30 gennaio 2007. Non una data qualunque nella storia del Milan, ma il giorno in cui Ronaldo 'Il Fenomeno', il centravanti che era stato in nerazzurro il 'nemico sportivo' numero uno per il Diavolo, abbraccia i colori rossoneri.
L'Amministratore delegato Adriano Galliani cercava disperatamente un sostituto all'altezza di Andriy Shevchenko, trasferitosi in estate al Chelsea, visto che il suo presunto erede, Ricardo Oliveira, prelevato dal Betis per 21 milioni di euro, era stato fino a quel momento una profonda delusione.
I rossoneri, che iniziano con 8 punti di penalizzazione la stagione post-Calciopoli, girano in 9ª posizione dopo il girone di andata, ben lontani dagli obiettivi minimi della società, che sono quelli di una qualificazione alla Champions League.
La società allora 'apre il portafoglio' nel calciomercato di riparazione per rinforzare un organico rivelatosi fino a quel momento carente. In porta arriva Marco Storari dal Messina per un milione e mezzo di euro, sulla fascia destra ecco Massimo Oddo dalla Lazio per 10,75 milioni, mentre in attacco la scelta ricade su un nome altisonante: con un'operazione destinata a far discutere, per 7 milioni e mezzo più 500 mila euro di bonus, i rossoneri prelevano infatti dal Real Madrid l'attaccante che da giovane aveva fatto sognare i cugini nerazzurri. Ronaldo firma fino al 30 giugno 2008.
"Sono 7,5 milioni da pagare in due rate, - chiarisce Galliani, nel momento in cui si arriva alla fumata bianca della lunga trattativa con il presidente dei Blancos, Ramón Calderón - con la divisione del meccanismo di solidarietà. Se il Milan poi riuscirà a qualificarsi per il tabellone principale di Champions League, anche passando attraverso i prleliminari, dovremo corrispondere altri 500 mila euro al Real Madrid. Sarei dunque ben contento di pagarlo 8 milioni...".
Non mancano parole di ringraziamento per il presidente Silvio Berlusconi.
"Ha mantenuto la promessa, è stato di parola. - sottolinea Galliani - Abbiamo sostituito al meglio Stam con Oddo e Shevchenko con Ronaldo, che ha ricevuto anche altre offerte ma è stato felice di scegliere il Milan. Missione compiuta, quindi. Siamo tutti davvero felici".
Ronaldo atterra all'aeroporto di Linate alle ore 19.55 di quel 30 gennaio 2007. Come accade spesso in questi casi, anche 'Il Fenomeno' si lascia andare ad alcune dichiarazioni verso i suoi nuovi tifosi, consapevole che i nerazzurri non la prenderanno benissimo.
"Spero di poter diventare un sogno per i tifosi del Milan. - si augura il brasiliano, prima di sedersi a tavola con Leonardo e altri dirigenti rossoneri in un hotel del centro di Milano - È una grande emozione essere tornato qui. Sono felice che tutto si sia risolto".
GettyL'attaccante lascia poi l'aeroporto milanese da un'uscita secondaria a bordo di un'Audi grigia scortata dalla polizia, facendo in modo di evitare altre domande da parte dei giornalisti. Il 31 gennaio il brasiliano si aggrega alla squadra guidata da Carlo Ancelotti e inizia a lavorare. 'Il Fenomeno' non è più quel giocatore delizioso, velocissimo e guizzante delle sue prime stagioni italiane in nerazzurro.
Sceglie il numero 99. Ora ha 30 anni e una stazza considerevole, si è appesantito e ha alle spalle i gravi infortuni alle ginocchia, ma la differenza la sa fare a livello tecnico e balistico e negli scatti brevi. Quando può puntare verso la porta e calciare, sa essere ancora decisivo. Essendo già stato utilizzato dalle merengues in Europa, non può essere impiegato dal Milan in Champions. Una beffa atroce, considerato come si concluderà quella stagione...
Il suo utilizzo si limita dunque al campionato, dove tuttavia 'Il Fenomeno' è chiamato a lanciare i rossoneri nella rincorsa per il 4° posto. Dopo il debutto l'11 febbraio in casa contro il Livorno, parte da titolare la settimana seguente all'Artemio Franchi, nell'insidiosa trasferta con il Siena. Questo nonostante nei giorni precedenti la gara la sua alimentazione non sia esattamente quella di un atleta.
"Il venerdì sera, a tavola, si mangia due piattoni di pasta al pomodoro e con mezzo chilo di pane fa la scarpetta. - ricorda Galliani in un'intervista di agosto 2020 al 'Corriere dello Sport' - Io e Ancelotti ci avviciniamo. 'Fenomeno, lo sai che domani giochiamo, non mi sembra il caso di esagerare'. Lui alza lo sguardo dal piatto e con la bocca ancora piena di pane e sugo ci fa: ‘Quello che mi marca sa che dovrà controllare il Fenomeno, il problema è soltanto suo' ".
Effettivamente aveva ragione lui. Contro i bianconeri infatti Ronaldo si scatena, segna una doppietta e serve un assist vincente per il goal del suo connazionale Oliveira. I rossoneri si impongono con un rocambolesco 4-3 e risalgono in 6ª posizione. Nei primi 3 mesi gioca con regolarità, deliziando i tifosi rossoneri con la sua classe.
L'11 marzo 'Il Fenomeno' è regolarmente in campo al Meazza nel Derby della Madonnina contro la sua Inter. Per lui e per i tifosi delle due squadre milanesi non è e non può essere una partita come tutte le altre, e lo si capisce già quando le due formazioni scendono in campo per il riscaldamento.
I cori e i fischi sono tutti per lui, ma 'Il Fenomeno' decide di ricordare ai supporters nerazzurri perché lo amavano così tanto. Al 40' del primo tempo prende palla, punta la difesa dell’Inter e da oltre 25 metri lascia partire un gran tiro col mancino che si infila nell'angolino basso sul secondo palo, imprendibile per Julio Cesar. Quello che i tifosi dell'Inter temevano è accaduto: il brasiliano si porta le mani alle orecchie invitando i suoi ex tifosi della Nord a fischiare ancora più forte.
Sotto quella stessa curva, nel secondo tempo, Cruz e Ibrahimovic ribaltano però la stracittadina milanese, regalando i tre punti all’Inter. Sarà la prima e l’unica volta di Ronnie contro la sua Inter. il centravanti del Milan è ancora protagonista della stagione, andando a segno con Empoli, Messina e Cagliari, cui rifila una doppietta. Saranno gli ultimi goal della prima stagione rossonera. Gioca ancora con il Torino e nell'ultima giornata con la Reggina, chiudendo con 14 presenze e 7 goal.
Il suo apporto è fondamentale per il Milan, che anche grazie a lui compie la sospirata rimonta e si piazza al 4° posto finale qualificandosi alla successiva Champions League. A fine anno, poi, i rossoneri, senza il Fenomeno che in Europa non può giocare e deve guardare dagli spalti i suoi compagni, il 23 maggio si 'vendicano' del Liverpool conquistandoad Atene la 7ª Coppa dei Campioni/Champions League della loro storia.Mentre per Ronaldo rimarrà il grande rimpianto di non averla mai vinta in carriera.
La stagione successiva, il 2007/08, si apre con grandi aspettative per 'Il Fenomeno' ma gli infortuni tornano a tormentarlo. Il 31 luglio Ronaldo, nel calciare un pallone, riporta uno stiramento di 2° grado ai flessori e salta praticamente tutta la prima parte della stagione.
Per settimane corre sul campo e sulla sabbia, si allena in palestra e riprende confidenza con il pallone. Quando sembra ormai pronto, riporta ulteriori noie muscolari e c'è grande prudenza nel dargli l'ok per riaggregarsi alla squadra. Si teme infatti una ricaduta. A novembre, dopo quasi 4 mesi, va in panchina in Champions League contro Shakhtar Donetsk e Benfica, ma per rivederlo in campo occorrerà aspettare il mese di gennaio.
Ancelotti lo manda infatti a scaldarsi nel corso della sfida di Lisbona, a Ronnie però è sufficiente uno scattino per sentir tirare dietro il polpaccio sinistro e doversi fermare di nuovo.
"La gamba mi fa ancora male - spiega a caldo ai giornalisti dopo la gara - e non credo proprio che contro la Juventus ci sarò. Il Mondiale per club? Non so".
Il Milan lo perde ancora per tutto il mese di dicembre, con Ronnie che deve saltare le gare con Juventus e Inter ma anche gli impegni in Champions League e il Mondiale per club che la squadra di Ancelotti conquista superando 4-2 in finale il Boca Juniors. Il 13 gennaio 'Il Fenomeno' fa finalmente il suo debutto stagionale contro il Napoli, e lascia subito il segno: doppietta a San Siro nel 5-2 complessivo dei campioni del Mondo.
AFP/Getty ImagesPurtroppo per il numero 99 saranno anche gli unici dell'anno e le sue ultime prodezze con la maglia rossonera. Va in campo nelle successive sfide con Udinese e Atalanta, poi i soliti problemi muscolari lo tengono lontano per altre tre settimane. Il calvario sembra finito quando torna di nuovo a giocare un tempo contro il Siena il 10 febbraio ed entra a inizio ripresa nel recupero della 16ª giornata contro il Livorno il 13 febbraio.
Al 59' Ronnie, entrato in campo da appena 3 minuti, salta in area per provare ad arrivare sul pallone e ricade subito. Il suo grido di dolore lancinante fa ammutolire San Siro. Sembra di rivedere le scene dei suoi infortuni più seri ai tempi dell'Inter. Non ci si sbaglia: 'Il Fenomeno' si è appena spezzato il tendine rotuleo del ginocchio sinistro. Quello del ginocchio destro gli si era già rotto due volte.
È l'ennesima pagina nera per un campione tormentato dalla sfortuna. Il giorno seguente, il 14 febbraio, è operato a Parigi dal professor Gerard Saillant presso la clinica Pitié-Salpetrière. Recupererà ancora una volta, tornando in campo nel 2009 con i brasiliani del Corinthians, ma di fatto la sua avventura al Milan è finita con 4 mesi e mezzo di anticipo, con appena 20 presenze e 9 goal, molti dei quali pesanti e decisivi. A fine anno, infatti, il club rossonero non gli rinnoverà il contratto.
Ronaldo sarà comunque sempre grato al Milan per l'esperienza vissuta, e nel 2020 farà luce sul suo passaggio in rossonero nell'inverno 2007, che porterà una fetta del tifo interista a considerarlo "un traditore".
"Sembra facile dirlo adesso, ma è solo e soltanto la verità: io volevo tornare all’Inter. - racconterà il brasiliano a 'Sportweek' nell'estate 2020 - Anzi, dico di più: ho fatto di tutto per tornare all’Inter. Ho aspettato tutto il tempo possibile per dare all’Inter il tempo di dirmi sì o no: quando non è arrivata alcuna risposta, significava no. Ecco perché sono andato al Milan".
"Per il Milan era sì e io in quel momento, più che traditore, mi sentivo un po' tradito per essere stato rifiutato dall'Inter.- sottolineerà Ronnie - Era una scelta impopolare, ma nella mia vita non ho mai avuto paura di farne. E oggi per me non ha nessun senso chiedermi se lo rifarei. Se l’ho fatto è perché in quello momento sentivo che era la cosa da fare: né giusta né sbagliata, ce l’avevo in testa e c’era un perché. Berlusconi e soprattutto Galliani mi volevano bene, molto: il rapporto con loro è un ricordo che mi fa sorridere ancora oggi".


