Mario Mandzukic torna allo Stadium. Non con un ruolo da protagonista e nemmeno con un rendimento degno del suo blasone. Ma è pur sempre un bagno di malinconia, tra ciò che ha rappresentato - per la Juventus - e ciò che vorrebbe diventare per il Milan. Alti e bassi, con l'ultimo squarcio di stagione a segnare indelebilmente il legame tra il 34enne centravanti croato e il mondo rossonero.
Per il momento l'avventura tra le fila del Diavolo parla del nulla. Ovvero: 8 spezzoni e 0 goal. Un rendimento impronosticabile nel corso del mercato di gennaio, sessione in cui il club di via Aldo Rossi ha deciso di sfruttare un'occasione importante con l'obiettivo di impreziosire le rotazioni là davanti.
E, invece, il 34enne di Slavonski Brod finora non ha saputo incidere, finendo per consolidare a suo malgrado un feeling particolare con l'infermeria. Tanti, troppi stop, a chiara testimonianza di come la fugace avventura in Qatar - tra le fila dell'Al-Duhail - abbia portato l'ex bianconero a prendersi una pausa dal calcio che conta. Morale della favola? Condizione atletica - eufemismo - approssimativa.
Tutte le strade, quindi, portano a un imminente addio. Vuoi perché il Milan pondera altri obiettivi, vuoi perché - quantomeno allo stato attuale delle cose - SuperMario non ha fatto nulla affinché il cammino lasci presagire all'ardita riconferma. Ma questa è un'altra storia, ancora tutta da scrivere.
E, a proposito di storie, resta indelebile quella tra Mandzukic e Madama: 162 presenze e 44 reti. Il tutto, sfoggiando un forte legame con i tifosi, tanto da ricevere persino una coreografia personalizzata. Il popolo juventino ha avuto modo di apprezzare i contributi dall'ex 17 zebrato e, per questo motivo, in uno stadio aperto ai sostenitori sicuramente gli applausi non sarebbero mancati.
Roba da 4 scudetti, 3 Coppe Italia e 2 Supercoppe Italiane. Più una finale di Champions League - Cardiff 2017 - con tanto di rete del momentaneo 1-1 contro il Real Madrid. In parole povere, Mandzukic il suo alla Juve l'ha fatto. Diventando a tutti gli effetti un pupillo di Massimiliano Allegri, che anche recentemente ha manifestato tutto il suo apprezzamento nei confronti del croato.
Ricordi rosei sullo sfondo, ma anche un po' di rammarico per come l'avventura di Mandzukic alla Juve sia finita. In maniera del tutto fisiologica, con la Juve a premere affinché si potesse anticipare l'addio e con diretto interessato - leggittimamente - a fare leva sulla componente contrattuale. Salvo poi, a mente fredda, scegliere di tuffarsi in una nuova avventura professionale.
Mandzukic, comunque, è sinonimo di (grande) professionalità. Non è un caso che abbia rinunciato alla mensilità di marzo - circa 300 mila euro - perché indisponibile in quanto infortunato. Un gesto particolarmente apprezzato dal Milan che, infatti, ha deciso di elogiare pubblicamente il suo numero 9.




