, Miretti e Fagioli, bisogna però aprire una parentesi: senza gli infortuni probabilmente non ci saremmo trovati di fronte a una possibilità del genere. La fortuna, nella sfortuna, a volte aiuta. I dubbi relativi ai rientri di Chiesa e Di Maria, invece, sono da rimandare al "dopo-Mondiali": mentre l'Azzurro può adattarsi, giocando da seconda punta, per "El Fideo" bisognerà trovare una soluzione. Ma non occorre pensarci adesso.

Alle critiche delle scorse settimane, soprattutto mesi, bisogna sostituire quindi il riconoscimento dei meriti di un Massimiliano Allegri che ha preso una scelta coraggiosa (anche negli interpreti della linea difensiva), ritornando a tre dietro, ma non solo. La trasformazione della Juventus è completa.

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