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Neto Juventus 01022016Lintao Zhang/Getty Images

Juventus-Valencia, per Neto sarà una notte da ex

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Pensare di fare panchina è una cosa. Viverla, invece, è tutt'altra roba. Norberto Neto, alla Juventus dal 2015 al 2017, in bianconero ha vinto due scudetti, due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Non, però, da protagonista: collezionando, complessivamente, 22 presenze.

Approdato sotto la Mole a parametro zero dalla Fiorentina, l'ex viola a Vinovo – vecchio centro di allenamento della prima squadra – ha avuto modo di apprendere molto sotto gli ordini del preparatore dei portieri, Claudio Filippi.

Una crescita tecnica notevole che, comunque, non è valsa il posto da numero uno. Vuoi perché pensare di superare Gigi Buffon rappresentava la pura utopia. Vuoi perché, comprensibilmente, il brasiliano ha preferito non tergiversare chiedendo esplicitamente la cessione.

Ecco, dunque, il Valencia. Il club iberico, nel luglio del 2017, s'è assicurato le prestazioni dell'estremo difensore verdeoro. E, alla prima annata nella Liga, le cose sono andate decisamente bene. Oltre i 33 gettoni, oltre la stima del gruppo. Neto, infatti, è diventato uno dei punti di forza della compagine iberica.

Nel match d'andata, vinto con due goal di scarto in inferiorità numerica dalla Juventus, l'ex bianconero ha dimostrato di essere un profilo affidabile, rendendo a suon di interventi il parziale meno corposo. Probabile, per l'imminente gara dello Stadium, un'accoglienza affettuosa. Nulla di trascendentale, in quanto l'avventura nel capoluogo piemontese è durata troppo poco per sfociare negli alti sentimenti.

Dybala Neto JuventusGetty Images

Detto questo, la Signora è rimasta affezionata al "fu" numero 25. Che, se fosse dipeso da Madama, sarebbe rimasto alla corte di Max Allegri. Tuttavia, la voglia di giocare con continuità era tanta. E, dall'alto di una politica chiara, la Juve non intende trattenere con forza nessuno. Né che si chiami Paul Pogba. Né che si chiami, appunto, Neto.

A Torino non era possibile la concorrenza e quindi non ero contento. Non ho sentito la fiducia e quello che facevo non era importante. Ho perso la voglia perché vedi che quello che fai non è importante".

"Alla Juve era così. E allora per questo ho deciso di andare in un posto in cui mi davano almeno la possibilità. Alla Juventus sono rimasto due anni ad aspettare cose che non sono successe. Non pensavo di scavalcare Buffon, ma pensavo a lavorare e fare il meglio dentro al campo e cercare di dimostrare che ero a disposizione e all'altezza di poter giocare titolare ”.

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