Si risveglia viva, Milano, sin dalle prime luci dell'alba: una città che non si ferma mai, chiusa nelle proprie convinzioni rafforzate, di giorno in giorno, dall'incessante bisogno di produrre e presentare, al presente e al futuro, i segni del lavoro svolto. Il Derby è qualcosa di diverso: distacco emotivo dalla routine, sottotesto vibrante degli animi che si intrecciano, anche casualmente. Un Derby in Europa, però, è troppo.
Come nel 2005, quando San Siro è diventato teatro dell'assurdo: parodia dell'esasperazione di un confronto che ha condotto Inter e Milan l'una di fronte all'altro, spettatori (quasi) dell'Euroderby passato alla storia come quello "della vergogna".
“Non ne faccio un discorso tecnico, ma puramente egoistico: mi auguro di tutto cuore di non incontrare squadre italiane nei quarti di finale di Champions League. Soprattutto non vorrei affrontare l’Inter perché per noi che viviamo a Milano sarebbe un vero inferno. Ricordo che la settimana del derby di Champions del 2003 per me è stata la peggiore di tutte a livello di tensione”.
In sintesi, un'estrema prova di quel che si può fare con le parole, Adriano Galliani, allora nella dirigenza rossonera, è riuscito a comprendere il sentimento di fondo che ha animato quel confronto del 2005. Un Derby in Europa è qualcosa che tutti odiano e che vorrebbero evitare, ma che, in fondo, tutti si augurano.
Inter e Milan sono le inseguitrici della Juventus in Serie A, quando il tabellone le fa incontrare dopo gli ottavi di finale: è la prima volta che il Derby di Milano vale l'accesso alla semifinale. E suona un po' come una "vendetta sportiva": ma ci arriviamo.
Andata: 2-0 per il Milan. Stam e Shevchenko: del ritorno, poi, è propria una delle immagini più famose del Derby di Milano. Materazzi e Rui Costa fermi a guardare la pioggia di fumogeni, volti a incendiare il manto erboso di San Siro. Dida viene colpito alla spalla destra: il punteggio è sull'1-0 per i rossoneri e all'Inter viene annullata una rete (siglata da Esteban Cambiasso). L'arbitro, Markus Merk, annulla: dalla Curva volta di tutto. Il resto è noto. Quel Derby non finirà mai.