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Kulusevski e la Juventus: le potenzialità non mancano

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Un investimento complessivo, potenzialmente, da 44 milioni. Tanto è costato, e costerà, Dejan Kulusevski alla Juventus. Musica per le orecchie dell'Atalanta, abituata ormai a massimizzare le cessioni, ma anche per la stessa Vecchia Signora che - seppur a targhe alterne - ha avuto modo di osservare da vicino le qualità di un autentico predestinato. Che, comunque, deve ancora affinarsi all'interno delle dinamiche di un top club.

Nulla di preoccupante, per Madama, che per il freschissimo 21enne jolly offensivo svedese ha già pianificato un percorso extra lusso. Certo, le battute a vuoto fanno parte del gioco, ma la sensazione è che il 44 bianconero abbia tutte le carte necessarie per fare la voce grossa: sia in Italia sia su scala internazionale.

Non a caso, a detta dei ben informati, anche nelle ultime settimane alla porta della Continassa avrebbero bussato più società che vanno per la maggiore. E non per trattare questioni legate alla Superlega.

Kulusevski, nell'economia delle plusvalenze, potrebbe fare al caso di diverse formazioni. Di qui, giustappunto, i vari sondaggi che sono andati in scena in tempi recenti.

Nulla da fare: incedibile. La Juve crede fermamente nelle qualità di "Kulu", così soprannominato dai compagni di squadra, e per questo motivo da quelle parti non vige la benché minima intenzione di valutare eventuali proposte. Insomma, l'ex Parma non è in vendita. 

E in attesa di comprendere se Kulusevski giocherà oggi contro la Fiorentina, ma tutte le strade portano a una partenza dalla panchina, la prima stagione all'ombra della Mole non è che poi sia andata così male: 40 presenze, 6 goal e 4 assist. In parole povere, un bottino da rispettare profondamente. E, soprattutto, da contestualizzare.

Perché in tono originario lo svedese non sarebbe dovuto diventare una pedina pressoché imprescindibile, bensì un utile elemento - nelle dinamiche delle rotazioni - da lanciare senza eccessive pressioni. Ma tra l'infortunio di Paulo Dybala e i problemi riscontrati da Alvaro Morata, Andrea Pirlo - specialmente nelle gare indelebili della annata - ha dovuto fare di necessità virtù.

Come? Facendo diventare lo svedese a tutti gli effetti un'atipica seconda punta al servizio di Cristiano Ronaldo. Alti e bassi, indubbiamente, ma che appartengono alla più pura normalità per un ragazzo approdato da poco nel calcio d'élite.

"Non è facile arrivare alla Juve: ci sono pressioni in più, ogni passaggio è importante. Dejan sta diventando un campione nella testa prima che nelle prestazioni"

Nelle parole di Pirlo c'è tutto, ma proprio tutto. Carote e bastone, ingredienti fondamentali affinché l'investimento possa confluire nella massima produttività.

Un cambiamento non semplice, spiegato proprio dal diretto interessato nell'ultimo ritiro con la nazionale svedese.

"Ho giocato in una posizione nuova in ogni partita, ho cambiato tante volte ruolo e non sono abituato. Quand’ero al Parma toccavo più palloni, ora devo adattarmi agli altri giocatori. E’ istruttivo capirlo alla mia età, ma ci vorrà del tempo. La mia posizione preferita è quella del trequartista, dietro agli attaccanti".

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