Crisi. Una parola che non esiste nel vocabolario di Cristiano Ronaldo. Una parola, però, che per un mese ha caratterizzato le prestazioni del 7 più forte al mondo. A novembre, infatti, il fuoriclasse portoghese ha compreso cosa significhi essere umano. Un problema al ginocchio, le reti che non arrivano. Tutto molto inusuale, per lui.
Non sorprende, quindi, che per l'ennesima volta il campione lusitano abbia voluto mandare un messaggio a tutti. Poche parole, fatti. Proprio come piace a CR7, proprio come piace alla Juventus. Un matrimonio felice, felicissimo, sfociato nel secondo scudetto scudetto assieme. Il nono di fila per una Vecchia Signora sempre più leggendaria tra i confini nostrani.
E nel tricolore, neanche a dirlo, di CR7 c'è tanto. Complice un 2020, fin qui, da urlo. Primeggiare, sempre e sistematicamente. Lo sa bene Cristiano che, giustappunto, è diventato il primo giocatore nella storia a realizzare 50 goal in Serie A, Premier League e Liga.
Inoltre, Cristiano Ronaldo è diventato il primo calciatore della Juve a segnare almeno 30 reti in una stagione nell'élite nostrana, per ora 31, dopo Felice Borel (32 nel 1933/34) e John Hansen (30 nel 1951/52). Insomma, numeri prestigiosi che, passando dalla Champions League, potrebbero impreziosirsi ulteriormente.
Ma senza esperimenti. Senza agire nel ruolo di punta centrale. L'idea embrionale maturata da Maurizio Sarri, e proposta in Coppa Italia contro il Milan, è stata subito accantonata. Vuoi perché, dall'alto di uno status incontrastabile, Ronaldo - senza giri di parole - gioca dove vuole. E non potrebbe essere altrimenti, considerando come si stia parlando di uno dei più forti della storia.
GettyIl resto è questione di mentalità. Occhi puntati sulla perfezione, alla ricerca della massima espressione: pure nelle amichevoli. CR7 è speciale e fa cose speciali. Vedi, ad esempio, il volo di Marassi. Una prodezza storica, a punire inesorabilmente la Sampdoria; un salto di quasi 70 centrimeti. Fantascienza.
Vietato, però, accontentarsi. L'ex Real Madrid ha scelto di sposare l'avventura juventina inseguendo principalmente un obiettivo nell'obiettivo: la Champions League. Competizione, questa, vinta ben 5 volte da Cristiano. Assente, invece, dalla bacheca bianconera da 24 anni. In definitiva, un'ossessione.
Da questo punto di vista, tuttavia, la strada appare delle più complicate. In vista dell'ottavo con il Lione, con l'1-0 dell'andata da ribaltare, la sensazione è che alla Juve manchi qualcosa. Soprattutto in termini di collettivo, con un ibrido ad aver vissuto tra alti e bassi.
I campioni d'Italia, inevitabilmente, dovranno affidarsi al portoghese. Uno che sa interpretare, eccome, gli appuntamenti decisivi. Uno che, con naturalezza, si diverte a giganteggiare. Un po' come accaduto in questo campionato, con una continuità di rendimento - al netto di un mese nero - pressoché spaventosa. Roba alla Cristiano Ronaldo.


