Gennaro Gattuso sa come battere la Juventus. E' stato proprio l'attuale allenatore del Milan, quando vestiva la casacca rossonera, a regalare alla compagine meneghina l'ultima vittoria in casa bianconera, punendo Gigi Buffon con un sinistro sporco ma efficace. Era l'anno di Gigi Del Neri, la Vecchia Signora giocava all'Olimpico, e in quel 5 marzo del 2011 al timone della squadra ospite c'era Massimiliano Allegri, che poi avrebbe vinto lo scudetto. Ora, invece, l'allenatore livornese guida magistralmente la formazione torinese.
Mentre, a suon di risultati, Ringhio ha conquistato il popolo milanista; sempre da condottiero ma questa volta nelle vesti di allenatore. “Gli dissi che avrebbe dovuto smettere di giocare ed entrare nello staff tecnico – ha spiegato affettuosamente Max alla vigilia – volle continuare e poi ha smesso dopo tre mesi. D'altra parte è sempre difficile per un campione dire basta. Ricordo com'era imbufalito quando gli annunciai che sarebbe dovuto andare in tribuna nel derby ”.
Stima reciproca, come testimoniato dalle parole di Ringhio direttamente da Milanello: “Allegri è stato il mio capitano a Perugia, avevo 16 anni e mi trattava da giocatore vero, una cosa che non ho mai dimenticato. E anche da tecnico lo devo ringraziare: venivo da un infortunio, arrancavo, e magari vicino avevo persone che mi dicevano 'quello non ti fa mai giocare'. In realtà aveva ragione lui e gli chiesi scusa. Ora abbiamo un grandissimo rapporto, c'è amicizia e rispetto. Invidio la sua bravura ”.

Rispetto totale. Allegri, prima sul rettangolo di gioco e poi come mister, ha avuto su Gattuso un'importanza notevole. E, seppur vantando idee calcistiche differenti, l'attualità propone delle analogie. Solidità difensiva al potere. Insomma, prima non prenderle.
Concetto che la Juventus già aveva con Antonio Conte e che, successivamente, ha sviluppato con il livornese. Tematica simile per il 40enne di Corigliano Calabro, che in breve tempo ha saputo dare un'identità ben definita al Milan. I rossoneri, clamorosamente, vedono la Champions League meno distante.
Ecco, dunque, la classica prova del nove. Fare risultato a Torino, a distanza di tempo, avrebbe dell'eccezionale. In quella fredda serata sabauda, oltre a Gattuso, c'erano campioni del calibro di Nesta, Thiago Silva e Ibrahimovic. Ora regna l'organizzazione corale. Qui, infatti, Rino è stato mostruosamente bravo. Non a caso, i rossoneri puntano a blindarlo facendogli firmare il rinnovo nei prossimi giorni.
Entrambi si giocano molto. Allegri, ormai diventato un punto fermo del mondo Juve, ha preso dimestichezza con il verbo vincere e non intende certamente fermarsi. Gattuso, alle prime armi in una big, lavora alacremente per rimanere in un mondo spietato in cui la riconoscenza solitamente non è di casa.
Ma sono i numeri a impressionare: la Juventus, da quando gioca all'Allianz Stadium, ha vinto tutti i sei confronti di campionato contro i rossoneri. Rimanendo alla stretta attualità, il Milan non perde nell'élite nostrana da 10 partite, ed è dall'aprile 2013 che non rimane imbattuto da almeno 11 gare.




