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Federico Bernardeschi, JuventusGetty

La Juventus agli ottavi: maturità pienamente raggiunta anche in Europa

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La notizia, sostanzialmente, non esiste. Una squadra che è riuscita ad arrivare per due volte in finale negli ultimi tre anni, sicuramente, il passaggio agli ottavi di Champions League lo deve ottenere agevolmente. E la Juventus, avendo avuto gioco facile al Karaiskakis, ha dimostrato ancora una volta di essere diventata una compagine matura e, forse, pronta ad ottenere un trofeo che manca a Torino dal 1996. Nessun volo pindarico, in quanto l'Olympiacos – in formato Europa – non raffigura un test esattamente probante. Tuttavia, per la Signora vittoria doveva essere e vittoria è stata.

Massimiliano Allegri, giunto all'ottavo passaggio di fila alla fase ad eliminazione diretta, sottolinea la sua buona vena europea tra passato milanista ed attualità. La Juventus, pur sfoggiando diversi abiti tattici, vanta un'identità ben definita. In terra ellenica, optando per l'usato garantito, l'allenatore livornese ha proposto il caro e 'vecchio' 4-2-3-1.

Probabile che la scelta sia stata adottata dopo aver valutato le condizioni di Pjanic finito inizialmente in panchina per un affaticamento muscolare. Ma, in linea generale, il succo rimane lo stesso. Ovvero: Madama fuori dai confini nostrani ha imparato ad imporsi con sicurezza e qualità. Il tutto, sposando pienamente il credo calcistico allegriano.

Massimiliano Allegri Olympiacos JuventusGetty

Per le avversarie, non solo quelle nostrane, affrontare i campioni d'Italia è diventato piuttosto faticoso. In termini di sistemi di gioco, infatti, i piemontesi sanno interpretare diligentemente molteplici situazioni. E i margini di crescita non mancano. Perché il 3-4-2-1, sebbene Allegri non ami parlare di numeri, a Vinovo gode di ottimo credito; così come il 4-3-2-1 che tanto bene ha fatto al San Paolo.

Max, ripetutamente, fa leva su una parola semplice ma significativa: atteggiamento. Non è un caso, infatti, che la Juventus da quattro partite non subisca goal. Un dato, indubbiamente, importante. I bianconeri stanno imparando a difendere meticolosamente e, alla lunga, tale compattezza potrebbe essere decisamente premiata.

I torinesi viaggiano secondo tabella di marcia. L'obiettivo stilato dagli uomini della Continassa, da tipica tradizione casalinga, è lo scudetto. Questo, eventualmente, andrebbe persino oltre la leggenda. Poi, ovviamente, ci sono le coppe. E quella europea, e non potrebbe essere altrimenti, ha un fascino particolare.

A dicembre, quindi, la Juventus è sfociata nel picco di crescita stagionale. Restano i limiti di una squadra forte ma che, ad oggi, non vale né il Manchester City né il Paris Saint-Germain, ma la base è buona e anche la campagna acquisti estiva inizia a sorridere. Il talento di Douglas Costa, ad esempio, è oggettivo. E dall'evoluzione dell'esterno brasiliano, per forza di cose, passeranno i migliori contributi targati Madama. Senza sottovalutare Bernardeschi, in rete nei pochi minuti trovati ad Atene, limpido segnale di maturità a tutto tondo.

Insomma, la Juventus lascia l'impianto greco con il passaggio del turno e, soprattutto, un'importante dose di fiducia. Per i ragazzi di Allegri, ora, sarà fondamentale trovare continuità di rendimento in campionato, proiettandosi nel migliore ai prossimi impegni. L'Inter chiama, vietato non rispondere.

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