In attesa di risolvere il contratto in qualità di direttore generale della Juventus, questione di settimane o addirittura di giorni, Beppe Marotta ha già messo nel mirino la prossima avventura professionale. Che è ancora tutta da scrivere, ma che certamente proseguirà in un club di vertice italiano o straniero. La Signora, perdendo volutamente un pezzo da novanta, ha attuato una politica di ringiovanimento dirigenziale. Da qui, appunto, la scelta di responsabilizzare tre pilastri: Giorgio Ricci per i ricavi, Marco Re in chiave area servizi e Fabio Paratici in termini di dinamiche sportive. Una rinfrescata globale che ha comportato anche i saluti dell'altro ex amministratore delegato, Aldo Mazzia.
Cambiare è sempre sinonimo di coraggio. Farlo in piena era rosea, poi, va persino oltre. Nulla di nuovo in zona Andrea Agnelli, presidente vincente e innovativo, costantemente predisposto al rinnovamento. Sarà come sempre il rettangolo di gioco a emettere il verdetto sovrano, ma fondamentalmente il modus operandi rimarrà lo stesso.
Proprio come sottolineato dalle parole di Paratici, fresco di Premio Scopigno, in occasione del pre Udinese-Juventus: “Nella sostanza non cambia nulla. Io ero direttore sportivo ma avevo già grandi responsabilità. A decidere siamo io, il presidente, Nedved e Allegri”. Appunto: numero uno, vicepresidente e allenatore.
Agnelli si fida ciecamente dei suoi collaboratori, e proprio per questo motivo l'evoluzione non spaventa. Anzi, stimola. Tutti. Parola d'ordine: programmazione. Insomma, per i bianconeri il successo più importante è sempre quello da conquistare. Paratici, corteggiato serratamente da top club esteri, allontana lo spettro dell'addio: “Non ho mai pensato di cambiare, sono innamorato della Juve”. Legato a Madama fino al 2021, dunque, il 46enne manager piacentino in una sola mossa vota per la permanenza e chiude la propria porta a tripla mandata.
La linea è stata tracciata. Paratici avrà il compito di sviluppare quanto di pregevole fin qui proposto, valorizzando l'intero ramo di competenza. Occhi puntati, tra gli altri, su Federico Cherubini (direttore sportivo della Primavera e dell'Under 23), Claudio Chiellini (coordinatore dei giocatori in prestito) e Matteo Tognozzi (capo degli osservatori). Chiamateli, se volete, i vecchi-nuovi che avanzano.


