" The time is now ". Già pronta la coreografia della Curva della Juventus sugli spalti del National Stadium of Wales. Una frase che racchiude tutto e che, semplicemente, sottolinea come il popolo bianconero voglia mettere le mani sulla Champions League dopo ventuno anni. Digiuno enorme, incomprensibile per una società di tale spessore. Ma questo è il calcio e sei sono le finali perse dalla Vecchia Signora tra Coppa dei Campioni e Champions League, quattro dopo l'ultimo sussulto. Fondamentale, quindi, cercare la via della svolta europea.
Le premesse per centrare l'obiettivo degli obiettivi sembrerebbero esserci tutte. Madama, profondendo un netto percorso di crescita grazie all'avvento di Max Allegri , è riuscita a colmare il gap con le big europee. Ora, però, la prova del nove; per di più contro la squadra che ha vinto undici volte l'Europa che conta. Ma, alle volte, il più forte può anche non trionfare. Ammesso che questo Real Madrid sia superiore a questa Juventus.
I campioni d'Italia in carica hanno tracciato una linea netta. In estate, innalzando il tasso qualitativo dell'organico, Beppe Marotta e Fabio Paratici - a.d. e d.s. - hanno regalato ad Allegri una compagine competitiva su tutta la linea. In Italia, entrando nella leggenda, Buffon e compagni non hanno freni. Dominio netto e, per le avversarie, frustrante. In Champions League, con umiltà ma facendo i passi giusti, il lieto fine è ad un passo.
La Juventus fa paura. Eccome. Lo sa bene Zinedine Zidane , calciatore sotto la Mole dal 1996 al 2001. Lo sa Sergio Ramos, campione di diplomazia nella conferenza stampa di vigilia, pronto a scrivere un'altra pagina di storia con le merengues. Rispetto reciproco, e non potrebbe essere altrimenti, rivincita della finale di Amsterdam '98 pronta ad andare in scena.
Squadra straordinaria quella di Marcello Lippi. Sulla buona strada anche quella di Max da Livorno. Entrambi toscani, caratteri differenti. Madama, per estendere i festeggiamenti fuori dai confini nostrani, s'è affidata all'esperienza di tanti elementi che con la Champions League vantano un feeling particolare. Su tutti, Dani Alves. Non è un caso che il brasiliano, in occasione della presentazione della sfida, abbia affiancato Gigi Buffon. Parole al miele tra i due, sintomo di benessere collettivo. E se imporsi per ben tre volte nella manifestazione principe con il Barcellona è tantissima roba, vincere in bianconero andrebbe decisamente oltre.
Regalarsi una grande gioia. La Juventus ha apparecchiato la tavola, sul tavolo ingredienti di prima qualità, menù prestigioso. Per chiudere il cerchio occorrerà trovare la prestazione perfetta. E i bianconeri, rispetto a Berlino, appaiono più maturi. Colonna sonora: i torinesi hanno fatto di "it's time" un tormentone. Un ultimo sforzo e sarà gloria eterna.




