"Se mi riconfermerei alla Juve? Certo, faccio l’allenatore per questo, perché amo il calcio, amo allenare, amo questa società, poi decideranno loro ma il mio obiettivo è quello di continuare".
A grandi passi Juventus e Andrea Pirlo si avvicinano al momento della verità. Il club bianconero, domenica, saprà se il futuro sarà targato Champions o Europa League. L'allenatore, di riflesso, scoprirà i piani della società. Che, inevitabilmente, dovrà valutare l'intero quadro con tono perentorio e pragmatico.
La stagione prossima al capolinea, seppur caratterizzata da due trofei, per la Vecchia Signora è stata delle più probanti. Pochi alti, tanti bassi, molteplici difficoltà tra evidenti limiti strutturali e un tecnico neofita che - alla prima esperienza - giorno dopo giorno ha capito cosa significhi guidare Madama.
Detto ciò, non è da Juve programmare con miopia. In tanti, infatti, associano l'eventuale riconferma di Pirlo al piazzamento in Champions League. Viceversa, a detta anche di molti addetti ai lavori, l'addio diventerebbe inevitabile. A maggior ragione considerando come i bianconeri, da campioni d'Italia in carica, abbiano messo alla porta prima Massimiliano Allegri e dopo Maurizio Sarri.
La dirigenza juventina, e non potrebbe essere altrimenti, ha fatto quadrato attorno al proprio tecnico. Insomma, missione chiara: salvare il salvabile. E a Reggio Emilia, contro l'Atalanta, il risultato è stato dei più ottimali. Certo, la conquista della 14esima Coppa Italia juventina, ma in generale al Mapei Stadium è andato in scena il giusto atteggiamento. Una squadra viva che con determinazione e qualità ha saputo archiviare la pratica orobica.
Ora, l'ultima curva. Ora, l'ultimo atto. Vincere a Bologna e - scherzi del destino - attendere buone notizie da Bergamo, dove l'Atalanta affronterà il Milan. La gara della vita, per i rossoneri, chiamata inevitabilmente a scrivere indelebilmente anche la stagione zebrata. Con Pirlo, così, in attesa del dentro o fuori...


