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La parabola di Meghni: da 'Piccolo Zidane' al futsal

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La storia del calcio è ricca di grandi talenti che a livello giovanile sembravano destinati a diventare campioni, ma che una volta approdati fra i professionisti non hanno poi saputo rispettare le importanti aspettative. Quello di Mourad Meghni è sicuramente uno dei casi più eclatanti degli ultimi decenni.

Mezzala o trequartista, il franco-algerino a livello giovanile è considerato un predestinato. Accostato a un mostro sacro come Zinedine Zidane per struttura fisica e capacità tecniche, approda ancora sedicenne in Italia e dà subito dimostrazione del suo valore. Una volta passato in prima squadra, tuttavia, dopo qualche stagione positiva a Bologna, quando è chiamato al grande salto con la Lazio fallisce, dividendo la parte finale della sua carriera da calciatore fra il futsal e un'esperienza nell'ottava serie francese.

MONDIALE UNDER 17 E SCUDETTO ALLIEVI

Nato a Parigi da genitori algerini il 16 aprile 1984, Mourad Meghni si forma calcisticamente nel settore giovanile del' INF Clairefontaine. A 15 anni passa al Cannes , esperienza che gli vale come trampolino di lancio per l'Italia. A scommettere su di lui è infatti il Bologna del presidente Gazzoni-Frascara , che lo acquista nel 2000 e lo aggrega inizialmente alle proprie giovanili. 

Con gli Allievi del club felsineo Meghni conquista lo Scudetto nella sua prima stagione in Italia. Nel settembre 2001 il giovane talento prosegue la sua crescita partecipando ai Mondiali Under 17 in Trinidad&Tobago con la Nazionale francese. Meghni, che realizza anche un goal contro gli Stati Uniti, è fra i protagonisti dei Bleus, che conquistano il titolo battendo in finale la Nigeria. Al giocatore rossoblù, che in quel momento viene annoverato fra le grandi promesse a livello planetario, viene affibbiata la pesante etichetta di 'nuovo Zidane'.

"Non ho sbagliato a partire da giovane e andare all'estero. - dichiarerà anni dopo l'algerino a 'France Football' - Bologna mi sembrava la scelta migliore per me, e non l'ho fatto per soldi. Lì tutto andava bene, ho giocato presto e non mi sono mai sentito così bene come in quella città ed in quel club. In quel periodo nelle giovanili non si parlava che di me e De Rossi. La gente si aspettava molto di più da me". 

Al rientro in Emilia tutti sono convinti che il ragazzo sia pronto a fare il grande balzo fra i professionisti. Dopo un anno in Primavera, nella stagione 2002/03 l'algerino si affaccia dunque alla prima squadra rossoblù. Gli esordi sono incoraggianti: gioca 3 gare in Intertoto, quindi debutta in Serie A il 12 gennaio 2003 contro il Milan.

La prima rete in Serie A arriva il 23 marzo 2003 ed è il goal della bandiera nel pesante rovescio per 5-1 a Como. La seconda la segna invece a San Siro proprio contro i rossoneri nel k.o. per 3-1 del 17 maggio. Chiude la prima stagione da 'senior' con 2 goal in 8 partite. Il secondo anno scorre via senza acuti (12 presenze), mentre nel terzo si migliora, chiudendo con 3 goal in 17 gare nonostante la squadra retroceda in Serie B.

Nel 2005-06 torna in Francia dove gioca in prestito con il Sochaux, senza lasciare il segno (16 presenze senza reti), poi trova la miglior stagione in rossoblù per costanza di rendimento con 35 presenze e 2 reti in Serie B. 

L'ETICHETTA DI 'PICCOLO ZIDANE' E IL FLOP ALLA LAZIO

Su Meghni mette gli occhi la Lazio del presidente Lotito, che nell'estate 2007 investe poco meno di 3 milioni di euro per portare il giovane talento a Roma in comproprietà. Tutti si aspettano dal 'Piccolo Zidane' il grande exploit, invece, fatta eccezione per pochi lampi di grande talento, l'avventura di Meghni in biancoceleste si rivelerà un vero flop. A spiegarne i motivi è stato in seguito lo stesso giocatore.

"Avrei dovuto lavorare un po' di più. Quand'ero giovane riuscivo a fare la differenza, e sembrava sufficiente. Mi sono cullato sul mio talento. Dopo un'ottima stagione a Bologna, firmai con la Lazio, che è stata la più grande squadra della mia carriera". 

L'eccessiva sicurezza in se stesso unita allo scarso impegno negli allenamenti sfocia in molte prestazioni insoddisfacenti. In 4 anni di Lazio Meghni, il cui cartellino dal 2008 diventa interamente dei capitolini, totalizza 60 presenze e 2 goal (uno in Coppa Italia, uno in Europa League), in campionato gioca 48 volte senza mai segnare. Riesce comunque a esordire in Champions League e ad avere un buon rendimento nella stagione 2008/09 a cavallo delle festività natalizie.

MOURAD MEGHNIGetty Images

In virtù delle nuove regole della FIFA in materia di Nazionali, sceglie di rappresentare l'Algeria invece che la Francia, come aveva fatto a livello giovanile.

Dopo l'intera annata 2010/11 trascorsa senza scendere in campo, a giugno arriva la rescissione del contratto. Meghni, che contribuisce comunque alla vittoria di una Coppa Italia e di una Supercoppa Italiana, saluta l'Italia con la netta sensazione di non essere riuscito a esprimere il meglio di sé.

"In Italia avrei potuto fare un percorso migliore. Se ho un grande rimpianto, è quello di non essermi affidato ad un agente italiano". 

QATAR, FUTSAL E RITORNO AL CALCIO A 11

Lasciata la Serie A, Meghni tenta l'esperienza in Qatar, dove gioca poche gare con 3 squadre diverse dal 2011 al 2013 (Umm Salal, Al-Khor e Lekhwiya). L'involuzione appare ormai inarrestabile e colui che a inizio anni Duemila era stato designato come l'erede di Zidane si trova a un punto morto della sua carriera calcistica.

Terminata anche l'esperienza in Qatar, prima di compiere 29 anni l'algerino resta fermo per circa un anno e mezzo. A gennaio 2015 tuttavia fa una scelta drastica: passare dal calcio a 11 al futsal. Così gioca per alcuni mesi con la maglia dello  Champs Futsal, club della città della sua infanzia, Champs-sur-Marne.

L'esperienza nel calcio a 5, per quanto insolita, gli fa ritrovare il vecchio amore per il calcio.

"Perché ho scelto il futsal? Mi avevano proposto cose come l'Australia... Ho avuto anche dei contatti in Francia, ma non ho intenzione di giocare in Ligue 2 o in categorie inferiori. Se tornerò a giocare a calcio sarà in Algeria, anche se ho dei fastidi alle ginocchia. Penso già al mio futuro, mi piacerebbe allenare. Ora sono di nuovo il Mourad che tutti conoscevano prima che arrivasse il calcio nella mia vita e sono ritornato nel mio quartiere, mi sta facendo bene ritornare ad una vita normale".

Detto fatto, e in estate Meghni si rimette in pista nella Ligue 1 algerina con la maglia del CS Constantine. Rivede il campo e segna qualche goal, prima di dire basta e ritirarsi nel 2017 a 33 anni. Salvo poi ripensarci e mettersi nuovamente in gioco fra i dilettanti francesi (ottavo livello del calcio transalpino) con la Val-de-France, dopo aver nuovamente praticato il futsal nei primi 6 mesi del 2019.

"Il calcio a undici mi mancava. - ha dichiarato l'ex rossoblù a 'Le Parisien' - Ho degli amici qui nella Val-de-France, dove mio figlio gioca nell’Under 11. Quindi quando mi hanno chiesto di unirmi a loro per una partita amichevole prima dell’estate, ho detto di sì. È stato difficile per me riprendere dopo due anni senza giocare".

Grandi aperture, conclusioni micidiali, calci di punizione vincenti fanno ancora parte del suo repertorio: anche nei campi di provincia Meghni continua a far divertire i tifosi.

"Altri danno tutto in campo, io porto loro la mia serenità  - spiega - Sto ancora imparando, anche in Regional 3. Ho sempre giocato per piacere. E ho bisogno di essere amato per giocare".

In quest'ultima sua frase c'è forse l'essenza del modo tutto personale di concepire il calcio. Che è in fondo anche il motivo per cui, pur possedendo grandi mezzi tecnici e fisici, il franco-algerino non è riuscito in carriera a ripercorrere le orme del suo modello Zidane.

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