Per un attaccante il goal è pane quotidiano, l'unico cibo in grado di mettere da parte la fame agonistica e di distogliere, da sé, le critiche: un mese e mezzo dopo, Lautaro Martinez è tornato ad esultare, per di più a San Siro e sotto la sua Curva Nord.
Una gioia liberatoria per il 'Toro', che l'ultima prodezza l'aveva regalata ormai lo scorso 5 marzo, una girata utile per mettere in cassaforte i tre punti col Lecce in campionato: da allora l'argentino è tornato a vivere uno di quei momenti che è solito concedersi, ovvero delle pause realizzative abbastanza lunghe che i tifosi nerazzurri hanno - loro malgrado - imparato a conoscere.
Un ritorno doveva gioco forza avvenire in bello stile, non in una partita qualunque: la zampata che deposita in rete l'ottimo passaggio di Dimarco è il giusto premio per una prova superba, impreziosita anche da qualche assolo di bellezza rara e dal dialogo fruttifero con Barella in occasione dell'azione del momentaneo 1-0.
Inzaghi ha ritrovato il suo attaccante in uno dei tanti momenti clou di un finale di stagione che si preannuncia teso ed emozionante, che comprenderà anche il doppio 'euroderby' in semifinale di Champions League contro il Milan: appuntamento il 10 maggio per l'andata in casa dei rossoneri, col ritorno fissato sei giorni più tardi.
Per Lautaro si è trattato del secondo goal stagionale nella massima competizione europea, il nono in assoluto: raggiunto un mostro sacro come il connazionale Diego Milito mentre, davanti a lui in questa speciale classifica nerazzurra, figurano Eto'o (10), Crespo (11), Cruz (13) e Adriano (14).
Ben sette di questi nove goal sono arrivati al di fuori del 'Meazza': per trovare il primo, bisognava andare a ritroso addirittura fino al 23 ottobre 2019, ad un Inter-Borussia Dortmund 2-0 in cui Lautaro, tra le altre cose, sbagliò anche un calcio di rigore.
Tre anni e mezzo trascorsi senza segnare nel proprio giardino, con la prospettiva di incrementare questo bottino nel penultimo atto: al Milan, Lautaro ha già fatto male per due volte in questa annata, sia in Supercoppa Italiana (con la rete del definitivo 3-0) che in Serie A, grazie alla girata aerea valsa l'1-0 finale.
Insomma, quando vede il rossonero Lautaro spesso non delude, motivo di fiducia per l'ambiente interista in vista di un doppio confronto tornato ai fasti del 2003: quando Lautaro era solo un bambino e non poteva immaginare un futuro da campione. Se d'Europa o meno, lo scopriremo presto.
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