Gian Piero Gasperini la Juventus la conosce alla perfezione. L'ha prima vissuta da calciatore e, successivamente, da allenatore nelle giovanili. Tanti i talenti lanciati dal tecnico grugliaschese, con una fotografia, tra le altre, a impreziosire un percorso ricco di emozioni: Torneo di Viareggio. Edizione 2003.
Vinto, appunto, dalla Vecchia Signora. Una squadra di livello assoluto, formata dai vari Mirante, Cassani, Paro e Gastadello. Con un autentico motorino prestato alla fascia dal nome AbdoulayKonko. Classe 1984, nato a Marsiglia, approdato in Italia dalle giovanili del Martigues
Prima un'esperienza al Genoa, poi la chiamata di Madama. Insomma, un'offerta impossibile da rifiutare. Vuoi per questione di blasone, vuoi per questione di prospettive. Che, per l'appunto, hanno portato il calciatore francese a costruire le basi di una carriera di ottimo livello.
Dalla Juve, passando per il Crotone, il Grifone e l'Atalanta. Da una parte sempre Gasp, dall'altra sempre Konko. Feeling totale, con meccanismi tecnico-tattici assimilati nel tempo. Il tutto, aspetto da sempre apprezzato dall'allenatore piemontese, all'insegna della massima professionalità.
Perché ad Abdoulay, fin dalla tenera età, nessuno ha mai regalato nulla. Tanto sudore, tanta gavetta. Ingedienti, questi, che hanno portato il francese a crescere in maniera esponenziale di partita in partita, tanto da ottenere il massimo tra le fila della Lazio: 92 presenze e 1 goal. Vantando, inoltre, anche un'avventura in Spagna con il Siviglia.
Nitido esempio di abnegazione, a suon di chilometri macinati, Konko ha sempre espresso pareri lusinghiere sul conto di Gasperini. E non potrebbe essere altrimenti, considerando come sotto i suoi insegnamenti il ragazzo sia diventato uomo:
"Gasp era bravo già ai tempi di Torino, poi si è completato e lo si vede nel gioco delle sue squadre. Gli anni nel calcio hanno completato il suo bagaglio di esperienza nella lettura della partita".
Gian Piero, ora, si gode un'Atalanta extra lusso. Una delle formazioni più divertenti d'Europa, capace di dare spettacolo nello spettacolo. Un collettivo sontuoso, impreziosito da individualità eccelse, perfettamente plasmate da un mister preposto sempre e costantemente al calcio offensivo ma organizzato.
E Konko, che adesso sta cercando di seguire le orme del maestro come allenatore, in questa filosofia ha sempre avuto il suo (ottimo) perché. Solido in fase difensiva, ma con una buona gamba in tono propositivo. Proprio come piace a Gasperini che, infatti, per anni se l'è sempre portato con sé.
"È un giocatore duttile che può giocare a tre dietro, nei quattro come esterno e mediano o in fascia a centrocampo".
Un legame indissolubile, che spega alla perfezione come esistano pedine perfette per determinati schemi. Musica pere le orecchie di Konko che, alla Juve, ha avuto modo di conoscere colui che gli ha cambiato la vita. Nessun debutto con la prima squadra zebrata. Ma poco importa. Conta Gasp. Beh, scusate se è poco.


