Calcio di novembre, calcio che conta (ancora) poco. A regnare sovrano è maledettamente il coronavirus che, con i suoi usi e costumi, condiziona - e non poco - le competizioni.
Dunque, vietato farsi prendere dal panico. Sebbene, rendimento alla mano, la Juventus qualche motivo di preoccupazione farebbe bene a coltivarlo.
Andrea Pirlo in mente, e non solo, ha un calcio innovativo. Qualcosa che vada oltre il compitino e che soprattutto, nel breve e lungo termine, porti la Signora ad avere un'identità europea.
Ecco perché pretendere tutto e subito avrebbe del delittuoso, soprattutto considerando come nell'ultima finestra di mercato alla Continassa abbiano proposto una vera e propria rivoluzione.
Dentro stimoli e calciatori nuovi, chiamati a consolidare le basi di un progetto pluriennale. Il tutto, con poco margine di spesa. Ragion per cui, Fabio Paratici può ritenersi (ampiamente) soddisfatto.
Il responsabile dell'area tecnica bianconera, infatti, ha optato per ringiovanire sensibilmente una rosa bolsa e ormai con la pancia piena; impostando e chiudendo affari all'insegna del puro ingegno.
Tuttavia, la sensazione è che a centrocampo continui a mancare qualcosa. Nonostante gli arrivi di Arthur e McKennie, 24 e 22 anni, dunque in piena linea verde.
Solamente il tempo emetterà il verdetto sovrano circa gli ultimi colpi, contraddistinti finora da un rendimento a targhe alterne. Ma pregno di attenuanti.
Una nuova città, una nuova lingua, un nuovo calcio, un nuovo stile. Insomma, tutto nuovo. Aggiungiamoci, poi, il COVID-19 che ha tenuto ai box lo statunitense, rendendo l'ambientamento ancor più complesso. Appunto, le giustificazioni non mancano.
Menzione speciale per Adrien Rabiot: quasi oggetto misterioso nella passata stagione, ora alle prese con un rendimento pimpante. Intendiamoci, nulla di trascendentale, ma il francese è salito decisamente di tono e, al momento, raffigura forte della linea metodista.
gettyPiù indietro, per idee e interpretazione, Rodrigo Bentancur. Protagonista con Maurizio Sarri, ancora poco performante sotto la nuova gestione. Qui, però, il punto interrogativo è da associare al cambio di modulo. Con Pirlo, fin da subito, esplicito: addio centrocampo a tre, benvenuto centrocampo a due. Scelta spiegata candidamente dal tecnico bresciano:
"Abbiamo giocatori adatti per giocare a due. Non abbiamo registi e non abbiamo mezzala, sono tutti adatti a giocare a due. Arthur e Bentancur non sono né registi né mezzale, come del resto Rabiot. Forse sono McKennie è una mezzala, ma nel complesso sono giocatori più adatti a giocare a due".
Scelta presa, strada intrapresa. Il resto, il grosso, potrebbe cambiare qualora il mercato diventasse protagonista. Ma nella sessione invernale, si sa, difficilmente volere è potere. A maggior ragione considerando l'impatto del coronavirus sulle società, impegnate in questi mesi a tenere duro affinché la situazione - a livello di conti - non diventi ancor più drammatica.
E se Berlino 2015 resta un ricordo lontano e malinconico, con un centrocampo qualitativamente inarrivabile nell'immediato, per Madama fare meglio rappresenta una missione da centrare con priorità. Discorso, questo, da proiettare verso giugno.
Ovvero quando il progetto tattico avrà una fisionomia chiara e quando, attraverso un lavoro certosino in uscita, le disponibilità potrebbero portare al tanto agognato colpo. Sognando in grande e da grande. Quindi, da Juventus.


