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Lazio Juventus Bonucci ImmobileGetty

Juventus-Lazio: dopo il lockdown la forbice si è allargata

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Con i "se" e con i "ma" nel calcio non si va da nessuna parte. Conta il momento, conta non pensare troppo in là. E, dal canto loro, Juventus e Lazio si preparano ad affrontarsi in una sfida che - fino al lockdown - avrebbe avuto il sapore dello scudetto.

E che, rigorosamente a tinte bianconere, ancora ce l'ha. Perché Madama, seppur in tono balbettante, vede il traguardo vicino. Mentre i biancocelesti, al netto della volubilità della materia, ragionano in maniera pragmatica.

Basti pensare ai numeri. La formazione capitolina, infatti, ha conquistato un solo punto nelle ultime quattro partite. Inoltre, dalla ripresa del campionato, solamente SPAL, Cagliari e Lecce hanno segnato meno della formazione guidata da Simone Inzaghi. Insomma, netta e chiara flessione.

Le attenuanti, tuttavia, non mancano. Da una competizione palesamente condizionata dall'emergenza sanitaria, passando per una serie di infortuni che porteranno la Lazio a giocarsi il big match dello Stadium in piena emergenza.

In definitiva, dal -1 dell'8 marzo, ovvero prima che il calcio si fermasse, a un -8 accumulato a suon di battute a vuoto. In attesa di tempi migliori, e soprattutto di una rosa da perfezionare acquistando alternative di livello, l'attualità ci concentra su una prova d'orgoglio da sviluppare nel catino dei campioni d'Italia in carica.

Il tutto, e non è poco, considerando come la Lazio in stagione si sia già imposta due volte sulla Juve. La prima, tra le mura amiche, in occasione della gara d'andata di campionato. La seconda, più importante, in Supercoppa Italiana.

Una Lazio profondamente diversa, in piena salute psicofisica, trascinata da individualità sopraffine. Pesante, più delle altre, l'assenza di Luis Alberto. Uno che quando è in serata si diverte a giganteggiare a suon di estro e fantasia, assente a Torino in quanto non al top.

Attenzione, poi, alla classifica marcatori. Da una parte, Immobile. Dall'altra, Cristiano Ronaldo. Il primo contro il secondo della classe, 29 reti contro 28. Il bomber di Torre Annunziata non segna da tre partite, mentre il fenomeno portoghese è rimasto a bocca asciutta a Reggio Emilia. Chiamatele, se volete, motivazioni nelle motivazioni.

Dal sogno alla realtà, ma con alle spalle un carico d'orgoglio non indifferente. La Lazio più di così non avrebbe potuto fare e, per questo motivo, dalle parti del tecnico emiliano non vigono (grossi) rimpianti. Parallelamente, ancora una volta, la Juve si ritrova tra le mani l'opportunità di compiere lo scatto decisivo. Fallire l'occasione - mai come in questo caso - avrebbe del delittuoso.

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