Un'esposizione stilistica non di primo piano. Efficace, però, in termini di risultato utile. La Juventus saluta l'impegno di Roma con un punto d'oro, a maggior ragione analizzando la prova collettiva con annessa inferiorità numerica caratterizzata dal doppio giallo rimediato da Adrien Rabiot.
Poco equilibrio, poco passo, poche idee. Con Andrea Pirlo a sperimentare qua e là, considerando come non abbia avuto l'opportunità di farlo nell'inesistente pre-campionato. Dunque, Juan Cuadrado a sinistra e Dejan Kulusevski a destra. Male. Decisamente.
Ecco perché, pensando alla sfida di domenica contro il Napoli, tutte le strade portano a un passo indietro; tutte le strade portano alla gara con la Sampdoria, in cui Madama è riuscita ad avere la meglio proponendo un gioco coinvolgente e, soprattutto, un ritmo sostenuto.
Chiaro, altro livello di avversario e con usi e costumi differenti, ma la sensazione è che Pirlo in terra capitolina si sia spinto un po' troppo oltre in termini di ambizione. In parole povere, troppi calciatori offensivi tutti insieme appasionatamente.
Kulusevski, schierato all'Olimpico a tutta fascia, ha faticato in lungo e in largo: in entrambe le fasi. Difficoltà al potere nell'uno contro uno. Il tutto, patendo le accelerazioni di Spinazzola, uno che se è in giornata sa fare - eccome - la differenza.
Da ibrida seconda punta in occasione del debutto - con goal - alla prima giornata di campionato. Passando per un ruolo di maggiore sacrificio. Ottimo all'esordio, sufficienza stiracchiata alla seconda apparizione.
E' un processo di crescita naturale, per lo svedese ma anche per lo stesso Pirlo, che nel breve e lungo termine su Kulusevski dovrà prendere una decisione netta. Ovvero: seconda punta? Elemento offensivo tra le linee? Di sicuro, tuttavia, la fascia tradizionale non sembra valorizzare le qualità di un giocatore nato per attaccare. E che, appunto, quando attacca fa decisamente male.
"Dejan può giocare ovunque, è così intelligente da trovare da solo la posizione in campo. Lo stiamo provando in diverse posizioni, è una seconda punta che può giocare anche da esterno. Ha grossi margini di miglioramento e padronanza del corpo e di come muoverlo durante le partite".
Così l'allenatore bresciano nelle scorse settimane. D'altro canto, si sa, con Pirlo la qualità si posiziona al primo posto. E l'ex Parma ne ha da vendere. Ma senza snaturarsi troppo. Perché, alla lunga, essere eccessivamente duttile potrebbe rivelarsi controproducente.
Ma nell'idea di calcio del Maestro, fatta più di occupazione degli spazi anziché di moduli, Kulusevski rappresenta una chiave di lettura principale. Un potenziale top player, da formare sperimentando molteplici orizzonti tattici.


